Le elezioni nel paese sud americano. Il Medio Oriente in fiamme. L'emergenza umanitaria di Gaza. I morti in Sudan, gli indigeni esclusi in Australia. E i ladri di olive in Turchia. Ecco i fatti della settimana dal mondo

Argentina, elezioni
Nell’attesa del primo turno delle elezioni presidenziali che si terrà domenica 22 ottobre, l’Argentina è in bilico. Stremati dall’inflazione che tocca il 138 per cento, tra le più alte al mondo, da un debito fuori controllo e da un tasso di povertà altissimo, sono 12 milioni quelli che vivono in condizioni di miseria, gli argentini sono delusi dalla politica. Così il tradizionale blocco peronista rischia di finire sconfitto. In base ai sondaggi, sarebbe in testa Javier Milei, l’economista outsider, candidato con l’estrema destra, “el loco”. Contrario all’aborto, all’educazione sessuale nelle scuole e per la privatizzazione selvaggia, noto per essere favorevole alla vendita di organi, ad esempio. Segue il candidato peronista, ministro dell’Economia Sergio Massa, e Patricia Bullrich, ex ministra della Sicurezza, di destra, che promette il pugno di ferro «contro i professionisti dello sciopero e i delinquenti».

 

Gaza, azione via terra sarebbe «catastrofica»
Un’escalation delle azioni militari israeliane a Gaza sarebbe “catastrofica” per i palestinesi che ci vivono: «Posso dirvi con certezza che qualsiasi ulteriore escalation o addirittura la continuazione delle attività militari sarà semplicemente catastrofico per la popolazione», ha detto Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Mentre il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il premier Netanyahu fanno, invece, intendere che l’inizio dell’operazione via terra non è lontano. Nella giornata di venerdì 20 ottobre dovrebbe avvenire anche l'apertura del valico di Rafah, tra Gaza e l'Egitto, da cui dovrebbero entrare i primi 20 camion di aiuti umanitari visto nella Striscia anche il cibo sta finendo e l’acqua scarseggia. Come scrive Ap ci sono code di 5 ore per una pagnotta di pane.

 

Medio Oriente in fiamme
Nelle ultime ore un raid israeliano ha ucciso e ferito centinaia di sfollati che si erano rifugiati nella storica chiesa di San Porfirio a Gaza. Il gruppo Ansar Allah dallo Yemen ha lanciato missili e droni in direzione di Israele che un cacciatorpediniere americano è riuscito a fermare. Alcuni droni probabilmente lanciati da milizie sciite hanno colpito sia una base di soldati americani nella Siria orientale, sia due basi americane in Iraq. Hamas continua a sparare razzi verso Israele. E il presidente Joe Biden ha tenuto un discorso ai cittadini statunitensi in cui ha sottolineato l’importanza di continuare a finanziare aiuti all’Ucraina e a Israele per contrastare il terrorismo. 

 

Sudan, 6 mesi di guerra, 9 mila morti
«Uno dei peggiori incubi umanitari della storia recente». Così il capo umanitario delle Nazioni Unite ha definito il conflitto in Sudan che dura ormai da sei mesi, tra l’esercito del Sudan e il gruppo paramilitare di supporto rapido, scoppiato a metà dello scorso aprile. All’inizio i combattimenti erano concentrati nella capitale Khartoum. Ma si sono velocemente estesi ad altre aree del Paese, compresa la regione occidentale del Darfur, già devastata dal conflitto. Da mesi, i civili non hanno tregua dallo spargimento di sangue e dal terrore.

 

Francia, stretta sull'immigrazione
Un ventenne di origine cecena ha fatto irruzione, venerdì 13 ottobre, in un liceo di Arras, in Francia, uccidendo un insegnante e ferendo altre due persone. Si dice che l’aggressore abbia gridato “Allah Akbar”. Subito dopo, il dibattito sulla sicurezza si è infiammato, proprio mentre la Francia si prepara a votare un disegno di legge sull’immigrazione. Per il ministro dell’Interno Darmanin, se fosse stato adottato prima il ddl «ci avrebbe permesso di espellere»l’aggressore, visto che era nella lista degli individui radicalizzati.

 

Australia, indigeni esclusi
In Australia un referendum puntava a modificare la Costituzione per riconoscere alle comunità della “First Nations”, cioè ai discendenti delle popolazioni indigene, il diritto ad avere voce nelle scelte del Governo. Attraverso l’istituzione di una commissione che sarebbe stata interrogata sulle questioni relative alle loro comunità. Ma alle urne ha vinto il no. «Quando si punta in alto, a volte si fallisce. Comprendiamo e rispettiamo questo fatto», ha commentato il primo ministro laburista Anthony Albanese, sostenitore della campagna, invitando il paese a ritrovare l’unità. Mentre i leader indigeni hanno chiesto «una settimana di silenzio» dopo il fallimento di “The Voice”, il referendum. I sostenitori del “sì” lo consideravano anche un modo per sanare le ferite inflitte ai popoli indigeni all’epoca della colonizzazione.

 

Turchia, ladri di olive
Le olive sono diventate un bene prezioso per la Turchia. E un fattore importante per la tenuta dell’economia del Paese messa a dura prova dall’inflazione. Ancora di più da quando le scarse precipitazioni hanno invece abbassato del 20 per cento la produzione di olio di Italia e Spagna. Così perfino le forze speciali turche sono state impegnate nella difesa dai furti dei 12 milioni di ulivi che si trovano nei territori della costa egea di Balikesir ed Edremit. I furti sono da tempo frequenti nell’area che contribuisce per il 10 per cento alla produzione nazionale. Ma quest’anno si sono moltiplicati tanto da portare le autorità locali a chiedere aiuto.

 

Taiwan, animali domestici contro la bassa natalità
«Se fate figli vi regalo un cane»: Terry Gou, candidato alla presidenza di Taiwan, ha proposto di fronteggiare il crollo demografico sull’isola regalando animali domestici ai futuri genitori. Taiwan ha infatti uno dei tassi di natalità più bassi al mondo: sarebbe l’undicesimo Paese meno fertile del pianeta, con 8,4 nuovi nati ogni 100 abitanti. L’alto costo della vita, le difficoltà di accesso alle politiche assistenziali e le aspettative di genere sono tra le motivazioni principali della scarsa natalità. Le autorità locali sono preoccupate che il rapido invecchiamento della popolazione possa minacciare l’economia e la difesa militare di Taiwan.