Il caso
Così sta nascendo un quartiere green a Vienna
Ad Aspern Seestadt, venti minuti dal centro della capitale austriaca, costruzioni innovative in legno, impianti fotovoltaici e geotermici e si punta ai rifiuti zero. Un esperimento da osservare con attenzione
Le biciclette bianche sono a uso gratuito dei cittadini. Come quelle cargo, parcheggiate davanti al supermercato. Unica condizione: essere residenti qui, a Seestadt, anzi Aspern Seestadt, quartiere di Vienna dove il futuro si coniuga col presente. Una ventina di minuti di metro dal centro, 240 ettari di strade, piste ciclabili, parchi, cortili, scuole, uffici, lotti popolari, grattacieli esempi di brutalismo: l’estetica non sempre convince, ma la vocazione sostenibile è palese. Il distretto 22 è affacciato su un bacino d’acqua artificiale, dove un tempo c’erano paludi al di là del Danubio. Un luogo pensato «per i bisogni quotidiani delle persone», ha detto l’urbanista Kurt Hofstetter quando la pandemia ne ha rallentato l’espansione: «Ora il masterplan deve incorporare le innovazioni».
Un laboratorio cittadino, insomma. A progetto terminato, nel 2030, a Seestadt vivranno circa 25 mila persone, più 20 mila lavoratori pendolari. E saranno ampliate le aree verdi perché il cambiamento climatico ha già reso rovente Vienna e il quartiere, dove alloggiano oggi novemila persone. Ma ci vorranno più orti condivisi alle associazioni in cohousing, più impianti fotovoltaici e al massimo un garage interrato ogni cinque lotti. Perché l’auto dovrà essere, «se non cancellata, limitata al minimo», spiega Felicitas Konecny, architetta e guida: «Sono già previsti tre sistemi di car sharing, bus che collegano alla metropolitana, negozi diffusi anziché centri commerciali che obbligano a spostamenti motorizzati». Spazio a startup come United in Cycling, un negozio-associazione che, oltre a vendere biciclette, garantisce un noleggio ai bambini di Seestadt: questi, man mano che crescono, possono passare dal triciclo alle bici a costo zero. Vienna, con quasi due milioni di abitanti, conta già 1.600 chilometri di corsie ciclabili e 56 mila parcheggi per bici; è diventata nel 2020 «la nona capitale europea per investimenti sulle due ruote pulite», secondo il Copenhagenize Index.
Passeggiando a Seestadt, poi, si passa sotto il Dormero HoHo: uno degli edifici in legno più alti del mondo, progettato da uno studio austriaco. Solo il 25% di cemento armato, usato per il blocco centrale (con gli ascensori), mentre le ali (con gli appartamenti) sono in abete della Carinzia e della Stiria. Gli alberi provengono da foreste a rimboschimento programmato. Punto critico della costruzione? Il sistema antincendio. Test su test hanno fatto salire i costi del grattacielo (75 milioni di euro), ma i suoi 24 piani (fino al 15° c’è l’hotel, oltre ci sono uffici e alloggi) sono diventati un modello. Così, altri stabili in legno-cemento stanno crescendo poco più in là e sono già stati venduti alla Bau Investment. Nella nuova urbanizzazione, oltre a spazi come aree giochi e campi sportivi sui tetti, c’è la spiaggia sulle sponde del lago artificiale. Il «km 0» dei servizi conquisterà la classe media in fuga dal centro, dove le case hanno prezzi fino a 25 mila euro al metro quadrato, mentre qui con seimila si prende un appartamento con terrazzo. Sperimentata anche la formula case di proprietà-case popolari-case ad affitto agevolato.
Più moderno il progetto Viertel Zwei, a ridosso del parco del Prater e vicino al Campus universitario Wu. Sorgeranno due torri progettate da Mario Cucinella Architects: la Weitblick di forma ellittica, 36 piani, e la Grünblick, 27 piani. Il secondo grattacielo sarà residenziale, unito al primo da una pensilina verde: un passaggio coperto tra le piante. Entrambi, con i cantieri in frenetica attività, sono stati pensati con accesso alla luce naturale, protezione termica e ventilazione ottimali. L’intera area è servita da una rete energetica indipendente, fondata su un impianto geotermico.
«È solo l’inizio», garantisce Uschi Dorau, rappresentante dell’Urban Innovation Vienna: «Tra il 2025 e il 2035 daremo il via a un piano di sviluppo che coinvolgerà varie aree della città, a Sud e a Nord-Ovest. Zero rifiuti ed economia circolare sono gli obiettivi primari; entro il 2040 tutto dovrà essere riciclato e riciclabile. Installeremo un impianto fotovoltaico su ogni edificio disponibile, costruiremo parcheggi auto sopraelevati e circoleranno solo bus elettrici. Il futuro non ci troverà impreparati».