I personaggi più popolari sui social vengano utilizzati da Putin per ripulire l’immagine del regime. Era già successo in Siria. «Mariupol tira un sospiro di sollievo grazie alla Russia»

«Mariupol può finalmente tirare un sospiro di sollievo grazie alla Russia. Dopo otto anni di inferno quotidiano, torture brutali, omicidi, rapine, il blocco è rotto e non tornerà». Lo scrive un influencer su Instagram, in tour tra i territori dell’Ucraina occupata dai russi. C’è anche un video su TikTok in cui si vede che «gli influencer hanno avuto la possibilità di indossare le divise dei soldati russi e di salire sui carri armati dei militari, per andare in giro per le strade delle città abbandonate» e devastate.

 

Così scrive su Twitter Sophie Fullerton, docente di politica internazionale e diritti umani, ricercatrice su conflitti e disinformazione. Per denunciare come i personaggi più popolari sui social vengano utilizzati dal governo russo con lo scopo di fare propaganda: costruire un’immagine dei territori occupati dall’Ucraina diversa da quella reale, ripulita. «Trattano la devastazione come se fosse un servizio fotografico per Vogue», aggiunge Fullerton in un post in cui mostra le fotografie di una ragazza che si fa i selfie su un bus distrutto, forse a causa di un’esplosione.

 

«Gli influencer non sono migliori dei colpevoli», sottolinea Fared Al Mahlool, reporter freelance che insieme a Fullerton aveva già raccontato come un’operazione simile fosse stata portata avanti anche in Siria. Sempre dai russi sostenuti dal dittatore Bashar al-Assad che, dopo aver ripreso il controllo di gran parte del territorio ha pensato fosse necessario plasmare una rappresentazione nuova della vita nel Paese. «Gli influencer vengono utilizzati per mascherare i crimini di guerra dei regimi». Vengono pagati per fare tournée. E promuovere la propaganda di Stato ignorando le dilaganti violazioni dei diritti umani.

 

Che con la guerra in Ucraina il controllo da parte del Governo russo sull’informazione si fosse fatto più stringente era già chiaro dall’inizio. Diversi giornali erano stati costretti a chiudere o a spostarsi fuori dal Paese, come Novaja Gazeta, il periodico russo conosciuto per essere libero e indipendente, per le sue inchieste contro il regime, che il 28 marzo del 2022 aveva annunciato di dover sospendere le pubblicazioni a data da destinarsi dopo diversi richiami da parte dell’agenzia statale delle comunicazioni Roskomnadzor. Erano stati bloccati gli accessi a molti siti di news che non si erano adeguati alla censura governativa, una legge aveva definito fake news tutti i contenuti non approvati dalle autorità.

 

Nei mesi successivi alcune inchieste avevano già raccontato come tanti personaggi popolari suoi social venissero pagati dal Cremlino per postare contenuti in linea con la narrativa ufficiale della Federazione russa sulla guerra in Ucraina. Tra queste un’indagine di Vice News, a marzo 2022, aveva dimostrato l’esistenza di campagne di propaganda che coinvolgevano influencer con anche più di un milione di follower. A cui veniva indicato cosa dire, come dirlo, che video postare e quando. Quali hashtag utilizzare, attraverso canali segreti su Telegram.

 

«Dopo che la Russia ha distrutto e occupato le città ucraine, lo Stato manda gli influencer a fare un viaggio ricreativo a Mariupol per ripulire i suoi crimini. Se individuate altri influencer che fanno lo stesso per favore scrivetemi. Cercatemi su altre piattaforme se su Twitter sarà inibita la possibilità di inviare messaggi privati. Con Sophie Fullerton stiamo portando avanti un ampio progetto per monitorare la disinformazione generata dai regimi», scrive Al Mahlool.

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