Anniversari

Sono passati dieci anni dall'Euromaidan che ha scosso l'Ucraina. Quel giorno è iniziata la guerra che si combatte ancora oggi

di Chiara Sgreccia   20 febbraio 2024

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Piazza indipendenza, Kiev

In Piazza indipendenza a Kiev i manifestanti protestarono contro il presidente filorusso. Per tutta risposta i cecchini spararono sulle persone, uccidendone oltre 100. Nel frattempo Putin inviava i suoi "omini verdi" a conquistare la Crimea. Dando il via al conflitto che si è poi riacceso con l'invasione su larga scala

Dieci anni fa in Piazza Indipendenza, a Kiev, la capitale ucraina, sono morte più di 100 persone. Sono state uccise tra il 18 e il 21 febbraio 2014 - il 20 è stato il giorno più sanguinoso - mentre manifestavano contro l’allora presidente ucraino Viktor Yanukovich che, poco prima della firma, senza ascoltare la volontà della popolazione, aveva interrotto le trattative per un accordo di collaborazione dell’Ucraina con l’Unione europea, di fatto un patto per il libero scambio. In favore di uno che, invece, avrebbe riportato il Paese sotto la sfera di influenza russa, insieme a Bielorussia e Kazakistan.

 

Alcuni manifestanti sono morti durante gli scontri con la polizia che con il procedere delle proteste, iniziate pacificamente a novembre 2013, si sono fattiesempre più intense. Soprattutto da quando, il 16 gennaio 2014, la Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato le “leggi sulla dittatura”, abrogate poi quasi completamente pochi giorni dopo, con l’obiettivo di garantire alle autorità di polizia maggiori poteri per reprimere con la forza la volontà di indipendenza che il popolo ucraino stava manifestando. E il suo desiderio di avvicinarsi all’Occidente.

 

La maggior parte delle morti, però, è avvenuta a causa dei cecchini, non è ancora chiaro se russi o ucraini, che hanno iniziato a sparare sulla folla dai palazzi che circondano la piazza delle piazze: Maidan. Nel cuore di Kiev, attorno all’alta colonna che sostiene la statua di Berehynia, lo spirito femminile che protegge la nazione, nonostante il freddo e il timore della violenza, i manifestanti arrivati da tutto il Paese si sono radunati convinti che sulle loro spalle si stesse giocando il futuro dell’Ucraina, al bivio tra Russia e Unione Europea.

 

La piazza si è trasformata in un labirinto di barricate, nel simbolo della forza del popolo ucraino nella lotta per la propria autodeterminazione contro la corruzione e la volontà dei russi di indirizzare le scelte politiche del Paese. Le proteste sono andate avanti mesi, fino al 22 febbraio 2014, quando la Rivoluzione della Dignità o Euromaidan è arrivata al termine, con la messa in stato d’accusa del presidente Yanukovich, scappato il giorno prima dalla Capitale per dirigersi verso la Russia, attraverso la Crimea.

 

Con la Rivoluzione della dignità però è iniziata anche la guerra in Ucraina, la stessa che continua ancora oggi, dal 24 febbraio 2022, con l’invasione russa del Paese, diventata di larga scala. Ma cominciata dieci anni prima quando Vladimir Putin, già presidente della Federazione, proprio il 20 febbraio durante l’Euromaidan, ha inviato senza dichiararlo, i propri soldati in Crimea, soprannominati gli “omini verdi” perché non avevano insegne a identificarli. Con l’obiettivo di prendere il controllo del governo locale.

 

Così neanche un mese dopo, il nuovo filorusso governo di Crimea ha dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina, formalizzata il 16 marzo con un referendum che ha determinato l’adesione formale della Crimea alla Russia, il cui valore non è mai stato riconosciuto dalla maggior parte della comunità internazionale.