E poi le piazze piene in Georgia contro la «legge russa». Il rapper iraniano Toomaj condannato a morte. 80 anni per ricostruire Gaza. L'Arizona che elimina la legge contro l'aborto. Ecco i fatti della settimana

Usa, proteste pro-palestina
Le proteste contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza, iniziate lo scorso 18 aprile alla Columbia University, hanno ormai coinvolto circa sessanta campus in tutti gli Stati Uniti. Dopo lo sgombero della Columbia avvenuto nella notte tra lo scorso 1 e 2 maggio anche il City College di New York e il campus dell'University of California a Los Angeles (Ucla) sono stati sgomberati.  Secondo i media locali non sono mancante tensioni con le forze dell’ordine. Sarebbero circa 2 mila i manifestanti arrestati nelle università americane da quando sono iniziate le proteste. Il presidente Usa Joe Biden durante un discorso alla Casa Bianca ha detto che il diritto alla libertà di parola deve essere protetto. Ma anche che «non siamo nemmeno un Paese senza legge». Al termine del suo intervento, rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente ha anche aggiunto di non ritenere che la Guardia nazionale debba intervenire nelle proteste e che i disordini del campus non gli hanno fatto riconsiderare alcuna politica in Medio Oriente.

 

Gaza, 80 anni per ricostruire
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, la ricostruzione della Striscia di Gaza potrebbe richiedere fino a 80 anni se il ritmo della ricostruzione seguisse l’andamento dei conflitti precedenti. L’Undp stima inoltre che la ricostruzione costerà dai 30 ai 40 miliardi di dollari. «La portata della distruzione è enorme e senza precedenti... questa è una missione che la comunità globale non affronta dalla seconda guerra mondiale», ha spiegato il segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite Abdallah al-Dardari. Quasi sette mesi di bombardamenti israeliani hanno ucciso migliaia di persone e trasformato il territorio della Striscia in un «paesaggio lunare» di distruzione.

 

Georgia, proteste contro «la legge russa»
Decine di migliaia le persone nella serata del 1° maggio, hanno manifestato in piazza e per le strade della capitale della Georgia Tblisi sventolando bandiere georgiane e dell'Unione Europea, tentando anche di entrare in Parlamento. Per protestare contro il disegno di legge sulle influenze straniere, formulato sul modello di una analoga legge russa utilizzata per mettere a tacere il dissenso. Secondo Bruxelles la legge danneggerebbe le aspirazioni a lungo termine della Georgia di avvicinarsi all’Unione europea. 83 dei 150 parlamentari hanno approvato il disegno di legge in seconda lettura ed è necessario un terzo e ultimo voto in Parlamento, previsto tra due settimane, prima che il testo possa essere firmato dal presidente e diventi legge. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha condannato la violenza e ha esortato la Georgia a rimanere sulla strada dell’Europa.

 

Iran, condannato a morte il rapper Toomaj
Il rapper iraniano di 33 anni Toomaj Salehi diventato un’icona del movimento di protesta “Donna, Vita, Libertà” che ha preso forma dopo la morte di Mahsa Jina Amini per mano della polizia religiosa per aver indossato male il velo nel 2022, è stato condannato a morte dal regime iraniano con l’accusa di «diffondere la corruzione sulla Terra». Nei suoi brani il rapper chiede la libertà per i detenuti ingiustamente imprigionati e la fine della repressione. Nei suoi versi trovano spazio anche la denuncia della povertà e della corruzione. La reazione internazionale di condanna al regime iraniano e di supporto al rapper è stata immediata.

 

Arizona, eliminata la legge contro l’aborto
Mercoledì 1 maggio, il Senato dell’Arizona, negli Stati Uniti, ha votato per abrogare una legge risalente al 1864 che prevede un divieto quasi totale di aborto (fatta eccezione per i casi in cui è in pericolo la vita della futura madre). All’inizio di aprile la Corte Suprema aveva, invece, ritenuto quella legge applicabile, di fatto aprendo al pericolo che sarebbe potuta tornate in vigore. La mozione del Senato dell’Aziona è passata con 16 voti a favore e 14 contro. Anche due repubblicani hanno votato a favore unendosi ai democratici. La norma è stata firmata giovedì dalla governatrice Katie Hobbs, che si era detta molto favorevole all’abrogazione della legge del 1864, definendola «essenziale per proteggere la vita delle donne».