E poi i droni sull'Iran. Il veto Usa per la Palestina nelle Nazioni Unite. La repressione del dissenso in Georgia. Il patto sui migranti Ue che lede i diritti. E i 30 anni dal genocidio in Ruanda. I fatti da conoscere

Usa, arresti dentro l’università
108 manifestanti filo-palestinesi sono stati arrestati dentro la Columbia University di New York. È successo il 18 aprile, quando per la prima volta in oltre 50 anni, dalle proteste contro la guerra del Vietnam del 1968, la rettrice della Columbia University di New York, Nemat Shafik, ha autorizzato la polizia a sgomberare gli studenti che avevano piantato circa 50 tende dentro il campus in segno di protesta contro le azioni di Israele a Gaza. L’Università ha anche fatto sapere di aver iniziato a sospendere quelli che hanno partecipano alle proteste. Eppure, nonostante il clima teso, come si capisce dai gruppi Telegram, gli studenti pro-palestina non sembrano intenzionati a fermarsi.

 

Iran, droni su Isfahan
«Gli esperti stanno indagando sull'incidente e informeranno sulla questione dopo aver ricevuto i risultati». Così, secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna, avrebbe detto il comandante in capo dell'esercito iraniano Abdolrahim Mousavi: «L’esplosione udita è stata causata dalla difesa aerea che ha sparato contro un oggetto sospetto», ha ribadito Mousavi a proposito dei tre droni che questa notte sarebbero entrati nello spazio iraniano, sopra Isfahan. Probabilmente lanciati da Israele come risposta all’attacco iraniano dello scorso fine settimana, quando Teheran ha inviato più di 300 tra droni e missili verso Tel Aviv, per la maggior parte abbattuti. Per adesso, però, l’Iran resta cauto, non minaccia ritorsioni.

 

Onu, gli Usa bloccano l’adesione della Palestina
Per essere ammessa a pieno titolo nelle Nazioni Unite la Palestina necessitava di una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza: nove via libera e nessun veto. Invece gli Stati Uniti hanno detto no alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu presentata dall’Algeria che raccomandava «all'Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu». Gran Bretagna e Svizzera si sono astenute. 12 sono stati i voti a favore. Per l’ambasciatore algerino alle Nazioni Unite, Amar Bendjama, che ha introdotto la risoluzione, «la pace verrà dall'inclusione della Palestina, non dalla sua esclusione». Per il vice ambasciatore statunitense Robert Wood, il veto degli Stati Uniti «non riflette l'opposizione alla creazione di uno Stato palestinese, ma è invece un riconoscimento del fatto che questo potrà avvenire solo attraverso negoziati diretti tra le parti».

 

Europa, le misure controverse del nuovo patto sui migranti
Il Parlamento europeo il 10 aprile ha approvato importante insieme di riforme per modificare il Regolamento di Dublino a proposito della gestione dei flussi migratori: dall’incentivo ai meccanismi di solidarietà (e di responsabilità) tra gli Stati alla garanzia di standard di accoglienza equivalenti, il tanto atteso patto sulla migrazione e asilo stabilisce nuove regole comuni. Ma include anche norme controverse come l’invio di richiedenti asilo nei Paesi fuori dall’Unione che vengono considerati «sicuri» e lo screening di pre-ingresso. Prima che le misure diventino operative manca ancora l’approvazione del Consiglio Ue e la definizione di un piano di attuazione.

 

Ruanda, a 30 anni dal genocidio dei tutsi «ricordare è un’esigenza»
Il 6 aprile del 1994, l’aereo che trasportava il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia hutu, venne colpito e abbattuto. Fu quel giorno che iniziò il genocidio dei tutsi in Ruanda per mano delle milizie Hutu: 100 giorni di terrore e violenza in cui morirono più di 800 mila persone e decine di migliaia vennero stuprate, di fronte all’inattività della comunità internazionale: «Il dovere di ricordare è soprattutto un’esigenza», ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a 30 anni dal genocidio.

 

 

Georgia, rissa parlamentare contro la legge che reprime il dissenso
Mentre il leader del partito al governo “Sogno georgiano” parlava nel Parlamento di Tiblisi, con l’obiettivo di far approvare un controverso disegno di legge sugli “agenti stranieri”, per limitare  la libertà di manifestazione e l’espressione del dissenso Aleko Elisashvili, deputato del partito dei Cittadini, all’opposizione, gli ha sferrato un pugno in faccia. L’incidente è subito degenerato in una rissa più ampia mentre, come si vede dai video, fuori dal Parlamento i manifestanti hanno accolto con gli applausi Elisashvili.

 

Australia, attentati
Lo scorso 13 aprile, al Bondi Junction Westfield, un grande centro commerciale nella periferia est di Sidney, in Australia, un uomo di una quarantina d'anni ha accoltellato sei persone uccidendole. E ne ha ferite altre otto. L’intervento di un agente di polizia che ha colpito a morte l’aggressore ha impedito che il bilancio della tragedia fosse più alto. Secondo gli inquirenti, non si sarebbe trattato di un attentato terrorista. Sarebbe, invece, di matrice religiosa il movente che ha portato un 16enne, solo pochi giorni dopo, a ad accoltellare un vescovo ortodosso e ferire altri presenti, in una chiesa alla periferia ovest di Sidney, durante la messa.

 

Turchia, cani in aeroporto
Come riporta il Washington post, cinque cani da terapia dallo scorso febbraio hanno iniziato a lavorare all’aeroporto di Istanbul. Per offrire supporto con coccole e dolcezza ai passeggeri stressati e preoccupati per il viaggio in aereo da affrontare. I cani del “Therapy Dog Team” sono certificati, addestrati professionalmente per confortare gli esseri umani. E dipendenti dell’aeroporto, con badge, uniformi ufficiali e orari prestabiliti. Si tratta di un progetto pilota per alleviare lo stress e ansia tra i viaggiatori, pronto per essere esportato anche in altri aeroporti.