Francia
Ci sono le Olimpiadi e Parigi caccia i clochard dalla città
Senzatetto sgomberati e portati fuori, giro di vite su prostituzione e tossicodipendenza. La politica smentisce il nesso con l’evento, ma le associazioni sono in rivolta
A ottobre avevamo lanciato l’allarme sul rischio di una pulizia sociale in vista delle Olimpiadi. Oggi la pulizia non è più un rischio, ma realtà», dice Antoine de Clerck, coordinatore di Le Revers de la Médaille (L’altra faccia della medaglia), collettivo che punta a prevenire l’impatto sociale negativo delle Olimpiadi di Parigi. A due mesi dall’inizio delle competizioni (26 luglio-11 agosto 2024), le associazioni umanitarie denunciano una vera e propria pulizia sociale messa in atto dalla Capitale francese ai danni di diversi gruppi di persone che vivono o lavorano nello spazio pubblico (senza fissa dimora, sex worker, tossicodipendenti e persone immigrate). Davanti alle sollecitazioni delle associazioni, la politica smentisce.
«Parigi fa oggi quello che altre città hanno già fatto in edizioni precedenti delle Olimpiadi: nasconde gli indesiderati per mostrare il suo volto migliore alle telecamere», commenta Antoine de Clerck. Le Revers de la Médaille denuncia sgomberi di massa di senzatetto e spostamento al di fuori dell’Île-de-France (regione in cui si trova Parigi), espulsioni da luoghi occupati e baraccopoli. «Abbiamo riscontrato una sistematicità inedita in queste azioni», dice de Clerck. Sempre più luoghi occupati vengono evacuati dalle forze dell’ordine: ultimo, il più grande squat di Vitry-sur-Seine, nella periferia sud di Parigi, è stato sgomberato nella mattina del 17 aprile scorso. In seguito alle operazioni della polizia, ogni settimana uno o più pullman con a bordo una cinquantina di senzatetto lasciano la Capitale per dirigersi fuori dalla regione. La ricollocazione dei senzatetto non è un’azione nuova. In Francia lo Stato è responsabile degli alloggi di emergenza ed è già successo in passato che si spostassero delle persone da Parigi a un’altra città con più posti d’accoglienza disponibili. «Ma la ricollocazione non era mai stata portata avanti con queste modalità prima d’ora», dice de Clerck. I senzatetto vengono infatti indirizzati verso centri di accoglienza temporanei, i Sas, aperti da marzo 2023 fino a fine 2024 in dieci città francesi fuori dall’Île-de-France.
«Oggi notiamo una grossa accelerazione di questo fenomeno, senza soluzioni alternative e secondo modalità nuove. Prima per esempio si tendeva a non spostare i minorenni, mentre oggi si includono anche questi nel ricollocamento», aggiunge de Clerck.
Le associazioni denunciano la temporaneità di questo dispositivo, che non è risolutivo nel dare un alloggio a chi ne ha bisogno. Ogni Sas ha dai 50 ai 60 posti e si basa su rotazioni di tre settimane. Passate le tre settimane, il 40% delle persone presenti nel Sas è orientato verso situazioni di più lungo termine, mentre il 60% viene diretto verso altri alloggi di emergenza, che però sono spesso già saturi. «Le persone vengono prese dalla strada a Parigi per essere rimesse in strada in un’altra città», spiega Le Revers de la Médaille.
Il governo nega che questi dispositivi temporanei siano stati creati in vista delle Olimpiadi. È il caso per esempio di Orléans, città della Francia centro-settentrionale, dove il sindaco ha recentemente denunciato l’arrivo a sua insaputa di pullman di senzatetto. In un comunicato, la prefettura ha confermato gli arrivi al sindaco, ma ha smentito ogni legame con le Olimpiadi. La stessa ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, ha risposto sostenendo che «le decisioni sulle sistemazioni d’emergenza non hanno nulla a che vedere con i Giochi».
«Il target della pulizia sociale sono tutte le persone che si trovano nello spazio pubblico», ribatte de Clerck.
Act Up Paris, associazione per la lotta all’Aids, in un comunicato pubblicato il 6 marzo ha denunciato l’aumento di azioni repressive contro le sex worker. Le azioni sono di diverso tipo e messe in atto in varie zone della Capitale. Al Bois de Vincennes, parco pubblico situato nell’Est di Parigi, è presente una prostituzione di “sfruttamento”. Le ragazze che vi lavorano sono immigrate irregolari, soprattutto nigeriane, costrette a prostituirsi e quindi considerate come vittime. «Prima le forze dell’ordine erano presenti per svolgere azioni di protezione delle sex worker, ma da settembre emettono solo obblighi di lasciare il Paese», spiega de Clerck. Al Bois de Boulogne, parco nella parte ovest della Capitale, le lavoratrici sono invece per lo più in situazione regolare. «Qui abbiamo riscontrato un diverso accanimento da parte della polizia», messo in atto tramite multe o divieti di esercitare la professione (nonostante il reato di adescamento sia stato abrogato nel 2016).
Impegnato nel dialogo con la politica e le amministrazioni, il collettivo Le Revers de la Médaille denuncia la difficoltà di creare una collaborazione con la prefettura (rappresentante del governo in un dipartimento o una regione), in particolare con la prefettura di polizia, responsabile della sicurezza nello spazio pubblico. Come verso le sex worker, la polizia dimostra un utilizzo della forza sistematico anche verso i tossicodipendenti. In passato le forze dell’ordine avevano l’abitudine di orientare i tossicodipendenti verso delle strutture medico-sociali, oggi invece si riscontrano interventi permanenti nel quartiere de La Villette (Nord-Ovest di Parigi, dove vivono molte persone che fanno uso di crack), per disperdere le persone. «Sono azioni – conclude de Clerck – abbastanza nuove e intense che vediamo ogni giorno nello spazio pubblico e che, nonostante i politici smentiscano, hanno un chiaro legame con le Olimpiadi imminenti».