L'allarme

«L'Iran potrebbe attaccare Israele nelle prossime 24 ore»: cresce la tensione in Medio Oriente mentre le Idf continuano a bombardare Gaza

di Chiara Sgreccia   5 agosto 2024

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Secondo il segretario di Stato Usa la rappresaglia dell'Asse della Resistenza all'uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe imminente. Ma Netanyahu si dice pronto a rispondere

L’Iran e Hezbollah potrebbero attaccare Israele entro le prossime 24 ore. Così, secondo il sito americano di informazione Axios, il segretario di Stato Antony Blinken avrebbe confermato ai leader del G7 durante la conferenza di domenica 4 agosto, che gli alleati hanno indetto con l’obiettivo di utilizzare le armi diplomatiche per abbassare la tensione il Medio Oriente

 

Tensione che ha toccato l’apice da quando le Idf, le forze di difesa israeliane, hanno ucciso prima - martedì scorso a Beirut - Fuad Shukr, il braccio destro di Hassan Nasrallah, leader dell’organizzazione militare sciita libanese, considerato da Israele il responsabile dell’attacco in Golan costato la vita a 12 bambini il 28 luglio scorso. E poi, il giorno dopo, Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, morto mentre si trovava a a Teheran per la cerimonia di inaugurazione del mandato del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian.

 

«Israele ha sbagliato a uccidere Haniyeh. L'era dell'ignoranza è finita. Israele pagherà un prezzo elevato per la sua aggressione contro l’Iran»: più volte sia il leader della repubblica islamica l’ayatollah Ali Khamenei, sia i vertici di Hezbollah hanno promesso vendetta per l’uccisione di Haniyeh e di Shukr, rifiutandosi di accettare, per ora, qualsiasi mediazione che potrebbe evitare l’ampliamento del conflitto. Anche quella, da quanto si sa, portata avanti dal ministro degli esteri giordano, Ayman Safadi, il primo alto funzionario della Paese a recarsi in Iran negli ultimi 20 anni.

 

A unirsi all’ordine della Guida suprema Iraniana di attaccare Israele, ci sarebbero anche le milizie sciite supportate dall’Iran in Iraq e in Siria e gli Houthi. Che dopo due settimane di pausa, nella notte, hanno ripreso gli attacchi missilistici nel Golfo di Aden, contro la nave porta cargo Groton, «perché la compagnia che la possiede ha deciso di violare il divieto di ingresso nei porti della Palestina occupata», ha fatto sapere il portavoce dei ribelli yemeniti Yahya Saree.

 

Secondo il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, tre giorni senza elettricità, danni alla rete idrica, i telefonini sconnessi per 24 ore costituiranno lo scenario minimo di un possibile attacco dell’Asse della resistenza - «asse del male» per il premier Benjamin Netanyahu - sulle città a nord di Israele, vicino al confine con Libano. «L’allerta è altissima e in caso di attacco risponderemo subito», sottolinea Hagari. Mentre l’esercito di Tel Aviv che ormai da sei giorni attende la rappresaglia, ipotizza che essere colpiti saranno prima gli obiettivi militari, ma non esclude anche danni ai centri abitati. E prepara un piano di evacuazione per tutelare i suoi cittadini.

 

L'attacco, imminente secondo anche la maggior parte degli esperti internazionali, questa volta arriverà senza preavviso, al contrario di quanto era accaduto ad aprile scorso quando Teheran aveva lanciato più di 300 tra missili e troni contro Tel Aviv, in risposta al bombardamento sull’ambasciata della Repubblica islamica a Damasco, in Siria, tutti bloccati dal sistema di difesa aereo Iron Dome.

 

Nel frattempo, la tensione sale anche in Libano: sono sempre più gli Stati, tra cui l’Italia, oltre a Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti, Canada, Turchia e Giappone che invitano i propri connazionali a lasciare il Paese che - da dopo lo scorso 28 luglio, quando il razzo caduto su Majdal Shams ha centrato un campo di calcio e ucciso 12 bambini -  subisce gli attacchi dei droni israeliani. E risponde con il lancio di razzi.

 

«Siamo pronti a contrastare l'Iran e i suoi lacchè su ogni fronte», fa sapere Netanyahu mentre le Idf continuano a bombardare Gaza. Nelle ultime ore, riporta Al Jazeera, sono state colpite altre due scuole nella Striscia, in cui gli sfollati avevano trovato rifugio. Almeno altri 30 i morti che si aggiungono ai più di 39500 che sono stati uccisi dallo scorso 8 ottobre, oltre 91 mila i feriti.