Dopo El Salvador, Trump pianifica la deportazione di migranti in Libia

Secondo il New York Times, i primi voli militari potrebbero partire già oggi, 7 maggio. L'ordine arriva dagli stessi Stati Uniti che sconsigliano di recarsi nel Paese nordafricano "a causa di criminalità, terrorismo, mine inesplose, disordini civili, rapimento e conflitti armati”

Non solo El Salvador. Secondo funzionari statunitensi, l’amministrazione Trump starebbe pianificando di deportare un gruppo di migranti in Libia e, come scrive il New York Times, l’aereo militare con a bordo gli espulsi potrebbe partire già oggi, 7 maggio. L’indiscrezione pubblicata dal quotidiano americano sarebbe un ulteriore tassello delle politiche migratorie messe in campo dal presidente Usa. Donald Trump su questo tema sta sfidando i giudici a colpi di ordini esecutivi sfruttando una legge del 1798, l’Alien Enemies Act, che dà all'inquilino della Casa Bianca poteri straordinari sulle espulsioni che, secondo questa norma, si potrebbero effettuare soltanto quando il Paese è in guerra o viene invaso. 

 

Per ora, tuttavia, solo El Salvador era stato destinatario dei deportation fligths, grazie a un accordo con il controverso presidente Nayib Bukele. Nella strategia di Washington sui rimpatri rientrerebbe anche la recente offerta di dare mille euro a ciascun migrante che decide in autonomia di lasciare gli Stati Uniti, con le spese di viaggio che sarebbero coperte dal dipartimento della Sicurezza nazionale.

 

Non si conosce, per ora, la nazionalità di chi dovrebbe essere portato in Libia. Quel che è certo, però, è che il Paese nordafricano è tra gli Stati meno sicuri al mondo, a maggior ragione per i migranti. È lo stesso dipartimento di Stato a sconsigliare di recarsi in Libia, "a causa di criminalità, terrorismo, mine inesplose, disordini civili, rapimento e conflitti armati”.

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