Da un bunker in Iran, la Guida suprema Ali Khamenei - o chi per lui - ha scritto un tweet che non lascia spazio a interpretazioni: “La battaglia ha inizio”. E poi: “Aiuto da Allah e conquista imminente. La Repubblica islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio”. In Medio Oriente, per ora, non c’è nessun segno di distensione. A maggior ragione dopo l’indiscrezione, non smentita dall’amministrazione americana, dell’intenzione di Donald Trump di entrare direttamente nel conflitto contro l’Iran.
Il Pentagono "in allerta"
Ieri - 17 giugno - il presidente Usa ha riunito i suoi più stretti collaboratori nella Situation room della Casa Bianca, per fare il punto della situazione e valutare la possibilità di impegnarsi al fianco di Israele. Poco prima, sul suo social Truth, anche il tycoon aveva scritto un post che lasciava poco spazio a interpretazioni: “Sappiamo con esattezza dove la cosiddetta Guida suprema si nasconde. È un bersaglio facile, ma lì è al sicuro, non lo elimineremo, almeno per ora”. E poi un messaggio, esplicito, alla Repubblica islamica: “Vogliamo la resa incondizionata”. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, però, Trump non avrebbe ancora deciso se attaccare o meno, ma comunque il Pentagono si è detto “in allerta” per “proteggere le proprie basi e i propri interessi” dal rischio di un’eventuale ritorsione iraniana contro le basi americane nella regione.. I contatti tra le parti vanno comunque avanti, e nella notte Trump ha poi avuto una conversazione telefonica con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
La Cina evacua i cittadini da Teheran
Che la situazione tra Iran e Israele non sembrerebbe distendersi è testimoniato anche dalla decisione dell’ambasciata cinese nella Repubblica islamica che ha organizzato la prima evacuazione di connazionali da Teheran. L’opzione scelta, come scrivono i media di Pechino, è quella "della via del trasporto via terra, per raggiungere il confine con il Turkmenistan”.
Non si fermano i raid
Intanto non si fermano i raid. Da parte iraniana, che ha anche usato missili ipersonici per colpire lo Stato ebraico; e da parte israeliana, che nella notte ha anche colpito un'università di Teheran e che questa mattina ha intimato agli abitanti del diciottesimo distretto di Teheran di evacuare le proprie case. Il rischio, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, è che Tel Aviv potrebbe esaurire entro dieci giorni le scorte di missili intercettori Arrow, anche se non è l’unica misura difensiva utilizzata contro i missili iraniani.
Katz: "I simboli del potere vengono bombardati"
Ma mentre l’esercito israeliano continua le proprie operazioni militari contro l’Iran, il ministro della Difesa Israel Katz torna a sfidare la Repubblica islamica: “Un tornado si abbatte su Teheran. I simboli del potere vengono bombardati e crollano - a partire dall'autorità radiotelevisiva e presto da altri obiettivi, mentre masse di residenti fuggono. È così che cadono le dittature", ha scritto questa mattina su X.