In un momento storico in cui la parola “dazi” è tornata a far preoccupare il mercato globale, il Canada sceglie di mettere un economista alla sua guida: si tratta di Mark Carney, ex governatore della Banca centrale canadese, designato come nuovo premier dalla Convention dei liberali di Ottawa.
Con l’85% dei voti, ieri - 9 marzo - Carney è stato eletto leader del Partito liberale canadese come successore dell’attuale premier Justin Trudeau, a capo dei liberal e del governo per tutto l’ultimo decennio. Il premier uscente si era dimesso lo scorso 6 gennaio, a causa dei problemi interni che hanno fatto crollare la sua popolarità nel Paese, come l’aumento dei prezzi e l’impennata dell’immigrazione. Il mandato del 59enne (che vanta nel suo curriculum l’essere stato, nel 2013, il primo straniero chiamato a guidare la Banca d’Inghilterra) potrebbe, però, avere vita breve: per le prossime elezioni federali, da svolgersi entro ottobre, ci si aspetta una dura concorrenza del partito conservatore, in testa nei sondaggi.
Le tensioni nordamericane
Uno dei temi più ricorrenti nell’agenda di lavoro di Carney saranno i rapporti sempre più tesi tra il Canada e gli Stati Uniti: il presidente Donald Trump ha, infatti, ripetutamente accusato il Canada di immigrazione illegale negli Stati Uniti, ha minacciato di trasformarlo nel 51esimo Stato Usa - motivo per il quale si è spesso rivolto a Trudeau con l’appellativo di “governatore” - e di imporre dazi elevati sulle importazioni del vicino del nord. Tutte misure che la Casa Bianca ritiene necessarie per arginare il flusso di fentanyl oltre i suoi confini.
Nel suo primo discorso da leader, Mark Carney non ha tardato a prendere una posizione di sfida contro le minacce del presidente degli Stati Uniti. “Chi è pronto a difendere il Canada? L’abbiamo reso il più grande Paese del mondo e ora un vicino vuole prendercelo? No way. Non succederà”, ha affermato durante la convention dei liberal. "Le nuove minacce richiedono nuove idee e un nuovo piano”. I compiti del premier designato saranno diversi, tra cui fondamentali spostare il baricentro politico verso il centro e gestire al meglio lo scontro con gli Usa, rispondendo alle misure economiche di Trump “dollaro per dollaro”, con dei dazi di ritorsione. “Stiamo affrontando la crisi più grave della nostra storia... tutto nella mia vita mi ha preparato per questo momento”, ha affermato.
Anche Trudeau ha parlato ai suoi sostenitori a Ottawa, accolto da una standing ovation per il suo discorso in difesa della libertà del Paese, minacciata dagli Usa. “I canadesi si trovano ad affrontare una sfida esistenziale ed economica da parte dei loro vicini”, ha detto Trudeau. “La libertà non è scontata, anche il Canada non lo è”.