Per la presidente della Commissione europea, i Paesi membri dell'Ue hanno cinque anni di tempo per "sviluppare una deterrenza militare credibile"

Il mondo attende l'esito della telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump, programmata nel pomeriggio di oggi, 18 marzo. Tuttavia, c'è chi non si fa illusioni sul raggiungimento di una pace stabile e diffusa. In questo elenco rientra Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea, in un discorso alla Royal Danish Military Academy, lancia un avvertimento: "Questa storica accademia è uno dei motivi per cui ho scelto la Danimarca per parlare di sicurezza. E per sostenere che se l'Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra". Ora, aggiunge von der Leyen, "la Russia è su un percorso irreversibile verso la creazione di un'economia di guerra. Ha ampliato enormemente la sua capacità di produzione dell'industria bellica. Il 40% del bilancio federale è destinato alla difesa. Il 9% del suo Pil. Questo investimento alimenta la sua guerra di aggressione in Ucraina, preparandola al contempo al futuro confronto con le democrazie europee. E proprio mentre queste minacce aumentano, vediamo il nostro partner più antico, gli Stati Uniti, spostare la propria attenzione verso l'Indo-Pacifico". In chiusura, la sentenza di von der Leyen: "L'era dei dividendi della pace è ormai lontana. L'architettura della sicurezza su cui facevamo affidamento non può più essere data per scontata. L'era delle sfere di influenza e della competizione per il potere è tornata".

Cinque anni di tempo

Per la presidente della Commissione europea, i Paesi membri dell'Ue hanno cinque anni di tempo per concludere un'operazione di riarmo coordinata e collettiva. "Entro il 2030, l'Europa deve avere una forte posizione sulla difesa. 'Prontezza 2030' significa aver riarmato e sviluppato le capacità per avere una deterrenza credibile". È uno dei pilastri del Libro Bianco della Difesa che, sottolinea von der Leyen, inquadra come necessari gli investimenti in trasporti militari, munizioni, droni, difesa aerea e missili. "La portata, i costi e la complessità dei progetti vanno ben oltre le capacità di ogni singolo Paese. Ecco perché dobbiamo sviluppare progetti su larga scala e intensificare gli appalti congiunti".

La difesa della Groenlandia

"La Danimarca è profondamente consapevole della propria sicurezza e delle minacce che la riguardano", afferma von der Leyen. Il riferimento è alle mire di Trump sull'isola più grande al mondo: "A tutti i cittadini della Groenlandia, e della Danimarca in generale, voglio dire chiaramente che l'Europa difenderà sempre la sovranità e l'integrità territoriale. In questo complesso contesto, apprezzo la decisione del primo ministro di aumentare la spesa per la difesa al 3% del Pil nei prossimi due anni. Questa è vera leadership".

La strategia del porcospino d'acciaio

Il sostegno a Kiev e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, da parte di von der Leyen, è inflessibile: "Dobbiamo rendere l'Ucraina abbastanza forte da essere indigesta per potenziali invasori. Questa è quella che chiamiamo la strategia del porcospino d'acciaio. Quindi dobbiamo investire nella forza dell'Ucraina. Nella deterrenza attraverso la negazione. Per contribuire a rendere questo obiettivo una realtà, istituiremo una task force congiunta con l'Ucraina per coordinare il sostegno militare dell'Ue e degli Stati membri all'Ucraina".

Il momento dell'onestà

"Potremmo desiderare che queste cose non fossero vere. O che non dovessimo dirle in modo così schietto. Ma ora è il momento di parlare onestamente, in modo che ogni europeo capisca cosa è in gioco. Perché il disagio di sentire queste parole impallidisce di fronte al dolore della guerra. Basta chiedere ai soldati e al popolo ucraino. Il punto è che dobbiamo vedere il mondo così com'è e dobbiamo agire immediatamente per affrontarlo. Perché nella seconda metà di questo decennio e oltre si formerà un nuovo ordine internazionale. Quindi l'Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale per il suo futuro. Continueremo a reagire a ogni sfida in modo incrementale e cauto? O siamo pronti a cogliere questa opportunità per costruire un'Europa più sicura? Un'Europa prospera, libera, pronta, disposta e capace di difendersi".

Perché "un messaggio così crudo"?

"So che il mio messaggio di oggi è stato crudo. Ho dipinto un quadro di un mondo pieno di pericoli. Ma siamo più forti di quanto pensiamo. E non siamo soli. L'Europa è più unita che mai. È più determinata che mai. E ha partner, amici e alleati con cui può lavorare e su cui può contare. Le sfide della sicurezza hanno spesso implicazioni globali. Ciò che accade altrove può accadere rapidamente anche qui. E viceversa. E la maggior parte delle minacce che affrontiamo sono transfrontaliere, sia che si tratti di una Russia determinata a riorganizzarsi, sia che si tratti di attacchi ibridi o informatici, sia che si tratti di minacce nello spazio o in mare. Ecco perché siamo pienamente impegnati a lavorare con la Nato e gli Stati Uniti. La nostra sicurezza è indivisibile. Ecco perché stiamo lavorando per aprire nuovi orizzonti sulla sicurezza con il Regno Unito e altri partner in Europa, nel nostro vicinato o all'interno del G7. Dal Canada alla Norvegia. E anche lontano, in India e in altre parti dell'Asia".

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