Gérard Depardieu è stato condannato dal tribunale di Parigi a 18 mesi di carcere con sospensione della pena, all’ineleggibilità per due anni e all’iscrizione nel registro degli autori di reati sessuali - come richiesto dall'accusa - per aver aggredito due donne durante le riprese del film Les Volets verts, nel 2021. Jérémie Assous, l'avvocato dell'attore assente in aula perché in Portogallo per girare un film diretto da Fanny Ardant, ha annunciato che presenterà ricorso. Depardieu si è sempre dichiarato innocente. "Oggi, dal momento in cui si è chiamati in causa in un caso di aggressione sessuale, si è automaticamente condannati", ha dichiarato Assous.
Le accuse
Il procedimento penale avrebbe dovuto svolgersi nell'ottobre del 2024 ma, per via di alcuni motivi di salute dell'imputato, era slittato alla fine del marzo di quest'anno. La sentenza è arrivata due mesi dopo un processo-spettacolo al centro dell'interesse dei media, complice il fatto che Depardieu è il più famoso attore a essere stato accusato in Francia dall’inizio del movimento #MeToo, con i suoi 250 film alle spalle. Al termine dei quattro giorni di processo, nella sua requisitoria il procuratore della Repubblica aveva dimostrato di non aver alcun dubbio riguardo alla colpevolezza dell'attore, chiedendo "una pena che tenga conto della totale assenza di mettersi in discussione" dell'imputato.
Durante la lettura della sentenza, il presidente del tribunale ha detto che le dichiarazioni di Amélie e Sarah, nomi di fantasia delle due donne vittime delle aggressioni sessuali, sono state supportate da diverse testimonianze dirette. La spiegazione di Depardieu di aver afferrato una delle due donne a un’anca per non scivolare non è stata ritenuta né "convincente né plausibile" dal giudice. L’attore è quindi stato dichiarato colpevole per le aggressioni nei confronti di Amélie e di due episodi su tre nei confronti di Sarah, assolto per il terzo.
Secondo la versione di Amélie, in una giornata di riprese nel 16esimo arrondissement di Parigi, nel settembre 2021, l'attore le avrebbe "afferrato i fianchi". "Mi ha bloccato, ha molta forza", aveva continuato Amélie, ricordando "il suo grande viso", "i suoi occhi rossi, molto eccitati" e le parole di Gérard Depardieu: "Vieni a toccare il mio grosso ombrello". "Io contesto i fatti!", si era difeso Depardieu, che aveva anche negato di aver aggredito Sarah, oggi trentaquattrenne. La donna aveva raccontato di aver accompagnato l'attore dal camerino al set. "Era notte e alla fine della strada mi ha messo la mano sul sedere, l'ha posata tranquillamente", aveva spiegato in tribunale, aggiungendo di essere stata aggredita altre due volte nei giorni successivi. "Forse l'ho accarezzata con la schiena nel corridoio, ma non l'ho toccata! - aveva affermato al banco degli imputati Depardieu - . Non ho fatto una violenza sessuale, aggressione, è più grave di questo, credo".
La difesa di Depardieu
L'attore ha quindi negato di aver commesso un’aggressione sessuale che, per definizione, sarebbe a suo dire "più grave" di quanto descritto dalle denuncianti. Lui appartiene "a un’altra epoca", ha aggiunto. Un’epoca - è la replica delle parti civili - in cui le donne "non parlavano" e "non denunciavano" quando venivano molestate da un uomo. L’accusa ha anche parlato di un processo in cui è andata in scena "un’apologia del sessismo": durante le udienze l’avvocato di Depardieu, Jérémie Assous, ha attaccato ripetutamente le due denuncianti definendole "bugiarde", "isteriche" e chiamando le avvocate delle due donne "care amiche", "signorine", suggerendo loro di "andare a piangere da un’altra parte".
"Vittimizzazione secondaria"
Un "esempio perfetto" di vittimizzazione secondaria all’interno di un tribunale, secondo le legali, che avviene quando una donna che ha subito violenza ne subisce un’altra da parte dei soggetti che non sono gli autori della violenza primaria (in questo, l'avvocato dell'imputato). Nella sua sentenza, il presidente del tribunale ha condannato l’atteggiamento del legale di Depardieu, affermando che "i diritti della difesa non possono giustificare dichiarazioni eccessive e umilianti che ledono la dignità delle persone". Le avvocate delle due denuncianti hanno parlato di "una vittoria per le donne" e di una "lezione per tutti gli avvocati". Secondo TF1 info, Depardieu dovrà pagare 4.000 euro di danno morale ad Amélie e 2.000 euro a Sarah. Dovrà inoltre versare 1.000 euro a ciascuna per danno da vittimizzazione secondaria.
Il caso Gisèle Pelicot
Il tema della violenza sessuale sulle donne è particolarmente sentito oltralpe. Negli ultimi mesi, la Francia è stata scossa dal caso di Gisèle Pelicot, 72enne violentata da 51 uomini mentre era incosciente, perché drogata dal marito, Dominique Pelicot, che organizzava i cosiddetti "stupri di Mazan" (nome con cui è diventato celebre il caso) a danno della moglie. Il caso ha portato gli esperti di diritto a sottolineare la necessità di rivedere il Codice penale francese per porre il consenso al centro di ciò che costituisce un crimine sessuale.