La Giornata dell'Europa, a 75 anni dalla dichiarazione Schuman. Metsola: "L'Unione rimane il più grande progetto politico della storia"

Il presidente Mattarella invita la comunità dei 27 Stati membri a non arretrare di fronte alle difficoltà del nostro presente: "Solo attraverso sforzi creativi e proporzionati ai pericoli che incombono potremo preservare l'ideale di un'Ue forte, giusta e pacifica"

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Quest'invito all’unità europea, che risuona più attuale che mai, è uno dei messaggi più importanti contenuti nella dichiarazione Schuman, di cui oggi, 9 maggio, ricade il 75esimo anniversario. La storica proposta di creazione di una comunità di Stati per la produzione comune di carbone e acciaio, presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman, segna, per questo, la Giornata dell’Europa sul calendario delle circa 450 milioni di persone che vivono nei 27 Stati membri. 

 

 

Le basi su cui poggia la nascita dell'Unione non sono troppo diverse da quelle che, dopo più di sette decenni, fanno da sfondo alla situazione di oggi: nazionalismi, guerre, alleanze a rischio. Ma con ben altre declinazioni e sfide da affrontare. Tutti temi a cui, non a caso, ha fatto riferimento il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio in occasione dei 75 anni dalla dichiarazione di Schuman e nel 70esimo anniversario della dichiarazione di Messina. "Celebriamo la Festa dell'Europa e con essa gli enormi progressi di quel cammino comune che ha portato pace, stabilità e prosperità nel continente", si legge. "Di fronte all'incalzare degli sviluppi internazionali e alle minacce strategiche e geopolitiche cui è sempre più esposta la Comunità internazionale, si impone oggi, con rinnovato vigore e determinazione, la necessità di non arretrare rispetto alle difficoltà. Solo attraverso sforzi creativi e proporzionati ai pericoli che incombono, potremo preservare l'ideale di un'Europa forte, giusta e pacifica, baluardo di speranza per le generazioni future". Una sfida, ha continuato Mattarella, di proporzioni incommensurabili: "Per originalità rispetto alle forme usuali di cooperazione tra Stati nazionali; per l'ingente capitale di fiducia reciproca richiesto a chi sceglie di parteciparvi; per la portata delle innovazioni istituzionali necessarie alla sua realizzazione; e per la determinazione richiesta alle classi dirigenti nel superare gli inevitabili ostacoli che derivano da tanta complessità".

 

 

E poi, il richiamo alla necessità di tenere insieme quell'Unione europea che, come aveva previsto Schuman, si è fatta non tutta in una volta, ma seguendo un percorso lungo e non lineare, che anche per questo non può permettersi di crollare di fronte alle difficoltà del nostro presente: "Se non sapremo affrontare con coraggio, risolutezza e lungimiranza le sfide che minacciano il nostro futuro, rischieremo di smarrire quel patrimonio inestimabile di diritti e valori che costituiscono la pietra angolare del nostro progetto di integrazione". A seguire, un riferimento ai valori fondanti dell'Unione europea: "Prosperità condivisa, eguaglianza sostanziale, libertà inviolabile, pace duratura e democrazia solida, nel rispetto dell'ambiente che ci accoglie, non sono soltanto ideali da custodire, ma impegni concreti da rinnovare con determinazione". "È nella nostra capacità di affrontare il cambiamento, con unità e responsabilità, che risiede il destino dell'Italia e dell'Europa e il benessere delle generazioni che verranno", ha chiosato il Capo di Stato. 



Tematiche condivise anche dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: "La giornata dell'Europa deve riguardare il futuro. Deve servire a mettere in atto i nostri valori condivisi di pace, prosperità, libertà e solidarietà. A rendere più semplice la vita alle nostre famiglie e alle nostre aziende. Ad affrontare le problematiche generazionali e raggiungere il nostro pieno potenziale. A difendere l'Europa". "La nostra Europa è un'idea, non è perfetta. L'occasione di oggi è di riflettere non solo su ciò che stiamo facendo bene, ma anche su dove forse abbiamo esagerato, o agito troppo in fretta. Dove forse abbiamo lasciato indietro le persone e dove possiamo migliorare", ha sottolineato quindi Metsola in un breve video, evidenziando, comunque, come "l'Europa rimane il più grande progetto politico della storia" ed esortando a "continuare a lavorare insieme per plasmare un'Unione che sia efficace, difenda" le persone "e osi sognare in grande".



Anche Ursula von der Leyen ha insistito sulla forza dell'Unione unita: "La dichiarazione di Schuman ha segnato l'inizio di una lunga era di pace e prosperità. Oggi, sebbene ci troviamo in tempi di globale incertezza, l'Europa resta un'ancora di stabilità", ha affermato in un video su X la presidente della Commissione europea. "Siamo un'unica democrazia fatta di 27 Paesi e 450 milioni di abitanti, abbiamo una solida e dinamica economia, ma anche aria pulita, scuole libere e libertà di parola". Aggiungendo: "Siamo così attrattivi che dodici Paesi sono nella lista di attesa per unirsi all'Ue. A 75 anni dalla dichiarazione di Schuman l'Europa è più che una Unione, è la nostra casa", ha sottolineato.

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