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14 luglio, 2025Il cambio di passo dovrebbe essere annunciato oggi in un incontro a Washington con il segretario della Nato, Mark Rutte. I Patriot da inviare all'Ucraina saranno pagati dall'Unione europea. E Putin sarebbe pronto a scatenare una nuova offensiva entro 60 giorni
Oggi - 14 luglio - Donald Trump farà un “importante discorso” sull’Ucraina. E tra gli annunci, come scrive Axios, potrebbe esserci anche la ripresa dell’invio di armi offensive a Kiev. La nuova iniziativa, che segnerebbe un cambio di passo rispetto alla linea seguita finora dall’amministrazione statunitense, verrà presentata in un incontro a Washington tra Trump e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Il piano, per il quotidiano statunitense “probabilmente includerà missili a lungo raggio in grado di raggiungere obiettivi in profondità nel territorio russo, inclusa Mosca”.
Se bisognerà aspettare ancora un po’ per capire che tipo di armamenti verranno inviati all’Ucraina, quel che è certo, come spiegato dallo stesso Trump ieri in conferenza stampa, è che gli Stati Uniti manderanno i missili Patriot per la difesa anti-aerea: “Invieremo loro i Patriot, di cui hanno disperatamente bisogno. Non ho ancora concordato il numero, ma (gli ucraini, ndr) ne avranno un po' perché hanno bisogno di protezione, e l'Unione europea pagherà, noi non pagheremo nulla, ma li invieremo”, ha spiegato il tycoon, confermando così quanto emerso già negli scorsi giorni. Cioè che le forniture di fabbricazione statunitense che verranno inviate a Kiev d’ora in poi saranno preliminarmente acquistate dagli Alleati della Nato.
Sempre secondo Axios, uno degli elementi che avrebbero convinto Trump a riprendere la forniture di armi offensive sarebbe stata la chiamata con Vladimir Putin di inizio mese, in cui il leader del Cremlino avrebbe informato il suo omologo statunitense di star pianificando una nuova offensiva militare nell’Ucraina orientale nei successivi 60 giorni, con l’obiettivo di raggiungere i confini amministrativi delle cinque regioni in cui Mosca ha una presenza significativa e che rivendica come parte integrante del territorio russo. All’indomani di quella telefonata, Trump avrebbe sentito il presidente francese Emmanuel Macron, dicendogli che il leader russo “vuole prendersi tutto”.
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