Un radicato maschilismo ha indotto a pensare che l'epiteto rivolto da Battiato ai parlamentari fosse rivolto solo a quelli di sesso femminile. E agli utenti di Twitter dico: siate più concisi
di Umberto Eco
4 aprile 2013
Un amico ha criticato la mia Bustina precedente dicendo che parlare dei Gin Martini di 007 mentre l'Italia va in rovina è un poco comportarsi come l'orchestra del Titanic, che ha continuato a suonare mentre il transatlantico affondava. È vero, ma ritengo che (se così è davvero andata) gli orchestrali del Titanic siano stati gli unici professionisti seri in quella sfortunata faccenda, dato che, mentre tutti davano spettacolo di scompiglio, timor panico, dissennatezza e persino egoismo, essi seguivano l'esortazione di Nelson prima di Trafalgar: «L'Inghilterra si aspetta che ogni uomo compia il proprio dovere». Comunque, per non dare l'idea che mi rifugi nella torre d'avorio di un'erudita e desolata indignazione, ecco due pensieri squisitamente politici e impegnati
Sulla neo-lingua. Pare che gli ultimissimi termini del lessico politico siano troia, puttanieri e vaffanculo, e mi scuso se il mio dovere di cronista mi obbliga a usare espressioni molto diverse da quelle di un tempo, come convergenze parallele, reazione in agguato, classe operaia.
Mi stupisce tuttavia l'eccesso di maschilismo per cui, avendo Battiato usato (certo improvvidamente) il termine "troia" per alcuni parlamentari, tutti si siano offesi per quell'attacco volgare alle deputate o senatrici di sesso femminile. Perché udendo la parola "troia" si è pensato subito a una donna? Il termine viene ormai normalmente usato anche per esseri di sesso maschile e qualcuno può designare in tal modo chi vende i propri voti, cambia casacca dall'oggi al domani o afferma alla camera dei deputati che Ruby era davvero la nipote di Mubarak. E credo che neppure Zichichi, se in un momento d'ira per un esperimento mal riuscito dicesse «quelle troie dei raggi cosmici oggi mi fanno impazzire», vorrebbe necessariamente alludere al fatto che quelle simpatiche entità abbiano il sesso di Eva. Ma ahimè, siamo tutti maschilisti, e pensiamo che, salvo la mamma, tutte le troie siano donne e pertanto tutte le donne siano troie.
Un pensiero su Twitter. In un'era in cui Twitter impazza, lo usa anche il Papa e un cinguettio universale dovrebbe sostituire la democrazia rappresentativa, continuano a confrontarsi talora due tesi contrastanti. La prima è che Twitter induce le persone a esprimersi in modo sentenzioso ma superficiale, perché come è noto per scrivere la "Critica della ragion pura" ci vogliono più di 140 caratteri. La seconda è che Twitter educa invece alla brevità e alla stringatezza.
Mi si permetta di ammorbidire entrambe le posizioni. Anche degli Sms si è detto che portano i nostri ragazzi a capire e usare solo un linguaggio telegrafico (tipo "C'o voglia di te x sempre"), dimenticando che il primo telegramma è stato spedito da Samuel Morse nel 1844 e tuttavia dopo anni e anni di "mamma malata vieni subito" o "affettuosi rallegramenti Caterina" molta gente ha continuato a scrivere come Proust. L'umanità ha imparato a mandare messaggi di poche parole ma pare che Marco Boato nel 1981 abbia fatto alla Camera un discorso della durata di 18 ore.
Quanto al fatto che Twitter educhi all'essenzialità, mi pare un'esagerazione. Con 140 caratteri si rischia già di sbrodolare. Certo questa notizia, "In principio Dio creò e cielo e terra. La terra era informe e vuota, le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio alitava sulle acque", è degna del premio Pulitzer perché in 141 spazi (ma 126 caratteri) dice esattamente quello che il lettore vorrebbe sapere. Però si possono dire in modo molto più breve cose di grande argutezza (Perdere un genitore può essere un incidente, perderli entrambi è pura sbadataggine; È del poeta il fin la maraviglia - chi non sa far stupir vada alla striglia), di grandissima profondità (Beati i poveri di spirito perché di essi sarà il regno dei cieli, Sia il tuo parlare sì no sì no il di più viene dal maligno, L'uomo è un animale razionale mortale, Il potere non si prende ma si raccatta, Essere o non essere questo è il problema, Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere, Tutto ciò che è reale è razionale, Gallia est omnis divisa in partes tres) o frasi e concetti che hanno segnato la storia dell'umanità, come Obbedisco, Veni vidi vici, Tiremm innanz, Non possumus, Combatteremo all'ombra, Qui si fa l'Italia o si muore.
Per parafrasare il Foscolo, utenti di Twitter, vi esorto alla concisione.