Il governo ha ignorato l’anniversario dell’asssassinio ?di Jerry Masslo. Simbolo di tutti gli extracomunitari uccisi dai clan. È ora di concedere la cittadinanza a chi nasce in Italia. Per dare nuova vita alla nostra democrazia
29 agosto 2014
Venticinque anni fa veniva ucciso a Villa Literno Jerry Masslo, un uomo sudafricano scappato dall’apartheid. L’anniversario è stato sostanzialmente ignorato dalle istituzioni. Eppure quell’omicidio ha cambiato il Paese, ha come d’improvviso acceso un’attenzione che sino ad allora era stata inesistente nonostante ci fossero già più di un milione di immigrati in italia. Sarebbe stato necessario e giusto ricordare Masslo - uomo che sperava di trovare una nuova vita in Italia e che viveva riempiendo cassette di pomodori - potendo celebrare finalmente lo ius soli. Il diritto dei nati in Italia ad essere italiani.
È dai nuovi diritti che è possibile costruire una nuova Italia, questo il governo lo sa? Si può temporeggiare ascoltando la peggiore conservazione che dichiara “abbiamo ben altri problemi da risolvere prima?”. Falso. I diritti immettono nel circuito democratico energie nuove e possibilità oggi sconosciute. Il popolo italiano è stato vessato da insulti, luoghi comuni, pregiudizi e così ora è facilmente disposto ad accogliere logiche razziste. Nel maggio del 2013 scrissi in questo stesso spazio un appello per lo ius soli, eda allora poco è cambiato. Ancora silenzio. Oggi si continua a essere italiano se hai almeno un genitore italiano. Se nasci da genitori stranieri, solo quando compi 18 anni puoi chiedere la cittadinanza. Ma se la tua famiglia per un periodo non è stata residente in Italia, perdi il diritto a chiederla. Quando la chiedi, i tempi per ottenerla sono lunghissimi. L’Italia sta rinunciando a più di un milione di giovani nati in Italia, che parlano italiano, che studiano nelle scuole e università italiane che si curano negli ospedali italiani che lavorano in Italia ma che non hanno la cittadinanza. Vivono con il permesso di soggiorno e se non studiano e non lavorano diventano clandestini.
Sono talenti per il Paese, se perdiamo questi cittadini, perdiamo un valore aggiunto morale ed economico.
Per ricordare Jerry Masslo ho messo mano ai dati di quegli anni. I morti furono molti, solo nella mia zona. Nel dicembre dell’86, la camorra uccide a Castelvolturno Thomas Quaye e Gorge Anang, i loro corpi vengono mostrati nel centro del paese a mo’ di esempio. Nell’agosto dell’87, a Villa Literno, Fouad Khaimarouni, muratore marocchino, viene lanciato nel vuoto dalla finestra di una palazzina in costruzione dove aveva trovato riparo. Il 30 settembre 1988 il tanzaniano Juma Iddi Bayar viene ucciso a Mondragone: viveva in una proprietà di uomini vicini ai clan. Il 6 aprile 1989 Ben Alì Hassen, tunisino, ventisei anni, viene ammazzato a Casal di Principe: è accusato dai clan di organizzare il reclutamento di immigrati. Il 3 giugno dell’89 a Cancello Arnone ammazzano il trentunenne Abderrhmann Meftah e il 18 il marocchino Baid Bouchaid a Casapesenna, accusato dal pensionato che gli spara di essere andato a vivere troppo vicino alla sua villa. E potrei continuare l’elenco.
La presenza migrante in Italia è stata pagata spesso con il sangue e con un lavoro disumano e continuo. Il diritto allo ius soli è stato conquistato da queste persone, dal lavoro e dalla resistenza. Questo governo deve concepire la priorità dei nuovi diritti, come unica strada per costruire un nuovo Paese. Non esiste altra scelta. Le celebrazioni, le dichiarazioni antirazziste, gli infiniti dibattiti inizieranno ad esser considerati credibili e autorevoli solo quando il primo passo dello ius soli si realizzerà. Primo passo per iniziare ad immaginarsi una democrazia salvata dagli immigrati. Nuove energie, nuove forze, nuove culture, nuove sinergie. Come recita una vecchia scritta apparsa su un muro: “Immigrati vi prego, non lasciateci soli con gli italiani”.