Stili di vita nella ?Terra dei Fuochi

Il ministro Lorenzin attribuisce l’alto numero di tumori in Campania alle abitudini sbagliate dei cittadini. E non all’inquinamento criminale del territorio. Però proibisce anche la coltivazione sul 40% dei terreni monitorati. Perché?

Stiamo considerando l’attuale governo il meno peggio degli ultimi anni e ci stiamo abituando a fare delle sue priorità le nostre priorità. E invece siamo noi a dover dettare l’agenda politica.

Dalla superficialità del ministro Lorenzin, che attribuisce la causa della maggiore incidenza di tumori in Campania agli stili di vita, passando per quel grafico a torta in cui era evidenziato il 2% di territorio inquinato supponendo che il 98% fosse invece sano e che l’inquinamento fosse frutto di una psicosi collettiva, si arriva alla denuncia del Movimento 5 Stelle in Parlamento nell’ambito della discussione del decreto “Milleproroghe” a proposito dello spostamento di 9,7 milioni di euro dei 10 previsti per il pattugliamento della Terra dei Fuochi alla sorveglianza dell’Expo di Milano.

La politica fa costantemente questo: tradisce la fiducia, mostra come sia impossibile abbassare la guardia. E a un anno dall’approvazione della legge sulla Terra dei Fuochi (6 febbraio 2014) nulla o quasi è stato fatto per dare sicurezza e garanzie ai cittadini e ai produttori delle aree che a torto o a ragione riteniamo contaminate.

Tempo fa commentai una lettera drammatica scritta da un medico di base di Frattamaggiore. Oggi, il dottor Luigi Costanzo, medico di famiglia, ancora una volta fa, insieme ai suoi colleghi, una proposta di enorme buon senso al Ministero della Salute a costo zero sulla base di dati già in suo possesso. «Da tempo segnaliamo evidenze nei nostri studi di medicina generale di un aumento anomalo di patologie tumorali, di malformazioni, di allergie, di aborti, di infertilità. In attesa di dati ufficiali e completi per il registro tumori che ha i suoi costi e i suoi tempi, noi, medici di famiglia, siamo in grado di avere subito e a costo zero la fotografia del territorio, estraendo dal nostro database tutte le notizie possibili che possono riguardare le patologie». Queste informazioni potrebbero servire a tutelare la salute di chi vive in aree a rischio soprattutto in termini di prevenzione, quella stessa prevenzione che il ministro Lorenzin, con una punta di superficialità, definisce “stili di vita”. E mentre rifletto proprio sugli “stili di vita”, apprendo che ben tre ministri, quello delle Politiche agricole Maurizio Martina, quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti e quello della Salute Beatrice Lorenzin hanno firmato un decreto che vieta qualunque tipo di coltivazione in 15 ettari di terreno agricolo nella Terra dei Fuochi a seguito di indagini svolte nei primi 57 comuni della Campania oggetto di analisi.

Del resto cosa sono 15 ettari, si dirà. 150mila metri quadrati di terreno di cui l’agricoltura italiana potrà pur fare a meno. Ma quello che mi interessa sapere più di tutto non è la quantità di terreno che non si può coltivare, quanto che percentuale costituiscono quei 15 ettari dell’area complessiva su cui sono state fatte analisi. E questo dato non mi rassicura perché su un totale di quasi 43 ettari di superficie agricola classificata, 15,53 ettari quindi il 36,1% dei terreni monitorati risultano idonei alle produzioni agroalimentari (classe A), 11,6 ettari, pari al 27% sono terreni con limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni (classe B) e 15,78 ettari, pari quasi al 40%, sono terreni con divieto di produzioni agroalimentari (classe D). Quindi il 40%, quasi la metà dei terreni analizzati, non possono essere utilizzati per produzioni agroalimentari. Quasi la metà e finora sono state fatte analisi su 57 degli 88 comuni considerati a rischio.

Se questo significa “stili di vita”, cari Ministri, allora sì, è lo stile di vita di una politica che continua a non saper fare il proprio lavoro, che continua a comunicare male, che continua a dare responsabilità a chi è vittima e aspetta risposte. E per l’ennesima volta, noi che raccontiamo verremo accusati di diffamare, di mettere in ginocchio l’economia del Paese. Noi verremo accusati, mentre in Campania si continueranno a sversare illegalmente rifiuti di ogni tipo (10 milioni di tonnellate negli ultimi 20 anni) e si continueranno ad appiccare roghi.
L’Expo non risolverà questi problemi, non sarà traino di nessuna trasformazione… sarebbe bello piuttosto se avesse un focus su come l’Italia ha rovinato e continua a rovinare la sua ricchezza.

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