Il piccolo schermo è da sempre un luogo carico di finzione. Eppure per comunicare ha un gran bisogno di onestà e coerenza
Trattasi di paradosso, assurdità, meccanismo tecnico-psichiatrico difficile da penetrare. Una magia, persino. La televisione è da sempre albergo in cui alloggia abbondante quantità di falso, e al tempo stesso però tende a premiare chi è in grado di esprimere verità. La sua verità. Quell’intreccio di pensieri, sentimenti e parole che generano affezione o fastidio ma comunque sfondano il teleschermo ed entrano a mille all’ora nell’esistenza del pubblico.
Era palese giorni fa nello studio di Verissimo, dove per conto di Canale 5 Silvia Toffanin provava ancora una volta ad affermarsi come brava conduttrice. Accanto a lei a un certo punto si è seduto Gianni Morandi: non per compiere prodezze stranianti ma semplicemente per lanciare la fiction L’Isola di Pietro e ripercorrere la propria storia partendo dal rapporto con il padre (prudente sugli esiti della carriera del ragazzo) passando per l’allegria indotta dai primi successi canori e planando attraverso un’alternanza di popolarità e fatica fino alla stagione matura.
Fantastico. Non tanto per il contenuto dei racconti offerti. Non proprio per l’originalità di stile e parole. Ad essere seducente era l’intensità con cui le riflessioni morandiche odoravano di onestà. Uno spettacolo dentro lo spettacolo. E anche un esempio della forza con cui s’impone in tv ciò che sa di vero. Qualcosa che non appartiene esclusivamente alla categoria della buona fede, ma tracima nel mondo del business e del valore commerciale che esprime convincendo i titolari di telecomando.
Il che non è sinonimo in automatico di etica o qualità. Quelli sono altri rami dell’albero catodico. Però resta il fatto che la verità presente in alcuni personaggi - giovani o anziani che siano, entusiasmanti o deplorevoli che si rivelino - li rende unici, efficaci e in quanto tali preziosi per le aziende dove lavorano. Penso all’impatto che un divulgatore come Alberto Angela, in linea con il nobile padre Piero, ha quan do racconta la storia e cultura di ieri e oggi, illuminando il pubblico di un piacere che lui stesso prova. Basti pensare alla sincerissima fame di giornalismo che ha reso Enrico Mentana un fuoriclasse amato al di là de La7 e delle sue opinioni. Ci si soffermi, pure, sull’ultima arrivata a Sky Claudia Lagona, alias Levante, e all’impatto emozionale che ha garantito a X Factor. Non a caso: nel suo curriculum musicale c’è fatica vera, caparbietà vera, vero tentativo di tutelarsi dalla mediocrità. Come pure un uomo di tutt’altre aspirazioni come Domenico Iannacone, residente a Raitre, intreccia l’essenza della propria personalità con quella delle realtà che mostra. Rischiando di cadere negli eccessi del pathos, ma risultando in fondo vincente per la coerenza tra ciò che è e ciò che fa. Che piacere, e che speranza di bilanciare con il peso del vero la cial troneria sparsa nei palinsesti.