A 75 anni dall’entrata in vigore, la nostra Carta fondamentale rappresenta il polmone che dà respiro a garanzie e libertà del cittadino. Facendone nascere di nuove. Una stella polare per l’agenda politica italiana e internazionale

La Costituzione Italiana è entrata in vigore 75 anni fa. Ho preso tra le mie mani il testo e ho letto un po’ di articoli alla rinfusa, saltando tra le pagine come se fosse in un gioco dell’oca dei diritti. Alla mia mente è venuta subito prepotentemente la viva forza delle norme, la pregnanza dei precetti e, soprattutto, la loro costante attualità.

 

È un polmone che respira la nostra Carta fondamentale, come se fosse una foresta di alberi che rilascia ossigeno per dar forza ai diritti fondamentali e per dar vita a nuovi diritti.

 

Nonostante il notevole tempo che è passato dalla sua entrata in vigore, ancora oggi si può dire che la Costituzione è la nostra bussola e si può riaffermare con ogni nostro gesto quotidiano che il rispetto della Costituzione stessa è un dovere primario. Ed è lampante che la nostra Carta è caratterizzata da una modernità disarmante quasi a testimoniare che chi volle scriverla ebbe una premonizione del Futuro così evidente, tale da ricomprenderlo forse per il resto del Tempo.

 

Ma in ogni dove è sempre emergente l’esigenza di riaffermare i suo doveri fondamentali come un monito, che risuona come un bisogno, come una necessità. Leggo gli articoli della Costituzione e mi piace sottolineare il profondo senso educativo di alcune fondamentali parole e mi vengono in mente le tantissime volte che ne ho discusso con centinaia di studenti.

 

Responsabilità e senso civico riferito a uno spettro di doveri, tra i quali il dovere di pagare le imposte collegato al bene comune, potendosi sottolineare anche che è necessario insistere sulla strada alla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione che sono strettamente collegate.

 

Speranza, Futuro e Bellezza: sono queste parole che con assoluta certezza costituiscono l’architrave della nostra Costituzione. Modernità, Ambiente, Energia e Giovani, poi, esemplificano il senso della recentissima riforma costituzionale che ha introdotto un nuovo valore fondamentale, cioè la tutela dell’interesse delle future generazioni.

 

Ne devono essere consapevoli tutti i cittadini italiani ma anche i politici, questi ultimi chiamati a trarre da ogni parola quella necessità di una serie di azioni da segnare nell’agenda politica italiana e internazionale e non più rinviabili. La pace, l’utilizzo delle risorse non per gli armamenti ma per la ricerca scientifica, la medicina, la cultura, la scuola e l’università, per una sfida globale rivolta anche al Mediterraneo come una culla di integrazione tra popoli, oltre ogni steccato ideologico.

 

Leggendo la Costituzione ognuno di noi è chiamato ad attraversare la foresta dei diritti e in essa a respirare forte, a pieni polmoni cioè, senza aver paura di affrontare la sfida del richiamo alla responsabilità che ogni cittadino è chiamato a cogliere. La Politica, anche attraverso le azioni del nuovo governo, deve pensare a contribuire alla modernizzazione del nostro Paese, concretizzando in fatti le sopra dette parole.

 

È una sfida difficile, come lo sono quelle dei giovani dell’Iran e del loro coraggio, delle donne afgane che lottano per la loro libertà e dei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra.

 

È a tutto tondo la nostra Carta, tutto contiene. E ci chiama a condividere il ricordo del Passato, per vivere il Presente e per disegnare, respirando l’ossigeno puro della foresta costituzionale, il nostro Futuro.