Pane al pane
L’elettorato Usa potrà tornare a votare i dem
Ci sono dei fattori contingenti che hanno spostato voti da Harris a Trump. Basterà eliminarli
Perché ha vinto Donald Trump? O, più precisamente, perché ha preso più voti di Kamala Harris? Sì, perché Trump non solo ha vinto più «voti elettorali» (quelli che contano nel sistema americano), ma ha pure ricevuto la maggioranza del voto popolare a livello nazionale. Era dal 2004 che i repubblicani non ottenevano la maggioranza. Come mai è successo? Segna un duraturo spostamento dell’opinione pubblica americana? Forse, ma ci sono anche fattori contingenti che possono spiegare la débâcle democratica. Partiamo, però, da quelli di più lungo termine, che hanno pesato e continuerebbero a pesare a favore dei repubblicani anche in futuro. Il primo è l’immigrazione illegale, percepita ormai come un problema serio da buona parte della popolazione: criminalità e salari bassi, per la concorrenza creata dal flusso d’immigrati dall’America Latina, sono stati un tema dominante della campagna trumpiana, convincente anche per quei latinos ormai cittadini americani il cui voto si è spostato verso Trump. Il secondo fattore riguarda l’influsso non di persone, ma di merci dall’estero. Altri lavori americani persi. Il terzo fattore è l’avversione ai temi «identitari» o dei diritti, come diremmo in Italia: l’agenda woke. Questi tre temi erano presenti anche in passato, ma potrebbero ora pesare in modo crescente: insomma, si sarebbe passata la soglia critica di sopportazione, spostando una quota rilevante dei voti verso Trump.
Non voglio sottovalutare questi fattori, ma la storia che in quattro anni si sarebbe irrimediabilmente passata la soglia, per cui l’era repubblicana sarebbe solo all’inizio, non è del tutto convincente. Due fattori contingenti potrebbero invece avere pesato in modo decisivo. Il primo è l’inflazione, uno dei temi più gettonati da Trump. I prezzi non aumentano più come nel 2021-2022 (siamo tornati a ritmi normali), ma restano alti. E quell’aumento viene, in parte a ragione, attributo a errori commessi dall’amministrazione Biden. Uno dei principali economisti americani ed ex segretario al Tesoro, Lawrence Summers, aveva previsto a inizio 2021 che l’inflazione sarebbe tornata a causa dell’ulteriore pacchetto di stimolo voluto da Joe Biden, il che è puntualmente avvenuto. Il secondo fattore contingente riguarda il modo disastroso con cui è stata condotta la campagna elettorale. Se Biden avesse annunciato il suo ritiro un anno prima delle elezioni e se i democratici avessero avuto modo di scegliere con le primarie il candidato migliore, forse le cose sarebbero andare diversamente. La stessa Harris sarebbe stata vista come candidata più legittima, se avesse vinto le primarie: così è stata vista come paracadutata dall’establishment democratico.
Quanto possono avere pesato tali fattori contingenti? La conta dei voti non è ancora finita, ma al momento Trump sembra avere raccolto meno del 51% dei voti, contro il 48% di Harris, e il margine potrebbe essere ridotto (il voto in California non è ancora terminato). Basterebbe spostare due persone su cento da un campo all’altro per avere un’inversione del risultato in termini di voto popolare. Mi pare plausibile che i fattori contingenti siano più che sufficienti per avere spinto due persone su cento a votare Trump. Forse l’opinione pubblica americana tornerà allora prevalentemente democratica alle prossime Presidenziali o forse già alle elezioni del Congresso di metà mandato.