Facciamo eco
Le risorse di quest'anno sono agli sgoccioli, ma se consumiamo meno possiamo ancora allontanare l’overshoot day
Il primo agosto abbiamo finito di dilapidare quello che la Terra ci mette a disposizione per dodici mesi. Ma possiamo invertire la rotta. Un esempio? Dimezzando il consumo di carbone recuperiamo 93 giorni
The power of possibilities. L’overshoot day è il giorno dell’anno in cui finiamo prima del tempo le risorse ecologiche messe a disposizione dalla Terra per provvedere ai nostri bisogni e riassorbire o neutralizzare i rifiuti e le sostanze inquinanti che produciamo. Quest’anno è stato il primo agosto appena trascorso.
Nonostante la Terra garantisca gratuitamente ogni anno 12,2 miliardi di ettari di biocapacità, continuiamo a non rispettare le capacità di rigenerazione e autorganizzazione del nostro Pianeta. Molto più che sufficienti per vivere bene tutti e tutte. E in pace. Ma non in un Pianeta dominato da un’economia estrattiva, energivora, escludente che ha come obiettivo la crescita economica infinita in un Pianeta con risorse finite.
Per sostenere le necessità del modello economico e culturale dominante servono beni e servizi per 20,8 miliardi di ettari di area biologicamente produttiva. Una domanda eccessiva rispetto a quanto il Pianeta è capace di offrire. Il deficit ecologico che ne consegue genera impatti sociali, economici e ambientali devastanti. E ogni anno è sempre peggio. L’umanità complessivamente utilizza oggi 1,7 volte di più di quanto dovrebbe. Il debito ecologico accumulato dall’overshoot day sino alla fine dell’anno si tradurrà, come sempre, in maggiori disuguaglianze, conflitti e migrazioni ambientali.
Se guardiamo poi alle differenze nell’utilizzo e nell’accesso alle risorse tra Paesi, emerge un quadro profondamente ingiusto. Il Qatar finisce le risorse a sua disposizione già l’11 febbraio, gli Stati Uniti il 14 marzo. Germania, Francia, Israele e Italia rispettivamente il 2, 7, 12 e 19 maggio, mentre la Cina il primo giugno. Alcuni Paesi prendono molto di più rispetto a quello che dovrebbero, non fanno nulla per cambiare, anzi vorrebbero consumare ancora di più, alimentando ingiustizie sociali e ambientali, conflitti e instabilità.
Ma anche all’interno degli stessi Paesi ci sono differenze enormi nell’accesso alle risorse. Il sovrautilizzo delle biocapacità del Pianeta dipende da diversi fattori. Tra questi l’iniqua distribuzione dovuta ai consumi insostenibili dei superricchi. Basti pensare che l’1% più ricco della popolazione mondiale emette la stessa CO2 di 5 miliardi di persone.
Numeri imbarazzanti che confermano la crisi etica della governance internazionale nell’affrontare le minacce e le urgenze poste dalla crisi ecologica. Allo stesso modo, l’overshoot day che ogni anno arriva sempre prima denuncia l’incapacità e la malafede di una classe dirigente politica che da troppo tempo nasconde o nega il problema, mentre investe cifre oscene in armi, fossili e in grandi inutili progetti sbagliati. Come fanno Meloni, Salvini e Pichetto.
La buona notizia è che abbiamo il potere e le conoscenze per invertire la rotta. Basterebbe ridurre il consumo di carbone del 50% per recuperare 93 giorni. Diminuire del 50% l’utilizzo dell’auto per guadagnarne altri 13. Così come mangiare il 50% di carne in meno sostituendo le calorie necessarie con una dieta vegetariana, consentirebbe di spostare indietro l’overshoot day di altri 17 giorni. Sono tantissime le possibilità messe a disposizione. Ma per farlo dobbiamo sostenere un modello economico e culturale diverso. Per questo serve un’altra politica. Per cambiare, indicandoci una strada possibile. Facciamo Eco!