Opinioni
1 ottobre, 2025Finite le cerimonie per il centenario della nascita di Franco Basaglia, comincia un’operazione di rivincit
Il ministro della Salute Schillaci ha prontamente risposto alla contestazione del mondo della scienza sulla composizione della Commissione sui vaccini, affrontando il malumore della Lega e di Fratelli d’Italia e la freddezza della presidente del Consiglio Meloni. Invece non ha (ancora?) risposto alla Lettera aperta di decine di associazioni e centinaia di operatori, esperti e militanti contro la Bozza del Piano di azione nazionale per la salute mentale (2025-2030).
La lettura del documento produce una profonda delusione perché rappresenta una occasione mancata rispetto alle attese dopo tanti anni dalla scadenza del piano precedente. D’altronde diversi nomi dei componenti la Commissione esprimevano un chiaro orientamento per un ritorno a una psichiatria alternativa alla legge 180. Finite le cerimonie per il centenario della nascita di Franco Basaglia, comincia dunque una operazione di rivincita.
Le cento pagine di presuntuoso sfoggio di citazioni delle indicazioni dell’Oms sono pura retorica, senza risorse e personale, perché il cuore del testo si rivolge al carcere e alle Rems, secondo la famigerata logica del binomio “cura e custodia”. Per quanto riguarda il disagio psichico dei detenuti viene proposta l’estensione delle cosiddette Articolazioni di tutela della salute mentale con un aumento dei posti da 320 a oltre 3000, che rappresentano il 5% della popolazione presente nelle patrie galere; addirittura si ipotizza di poter arrivare al 10%. Siamo di fronte a una follia o meglio a un disegno di creare tanti piccoli manicomi, tornando agli Opg sotto mentite spoglie. Le risorse per creare questi reparti e i costi del personale sarebbero imponenti e meglio sarebbe destinarle all’applicazione della sentenza 99 del 2019 della Corte Costituzionale che equipara la patologia mentale a quella fisica e quindi la possibilità di una detenzione domiciliare umanitaria in strutture terapeutiche.
Per quanto riguarda le criticità della applicazione della legge 81 del 2014 che ha chiuso gli Ospedali psichiatrici giudiziari, la più orrenda istituzione totale, si rilancia l’aumento delle strutture e dei posti, (addirittura il raddoppio della realtà attuale!) e la militarizzazione delle strutture con un controllo del ministero della Giustizia. Non è certo casuale che la stessa analisi sia stata proposta dal capo di gabinetto del ministero della Salute, Marco Mattei nel dicembre scorso.
Queste idee regressive vanno lette contestualmente alla proposta di legge del senatore Zaffini di Fratelli d’Italia che riscrive la legge 180 e arriva a ipotizzare l’uso del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) in carcere. Per fortuna, recentemente la Corte Costituzionale ha stabilito limiti e garanzie per l’uso di questa pratica eccezionale.
Non mancano invece contributi diversi, dalla riflessione sviluppata nel convegno della Regione Emilia Romagna il 1° aprile 2025 al documento finale della Conferenza nazionale autogestita per la salute mentale del 6-7 dicembre 2024. È necessario aprire uno spazio di discussione mettendo al centro i principi costituzionali e valorizzando le buone prassi e rafforzando il welfare di comunità. Un appuntamento significativo è previsto a Genova il 3-4 ottobre su un tema accattivante: “Azioni e resistenza nell’epoca della complessità. Ripensare l’imputabilità: proposte di riforma e futuro delle Rems”. Occorre una nuova rivoluzione gentile.
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