E' stato varato dopo la scoperta della lista Falciani dal governo di Berlusconi e Tremonti. E 1264 di quei nomi l'hanno sfruttato. Risparmiando 700 milioni di tasse

Lo scudo fiscale, varato nel 2009-2010 dal governo di Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, ha fatto perdere allo Stato italiano almeno 700 milioni di euro: un tesoro costituito dalle tasse risparmiate dai soli clienti della banca Hsbc ora smascherati dalla lista Falciani.

Il calcolo, effettuato da esperti indipendenti consultati da “l’Espresso”, si basa sui dati ufficiali diffusi dalla Guardia di Finanza.

Nella lista Falciani compaiono 7.499 italiani che avevano depositato nelle filiali svizzere della Hsbc un totale di 7 miliardi e 452 milioni di euro. Il comando generale delle Fiamme Gialle ha concluso 3.276 interventi ispettivi, ma ha potuto contestare soltanto 741 milioni di “redditi non dichiarati”. E finora lo Stato ha effettivamente riscosso appena 30 milioni. All’appello mancano soprattutto i tesori «regolarizzati» con il maxi-condono del 2009-2010. Dei 3.276 italiani già controllati, infatti, ben 1.264 hanno potuto opporre alla Finanza lo scudo fiscale, che ha permesso a quei fortunati di legalizzare fondi neri per ben un miliardo e 669 milioni di euro.
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Senza lo scudo, quei 1.264 evasori avrebbero dovuto pagare, prima di tutto, le imposte dovute. Tenendo conto delle diverse aliquote, gli esperti stimano una tassazione media di circa il 30 per cento. Che, applicata a quel patrimonio scudato (1.669 milioni), avrebbe portato nelle casse dello Stato oltre mezzo miliardo. Alle tasse non pagate, poi, vanno aggiunte le sanzioni. Che in totale arrivano a circa 400 milioni, che gli evasori avrebbe potuto ridurre fino a un terzo solo pagando subito con l’adesione alle contestazioni. A conti fatti, tra tasse arretrate e multe, gli esperti considerano «prudenziale» la stima di un gettito fiscale compreso tra 700 e 800 milioni. Mentre i 1.264 miracolati hanno potuto sanare l’evasione versando soltanto una quota fissa del 5 per cento: 83 milioni in tutto.

Lo scudo Tremonti, inoltre, ha garantito agli evasori l’anonimato. Solo grazie alla lista Falciani, quindi, la Finanza ha potuto controllare come quei 1.264 italiani avevano creato quei fondi neri. La nuova procedura di voluntary disclosure”, varata in dicembre dal governo Renzi, equivale invece un’autodenuncia: chi aderisce, perde l’anonimato, deve pagare tutte le imposte e ha uno sconto solo sulle sanzioni. Applicando queste nuove regole ai 1.264 scudati della Falciani, secondo gli esperti, lo Stato avrebbe potuto incassare circa 600 milioni. Sette volte di più del gettito dello scudo.

Certamente il condono di Tremonti non ha favorito solo i clienti della Hsbc. In totale hanno beneficiato dello scudo ben 179.577 italiani, che hanno così legalizzato conti esteri con 104 miliardi e 560 milioni di euro. Le coincidenze di tempi con il caso Falciani, però, sono impressionanti. Il tecnico informatico ha rivelato di aver cominciato a collaborato con le autorità italiane all’inizio dell’estate 2009. Lo scudo è stato varato d’urgenza dal governo Berlusconi con un decreto del primo luglio 2009, convertito in legge il 30 agosto. Svelato il suo ruolo, nel 2011 Falciani si è sentito dire che la Guardia di Finanza non poteva più indagare, perché era arrivato uno stop politico: al governo c’erano ancora Tremonti e Berlusconi. Che era già sotto processo per la sua frode fiscale da 368 milioni di dollari, organizzata con una rete di conti esteri mai dichiarati. E non totalmente cancellata dalla prescrizione facile, per una volta.

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