Il senatore di Forza Italia ha presentato una proposta per realizzare una casa da gioco: «A Malta le hanno aperte e i turisti vanno lì». E non è la prima volta che si spende sul tema

"Il mare da un lato, l'Etna innevato e fiammeggiante dall'altro, le bellezze archeologiche, artistiche, naturalistiche e paesaggistiche, la cultura, la rinomata gastronomia, il calore e la socievolezza della gente". Un autentico paradiso, insomma. Al quale manca solo un bel casinò. È il futuro che il senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti immagina per Taormina: una piccola Las Vegas da realizzare nella cornice incantevole della costa ionica siciliana, che ogni anno richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo.

L'obiettivo, ovviamente, è di aumentare il turismo. Anche perché il Sud è vittima di una tremenda ingiustizia, anzi di una "sperequazione inspiegabile" secondo il parlamentare, che ha depositato una proposta di legge assegnata nei giorni scorsi alla commissione Finanze del Senato: l'inesistenza di case da gioco nel Meridione.

Una ferita da sanare al più presto, secondo Scilipoti, perché finora gli appassionati del poker, della roulette e dello chemin de fer devono arrivare fino a Malta, dove di recente sono state aperte diverse sale. Risultato: la concorrenza "dirotta i flussi turistici internazionali e anche del Medioriente, a tutto danno della Sicilia". E gli incalliti del gioco d'azzardo, anziché visitare il teatro antico o il castello saraceno, se ve vanno a La Valletta a spendere i loro soldi.

Certo, ci sarebbe il problemino della mafia. Ma Scilipoti ha pensato anche a questo: i privati non potrebbero avere più di un terzo delle azioni della società concessionaria e nella struttura dovrebbe essere realizzato un presidio fisso della Guardia di finanza per registrare i giocatori di nazionalità italiana. Poi, per chi vince, è previsto l'inoltro dei dati anagrafici e fiscali all'Agenzia delle entrate. Una soluzione che per il senatore azzurro rappresenta la "migliore tutela circa il rischio di possibili infiltrazioni mafiose".

Non è la prima volta che si parla di casinò a Taormina, dove uno fu effettivamente attivo in passato ma solo per un paio d'anni: dal 1963 al 1965. Nel 2008 il governo Berlusconi arrivò perfino ad accogliere un ordine del giorno che lo impegnava a riaprire la casa da gioco. A caldeggiare il provvedimento era l'Mpa, il movimento dell'allora governatore siciliano, il catanese Raffaele Lombardo, che pochi mesi prima aveva vinto le elezioni.

Ma va riconosciuto che anche il messinese Scilipoti è impegnato da tempo sul tema: nel 2011 presentò alla Camera una proposta analoga. Ma il suo disegno di legge non mosse nemmeno un passo.

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