Gay Pride
16 giugno 2006
I ministri Barbara Pollastrini e Paolo Ferrero scatenano le polemiche nella maggioranza per l'adesione al Gay Pride di Torino. Secondo Silvio Sircana, portavoce di Prodi, l'adesione è "a titolo personale". La prima di una lunga serie.
Indulto
7 luglio
Il pur moderato (in confronto alla Finanziaria che verrà) Dpef non piace al ministro rifondarolo Ferrero che sguscia fuori dal Consiglio dei ministri pur di non votarlo. Inizia una fase particolarmente negativa per il governo: si susseguono le divisioni nella maggioranza mentre il consenso dei cittadini, secondo i sondaggi, comincia a calare dopo l'iniziale luna di miele. Verso la fine di luglio il voto sull'indulto spacca il centrosinistra e si deve ricorrere alla fiducia per approvare il decreto sull'Afghanistan e le missioni all'estero.
Telecom
11-18 settembre
Il caso Telecom scuote il governo. Prodi nega ogni paternità sul piano per il gruppo telefonico elaborato dal suo consigliere personale Angelo Rovati.
Finanziaria
30 settembre
Il governo vara una Finanziaria pesante (33,4 miliardi) soprattutto per i ceti medi. Molti esponenti della maggioranza prendono le distanze, a volte per motivi opposti. I sindacati, che sostanzialmente appoggiano la manovra, sono contestati dalla base.
Precari
28 ottobre
Una messa a punto del motore governativo viene fatta a Roma, a Villa Doria Pamphili, in un vertice di ministri, capigruppo e segretari dei partiti di maggioranza. Ma gli ingranaggi continuano a incepparsi. Verdi, Pdci e Rifondazione scendono in piazza contro la precarietà, non del governo, ma del lavoro. Il 18 novembre Oliviero Diliberto partecipa a un corteo sulla Palestina e l'indomani Prodi lo bacchetta: "Basta giocare con la piazza".
Base Usa
16 gennaio 2007
Il premier annuncia l'ampliamento della base Usa di Vicenza. Insorge la sinistra antagonista. Un mese dopo si terrà la manifestazione anti-base che vedrà la partecipazione di numerosi parlamentari della maggioranza.
Dico
31 gennaio
La mozione sui Dico viene approvata alla camera, ma il governo perde un pezzo: l'Udeur di Clemente Mastella vota contro. Il relativo disegno di legge viene varato dal Consiglio dei ministri l'8 febbraio. Pochi giorni dopo il governo va sotto. Dei Dico non si parla più. Qualcuno ironizza: dai Dico ai Dicevo.
Crisi
21 febbraio
Per due voti il Senato boccia la mozione di politica estera dell'esecutivo. Mancano all'appello i voti di Franco Turigliatto (Rifondazione), che verrà espulso dal suo partito, e di Fernando Rossi (Pdci). Massimo D'Alema, il giorno prima, aveva detto: "Senza maggioranza, tutti a casa". Prodi sale al Quirinale e si dimette. Dopo le consultazioni e dopo che il centrosinistra ha sottoscritto 12 punti di priorità alquanto generici, il presidente Giorgio Napolitano lo rinvia alle Camere per la fiducia.
Fiducia
28 febbraio
L'esecutivo ottiene la fiducia al Senato (162 a 157): Sergio De Gregorio, eletto con Italia dei Valori, nega la fiducia; in cambio Marco Follini, ex segretario Udeur, vota con la maggioranza.
19-22 aprile
I congressi di Ds e Margherita sanciscono la scelta di dar vita al Partito democratico. Intanto entrambe le forze politiche perdono pezzi: dai Ds esce Fabio Mussi che fonderà Sinistra democratica, dalla Margherita si preparano ad andarsene Willer Bordon e altri. La proliferazione dei micro partiti non cessa e non aiuta la stabilità del governo.
Famiglia
8 maggio
La 'questione gay' diventa un casus belli. Rosy Bindi, ministro della Famiglia, non invita le organizzazioni degli omosessuali a un convegno fiorentino sulla famiglia. Per protesta i ministri Ferrero ed Emma Bonino annunciano che non ci andranno neppure loro.
Rifiuti
11 maggio
Di nuovo maretta: il Consiglio dei ministri vara il decreto legge sull'emergenza rifiuti in Campania. Ma il ministro per l'Ambiente, Pecoraro Scanio, si rifiuta di firmare e quello per la Solidarietà sociale, Ferrero, abbandona il Consiglio prima del voto.
Family Day
12 maggio
È il giorno del Family Day e delle guerre di religione in seno alla maggioranza. Francesco Rutelli aveva già annunciato che, se fosse stato un semplice deputato, sarebbe andato a piazza San Giovanni. Molti altri esponenti del centrosinistra in effetti lo fanno. I 'laici' scendono invece a piazza Navona, a sostegno delle unioni di fatto e tra gay. Prodi predica: "Basta con le lotte tra guelfi e ghibellini".
Legge elettorale
16 maggio
Clemente Mastella, Guardasigilli e leader Udeur, spara sul governo. Chiede una verifica a giugno, attacca la proposta di legge sul conflitto di interessi. Soprattutto pare preoccupato della piega che sta prendendo la riforma elettorale: teme che ci sia "un'intesa per fregare i partiti più piccoli" e lascia intendere che, se così fosse, il governo ne farebbe le spese.
Tesoretto
20 maggio
Prodi annuncia che c'è un accordo nel governo su come utilizzare il 'tesoretto': pensioni più basse, precari, ammortizzatori sociali, piano casa. Subito partono le critiche di Rifondazione, Pdci e Verdi per la carenza di collegialità.
22 maggio
Scoppia il caso Roberto Speciale-Vincenzo Visco. Il comandante della Guardia di Finanza denuncia ripetute ingerenze del viceministro dell'Economia. Prodi conferma la sua "piena fiducia" a Visco. Dopo una decina di giorni di rivelazioni e smentite, Speciale viene dimissionato e Visco rinuncia alle deleghe riguardanti le Fiamme Gialle. Nella maggioranza c'è chi avrebbe voluto che il viceministro rassegnasse le dimissioni.
Confindustria 24 maggio Il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, intervenendo all'assemblea annuale della associazione, spara a zero sul governo. Prodi è livido ma altri esponenti di primo piano della maggioranza, come Piero Fassino e Rutelli, giudicano uno stimolo positivo le bordate di Montezemolo.
Ultimatum
29 settembre
Nasce Unione democratica di Bordon e Roberto Manzione. Fin dal primo giorno un ultimatum a Prodi: o entro gennaio dimezza i componenti del governo oppure ritireranno il sostegno.
Rimpasto
5 ottobre
Walter Veltroni propone di sforbiciare metà ministri. Prodi rivendica stizzito la sua esclusiva competenza.
Due leader
14 ottobre
Veltroni, nominato segretario del Pd, diventa leader del centrosinistra. Ora la maggioranza si trova ad avere due leader. Troppi.
Di Pietro
21 ottobre
Il ministro Antonio Di Pietro dichiara inopportuno che Mastella rimanga al governo, tenuto conto delle vicende giudiziarie che lo riguardano.
Battuto al Senato
25 ottobre
Al Senato il governo finisce sotto più volte nelle votazioni sul decreto allegato alla Finanziaria. Prodi dice che si tratta di "aspetti particolari" ma richiama all'ordine la maggioranza.
G8 di Genova
30 ottobre
Il governo viene sconfitto in Commissione alla Camera sulla proposta di istituire una commissione d'inchiesta sui fatti del 2001 al G8 di Genova: votano contro Italia dei Valori e Udeur.
Sicurezza
6 dicembre
Con 160 voti contro 158 (decisivi quelli di Francesco Cossiga e di altri senatori a vita) il Senato approva con la fiducia la conversione del 'decreto sicurezza'. Paola Binetti ha votato contro. Nei giorni successivi si scopre un marchiano errore nel testo, il presidente della Repubblica fa sapere che non controfirmerà la legge e il governo decide di far decadere il pacchetto.
Dini
20 dicembre
Dini da alcuni giorni fa sapere che la Finanziaria è stata via via peggiorata nei passaggi parlamentari e che forse al Senato lui e il suo manipolo non l'approveranno. Si procede al voto finale a colpi di fiducia. Il governo ce la fa per un soffio.
Caso Napoli
10 gennaio 2008
L'anno comincia bene: Dini promette il sostegno a Prodi fino ad aprile. Ma prosegue assai peggio: la Campania scoppia di rifiuti e due esponenti della maggioranza, il governatore Antonio Bassolino e il ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio, finiscono nell'occhio del ciclone.
Il no al papa
15 gennaio
Il papa annulla la sua visita all'Università La Sapienza e nei giorni successivi dal Vaticano arrivano non poche, e non troppo velate, critiche all'atteggiamento del governo sulla vicenda. I teo-dem governativi scalpitano.
Mastella
16 gennaio
Il Guardasigilli si dimette in seguito alle inchieste giudiziarie che vedono coinvolti lui stesso, sua moglie ed esponenti del partito. Dopo qualche giorno, il 21, non riscontrando un'adeguata solidarietà, Mastella ritira l'appoggio dell'Udeur.