No, non stiamo parlando di Ghedini ma del meno noto Gianluca Giuliante, a cui si sono affidate le Olgettine. Figura in grande crescita nell'universo berlusconiano: tra politica, affari, banche e molto altro

La resistibile ascesa di Gianluca G. è una commedia di reminiscenza brechtiana scritta, interpretata e prodotta anni fa da Gianluca Guidi, figlio di Johnny Dorelli e Lauretta Masiero. Parafrasando ulteriormente, la resistibile ascesa dell'avvocato Luca G., dove G sta per Giuliante, amico di gioventù e socio di Guidi nella Salieri entertainment, si è compiuta su ben altro palcoscenico. Era il 7 dicembre alla Scala di Milano e il legale figurava fra gli invitati della prima della Valchiria il giorno di Sant'Ambrogio.

Giuliante, classe 1966 e studio in via Santa Sofia, ha fatto il grande salto dal teatro brillante al crepuscolo wagneriano del berlusconismo passando per i riti misterici di Arcore. La sua epopea è tutta in sordina. Rare dichiarazioni, rarissime fotografie. E sono ben pochi i colleghi del foro di Milano a ricordarsi di lui, se non per averne letto i dialoghi intercettati con Karima "Ruby" el Mahroug, prima cliente, poi affidata a Massimo Dinoia, eppure orchestrata da Giuliante per lo meno fino allo scorso gennaio.

Ma la difesa di Ruby fa parte del lavoro ingrato. Alla prima della Scala Giuliante non ci è arrivato grazie a un biglietto omaggio di un altro suo patrocinato celebre, Lele Mora. È entrato dalla porta principale, in quanto amministratore di un'altra celebre istituzione milanese, l'Università Commerciale Luigi Bocconi.
Lì si riunisce a consiglio con gente come Mario Monti, Luigi Guatri, Corrado Passera, Alessandro Profumo e Marco Tronchetti Provera. Salotto buono che migliore non si può.

È il premio a una carriera che, negli ultimi anni, è stata in rialzo fisso. In ordine cronologico inverso, l'incarico più recente (maggio 2010) è un posto ottenuto nell'organismo di sorveglianza della Milano-Serravalle, l'autostrada controllata dalla Provincia di Milano. L'organismo è presieduto da Giuseppe Grechi, presidente emerito della Corte d'appello di Milano e sponsor del suo successore Alfonso Marra, dimessosi dalla magistratura dopo lo scandalo P3.

Un mese prima, nell'aprile 2010, Giuliante è entrato nel consiglio di amministrazione della Nuova San Zeno Immobiliare, controllata dalla famiglia Cabassi, protagonista dell'Expo 2015, e dai coniugi Guido Podestà e Noevia Zanella. Podestà è stato pilastro dell'Edilnord, padre costituente di Forza Italia, coordinatore regionale del Pdl e oggi presiede la Provincia di Milano, dove Giuliante ha esordito in politica con la giunta di Ombretta Colli (1999-2004).

Dal 2000 la Nuova San Zeno è proprietaria di Heliopolis, una residenza per anziani a Binasco (Pavia) al centro di una dura polemica fra Podestà e il governatore Roberto Formigoni che tardava ad accreditare la struttura da oltre 300 posti letto. Il riconoscimento è arrivato alla fine del 2009. Giuliante amministra anche Activa, la onlus che fornisce i servizi a Heliopolis e che è passata in tre anni da 900 mila a 3,5 milioni di euro di ricavi.

Podestà è di certo il primo riferimento politico di Giuliante che ha organizzato le cene di finanziamento per le elezioni provinciali del giugno 2009 con un sistema innovativo. I supporter interessati versavano il contributo in due tranche durante i convivii nella villa brianzola di Gernetto. Mezza quota prima del voto e l'altra mezza dopo, a ripianare il deficit. Vinte le elezioni, Giuliante ha curato di persona lo spoil system liquidando e sostituendo una settantina di manager e consiglieri nominati dal centrosinistra di Filippo Penati.
L'avvocato, in quanto tesoriere del Pdl milanese, è un pontiere di sicuro affidamento fra tutte le componenti del rissoso centrodestra lombardo, tuttora impelagato nella vicenda delle aree dell'Expo 2015. Il sindaco Letizia Moratti ha dato via libera alla sua nomina nella Napoli Metro Engineering che, pur lavorando alle nuove linee della metropoli campana, è controllata dalla Metropolitana milanese e dunque al 100 per cento dal Comune di Milano. Con Formigoni i rapporti restano altalenanti.

Un anno fa Giuliante è intervenuto nell'imbroglio delle liste elettorali del centrodestra alle regionali. Secondo la denuncia del radicale Marco Cappato, lo schieramento di Formigoni era sostenuto da firme false per potere ammettere due candidati dell'ultim'ora. Si trattava di Doriano Riparbelli, organizzatore responsabile del palco nelle apparizioni pubbliche di Silvio Berlusconi, e di Nicole Minetti, che ha un ruolo analogo nella discoteca di Arcore. Giuliante è intervenuto durante la fase del ricorso al Tar per riammettere il listino Formigoni. La vicenda ha interessato anche il giudice Marra che ha raccontato di una sua telefonata per discutere i profili giuridici della riammissione insieme con il prefetto Gian Valerio Lombardi, che poi tornerà sui giornali per avere ricevuto Marysthell Garcia Polanco, una delle olgettine amministrate dalla Minetti. Esauriti i ricorsi amministrativi, la storia delle firme è passata alla giustizia penale e al procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che ha interrogato Podestà lo scorso venerdì 4 febbraio.

È facile immaginare quanto abbia fatto piacere all'ala ciellina del Pdl il rischio corso in nome della laureata in igiene dentale. Del resto, Giuliante è la persona più adatta per mediare con lo schieramento cattolico. Poco amante della mondanità, ad Arcore si è presentato di rado, quando Niccolò Ghedini tiene i suoi consulti sulla strategia difensiva lontano dai clamori delle feste. L'avvocato milanese, grazie al suo rapporto con Mora, è l'ufficiale di collegamento con il fronte più delicato dell'inchiesta sulla prostituzione. Ed è un ruolo al quale Giuliante tiene parecchio, anche oltre le ragioni di opportunità. Lo si è visto con Ruby. In teoria, la ragazza ha avuto Dinoia come legale dal mese di novembre alla settimana scorsa, quando Dinoia ha rinunciato. In pratica, Giuliante ha continuato ad occuparsi della giovane marocchina. Ed è a lui che, in gennaio, Ruby chiedeva di procurarle gli aiuti economici necessari chiedendo alla "persona che tutti e due conosciamo".

Con Mora il percorso è analogo. Formalmente il nuovo difensore dell'agente è il veronese Nicola Avanzi, già presente nel processo di Vallettopoli. Ma Giuliante ha saldamente in mano tutte le vicende più rischiose legate alla bancarotta della Lm entertainment, l'agenzia di Lele Mora travolta da quasi 20 milioni di euro di passivo.

Il segnale arrivato dall'alto è di fare un passo indietro, come ha fatto Podestà lasciando a fine gennaio l'incarico di coordinatore regionale. Ed è probabile che a svantaggio di Giuliante abbiano giocato proprio certe asserite buone entrature al Palazzo di giustizia di Milano.

Per esempio, un rapporto cordiale con Eugenio Fusco, di cui Giuliante si dice amico e compagno di studi. Fusco, uno dei magistrati più apprezzati della procura milanese, è il pubblico ministero nella bancarotta e ha picchiato duro su tutto il fronte del processo Bancopoli e sui suoi protagonisti. Due nomi per tutti: Gianpiero Fiorani e Desiderio Zoncada, rispettivamente amministratore delegato e vicepresidente della Banca popolare di Lodi. Entrambi sono stati difesi da Giuliante, in particolare sul fronte Bpl Suisse, la tesoreria oltre confine dell'istituto lodigiano. In molti ricordano che, al termine del periodo di detenzione, Fiorani ha trascorso un'intera estate nella villa di Mora in Costa Smeralda a redimersi con nottate al Billionaire e servizi esclusivi sul mondadoriano "Chi".
Anche qui, insomma, ci sono legami che oggi è meglio non enfatizzare.

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