La chiamano l'armata Brancaleone. "Peggio, sembrano il circo Togni". "Un gruppo di pazzi comunisti", dicono i più preoccupati. Per il centrodestra il rischio è che s'avveri un incubo, il trionfo di "pasdaran che hanno in testa la rivoluzione napoletana del 1799". Anche i moderati democrat e i vecchi bassoliniani da qualche giorno sussurrano in giro le loro perplessità: "È brava gente, peccato non abbiano mai governato nulla. Nemmeno un condominio. Come faranno ad amministrare un bordello come Napoli?". Già. Adesso che il miracolo è a portata di mano, e che Luigi De Magistris può sognare di prendere il posto di Rosa Russo Iervolino, la città si chiede chi c'è dietro di lui. Perché se di "Gigi il magistrato" si sa praticamente tutto, nessuno conosce la squadra che - in caso di vittoria al ballottaggio - prenderà il posto degli uomini della vecchia nomenklatura che hanno comandato negli ultimi 18 anni.
Il totoassessori da qualche giorno sputa nomi e ipotesi a ciclo continuo, ma una cosa è sicura: se lo sceriffo del Vomero vince, Napoli sarà gestita dalla società civile. Gente di sinistra, of course. Molto di sinistra. Professionisti e docenti che andranno a governare non più grazie alla benevolenza del politico di turno, che offriva una poltrona al tecnico e all'universitario solo per camuffare giunte lottizzate dai partiti: stavolta intellettuali e avvocati saranno legittimati direttamente dal voto popolare. Un fatto epocale: non è mai accaduto che una metropoli italiana esautorasse i partiti proclamando, di fatto, l'autogestione dei cittadini. "Ho le mani libere. L'Idv in Italia ha perso ovunque, se vinco qui sarà merito mio. La stragrande maggioranza delle deleghe sarà in mano a chi, la politica, l'ha fatta fuori dai palazzi del potere", ripete ai suoi il novello Masaniello, la cui popolarità in città, azzardano i fan, ricorda quella del primo Bassolino.
Andiamo con ordine. Nell'inner circle di De Magistris la parte del leone la fanno i professori. Sono quasi tutti quarantenni, meridionalisti, con figli piccoli e casa tra Vomero e Chiaia. Alberto Lucarelli è il capo indiscusso delle teste d'uovo. Ecologista convinto, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico alla Federico II, è buon amico di padre Alex Zanotelli: non è un caso che abbia scritto lui i due referendum contro la privatizzazione dell'acqua che si voteranno tra due settimane. Curriculum chilometrico - insegna anche alla Sorbonne, Nichi Vendola l'ha voluto coordinatore di una commissione di studio sull'Acquedotto pugliese - ha stretti legami con la borghesia napoletana più attenta ai temi dello sviluppo sostenibile. Quella, per intenderci, che s'incontra da qualche anno nelle assise "carbonare" di Palazzo Marigliano, riunioni organizzate dall'avvocato e filosofo ottuagenario Gerardo Marotta. "Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinunzino all'azione", è il motto di Edmund Burke che hanno scelto quando hanno iniziato a proporre soluzioni alternative per il governo, in primis, della monnezza.
Anche Tommaso Sodano è consigliere assai ascoltato dall'ex pm. Tanto che, insieme al giovane tecnico Raphael Rossi, è in pole per l'assessorato alla spazzatura. La lista Federazione della Sinistra lo appoggia senza se e senza ma. De Magistris ha raffreddato gli entusiasmi, ma il suo programma in merito all'emergenza numero uno è identico rispetto a quello del rifondarolo: nessun inceneritore in città (Sodano ha chiesto che venisse messo sotto sequestro persino quello di Acerra), stop all'apertura di nuove discariche, investimenti massicci per una raccolta differenziata "estrema", da fare porta a porta non solo in qualche quartiere, ma in tutta la città. I neocomunisti di Paolo Ferrero schierano in prima fila anche Elena Coccia, avvocato che da sempre si batte per i diritti delle donne e contro la dilagante "cultura barbaramente omofobica". Una tosta, che di recente ha rappresentato due ragazzine nel processo contro l'ex assessore di Bassolino Corrado Gabriele, condannato un mese fa a quattro anni e due mesi per presunti abusi sessuali sulle figlie della sua ex compagna.
L'unico che ha ottenuto più voti di Lucarelli nella lista civica che appoggia il candidato dell'Idv è Vittorio Vasquez. Classe 1940, professore di liceo al Mercalli e al Sannazaro, ex esponente di Democrazia proletaria negli anni '70, assessore Pci con Maurizio Valenzi dal 1981 al 1983, animatore dei Cobas, è il leader del movimento "Napoli è tua", che in due mesi è diventato il quinto partito in città e che potrebbe contare, in caso di vittoria di De Magistris, su otto consiglieri. Tra loro ci sono Pietro Rinaldi (giovane avvocato e leader storico dei Disobbedienti prima e del centro sociale Insurgencia poi) che s'è battuto contro l'apertura della discarica di Chiaiano; Vincenzo Varriale (genero del ras dell'Idv Nello Formisano, per qualcuno è la "pecora nera" della lista) e l'avvocato Gennaro Esposito, ex Finanziere e campione di lotta libera, che s'è preso molti voti improvvisando dei comizi con megafono e scatolone, in stile Hyde Park. Ma il successo dei candidati di Napoli è tua porta la firma soprattutto di Sergio D'Angelo, che i rumors danno come sicuro assessore ai Diritti. Chi è? Il presidente di Gesco, un gruppo di cooperative che opera in campo sociale e che ha fatturato (nel 2008, ultimo bilancio disponibile) 58 milioni di euro. Uno che sposta molti consensi.
Un posto in giunta l'hanno prenotato anche Marco Esposito, giornalista economico del "Mattino" ed esperto di federalismo fiscale, già candidato alle regionali con l'Idv, e il presidente di Legambiente Campania Raffaele Del Giudice. Che dovrebbe prendersi, appunto, la delega all'Ambiente. L'ex candidato del Terzo Polo Raimondo Pasquino potrebbe diventare presidente del consiglio comunale, qualche esponente del Pd (ma i bassoliniani sono esclusi) potrebbe ottenere una poltrona in seconda fila. Ma il braccio destro di "Gigi a' manetta", come chiama De Magistris il sito Dagospia, sarà certamente Riccardo Realfonzo. Economista di fama, è stato per 11 mesi l'assessore al Bilancio della Iervolino, prima di sbattere la porta per contrasti con il sindaco sulle nomine di alcune società municipalizzate. Se l'amico Luigi riuscirà a espugnare Palazzo San Giacomo probabilmente sarà lui a gestire le disastrate casse comunali e a coordinare gli investimenti per lo sviluppo. In primis quelli destinati a Bagnoli e Napoli Est. Realfonzo è stato anche lo spin doctor della campagna elettorale: da sempre vicino a Rifondazione comunista, fondatore della rivista on line "Economia e politica" (qualche imprenditore segnala preoccupato gli attacchi durissimi contro Sergio Marchionne, le cui scelte industriali vengono definite "socialmente ed economicamente rovinose"), è anche membro della consulta economica nazionale della Fiom. Suoi collaboratori, e possibili consiglieri del sindaco che verrà, sono Carlo Iannello, 40 anni e una cattedra in diritto dell'Ambiente, e Sergio Marotta, sociologo dell'Università Suor Orsola Benincasa, che ha studiato, come si legge nella sua biografia ufficiale, "il pensiero e l'opera politica di Silvio Spaventa ripubblicandone i discorsi sulla nazionalizzazione delle Ferrovie".
"Dilettanti allo sbaraglio, sarebbe la giunta più rossa d'Italia", ripetono terrorizzati i seguaci di Nicola Cosentino. Altri, forse stanchi delle solite facce, dicono che si tratta di persone capaci e oneste. Di certo la vittoria di De Magistris darebbe la stura a un esperimento politico senza precedenti. "E le assicuro che peggio del centrosinistra, peggio della destra di Berlusconi è impossibile fare", sorridono i diretti interessati. "Ora tocca a noi". Lettieri permettendo.