Nel corso del ventennio berlusconiano, l'orientamento del centrodestra sul tema è cambiato parecchio. Dall’impronta legge e ordine, alla grande pacificazione di oggi. Ecco una cronistoria delle dichiarazioni, da Alfano a Gasparri
di Susanna Turco
11 ottobre 2013
Prima no, poi sì. O addirittura prima no, poi sì, poi no, poi sì. Nel corso del ventennio berlusconiano, il centrodestra (Lega esclusa) sul tema di indulto e amnistia è cambiato parecchio. Dall’impronta legge e ordine, alla grande pacificazione (anche pro-Silvio) di oggi.
Una mutazione diluita nel tempo, rispetto alla quale fa impressione leggere le parole, profetiche (o direbbe Alfano “monomaniache”), del diessino Giovanni Berlinguer nel lontano 2002, due giorni prima che il Papa chiedesse alla Camera il famoso atto di clemenza: “E’ assolutamente giusto un provvedimento che cancelli o permetta di uscire a persone che hanno commesso reati minori. Io temo però che dietro questa tendenza a liberare tutti, a cancellare tutti i reati, ci sia un’ulteriore pressione di Berlusconi per liberare sé e gli altri imputati di reati contro la pubblica amministrazione”.
Eventuali “ulteriori pressioni” a parte, ecco taluni autorevoli esempi di mutazione, virgolettato dopo virgolettato.
BERLUSCONI “Io non sono tra quelli che vogliono l’amnistia (…) Non sono tra quelli che la vogliono perché con l’amnistia non si accerta la verità”. (Silvio Berlusconi, rispondendo alle domande dei giornalisti della stampa estera, 15 luglio 1998).
“Eravamo perplessi prima, siamo perplessi allo stesso modo ora. La nostra perplessità sull’opportunità di un indulto è la stessa di prima” (Silvio Berlusconi, a margine di una conferenza stampa a Milano, 25 maggio 1999).
“Le ipotesi finora enunciate collegate all’indulto non appaiono in grado di risolvere i gravi problemi che si determinerebbero per la sicurezza dei cittadini” (Dichiarazione congiunta di Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, al termine di un incontro a Palazzo Grazioli, 28 giugno 2000).
“Oggi ci sono le ragioni, le forze politiche dovrebbero trovare un accordo generalizzato e trasversale per un forte e grande atto di clemenza” (Silvio Berlusconi, da premier, in visita a Skopje, 15 novembre 2002).
“Quella favorevole all’indulto è una scelta che non cambierei perché stavano per scoppiare le carceri” (Silvio Berlusconi alla festa dei giovani di An, Roma, 13 settembre 2007).
“Sull’indulto sono consapevole che è una sconfitta dello Stato. E’ però contato anche il voto dei cattolici che dovevano rispondere all’appello del Papa”. (Silvio Berlusconi al Parlamento del nord, Vicenza, 29 settembre 2007).
“Le carceri fanno schifo, sono indegne. Quando io parlo di condono e di amnistia si alzano le critiche dei moralisti della domenica”. (Silvio Berlusconi, a Palermo in campagna elettorale, 16 febbraio 2013).
“Se gli italiani mi daranno la maggioranza assoluta proporrò l’amnistia in Parlamento” (Berlusconi in tv, durante la campagna elettorale, 8 febbraio 2013).
ALFANO “Gli effetti dell’indulto sono stati del tutto provvisori”. (Angelino Alfano, da Guardasigilli, alla festa della Polizia Penitenziaria, Roma, 15 ottobre 2008)
“Abbiamo escluso la via di ulteriori provvedimenti di indulto e di amnistia e ne abbiamo scelta un’altra: la strada di costruire nuove carceri” (Angelino Alfano, da Guardasigilli, a margine del convegno “Più carcere, più sicurezza”, Milano, 13 luglio 2009)
“E’ stato illusorio l’effetto dell’indulto”, varato nel 2006, “è svanito nel giro di pochi anni”. (Angelino Alfano, da Guardasigilli, nel corso della relazione al Senato sull’amministrazione della giustizia, 20 gennaio 2010).
“L’indulto per Berlusconi? Qualsiasi cosa si dica, la scaricano in una direzione. Si tratta proprio di un fatto monomaniacale. Qui invece c’è un dato che emerge con grande evidenza, da un messaggio forte, ponderato, grave e molto ben pensato dal presidente della Repubblica”. (Angelino Alfano, da vicepremier, dopo il consiglio Ue degli affari interni, Lussemburgo, 8 ottobre 2013)
CASINI “Sull’indulto la nostra posizione non è contraria: è contrarissima (…) Lo Stato moderno non è un sovrano d’altri tempi che dispensa benefici a capriccio. Ha un dovere di giustizia, di equità e di rigore cui l’indulto verrebbe meno” (Pier Ferdinando Casini, da segretario nazionale del Ccd, 1 agosto 1997)
“Sono d’accordo con D’Alema quando afferma che la forza dello Stato non è nella ferocia ma nell’efficienza: a differenza di lui, però, non credo proprio che un provvedimento di clemenza possa restituire efficienza alle istituzioni” (Pier Ferdinando Casini, da segretario nazionale del Ccd, a proposito dell’indulto per gli ex terroristi, 24 maggio 1999).
“La proposta di indulto avanzata dalla maggioranza è lacunosa e porterebbe gravi disagi ai cittadini per la loro sicurezza. Esiste certamente un modo più organico per affrontare la questione (Pier Ferdinando Casini, da presidente del Ccd, 28 giugno 2000).
“Il problema del sovraffollamento delle carceri c’è”. (Pier Ferdinando Casini, da presidente della Camera, alla festa della polizia penitenziaria, 25 ottobre 2002).
“Io non posso dirvi come voterà, ma vi posso dire che il Parlamento voterà, rispondendo a chi ci ha chiesto di avere finalmente una parola di certezza (…) Nessuno può più ignorare o sottovalutare il degrado e l’inadeguatezza che purtroppo caratterizzano molti dei nostri istituti di pena. (…) Ciò che una classe politica seria deve fare, davanti ad una umanità disperata, è di assumersi le proprio responsabilità” (Pier Ferdinando Casini, da presidente della Camera, davanti ai detenuti del carcere di San Vittore, Milano, 13 dicembre 2002)
“Non saprei dire se l’indulto sia stato un male necessario o un male e basta, certo è che si è trattato di una esperienza da non ripetere. Oggi il problema in Italia non è quello di svuotare temporaneamente le carceri, ma di costruirne di nuove” (Pier Ferdinando Casini, da leader Udc, in un’intervista al Quotidiano Nazionale-Resto del Carlino, 8 settembre 2007).
“Il messaggio del presidente Napolitano alle Camere sul sovraffollamento delle carceri italiane deve essere accolto e tradotto in concreto dal Parlamento, senza ulteriori indugi (…) La politica negli ultimi vent’anni sull’emergenza carceri ha colpevolmente ridimensionato il proprio ruolo, preferendo inseguire facili consensi piuttosto che perseguire l’interesse generale del Paese” (Pier Ferdinando Casini, da presidente della commissione Esteri del Senato, 8 ottobre 2013).
“Se oggi davvero si vuol voltare pagina, occorre mettere da parte gli interessi contrari e contingenti e superare timori e tentazioni strumentali, per rispondere a un preciso dovere civile e morale” (Pier Ferdinando Casini, da presidente della commissione Esteri del Senato, 8 ottobre 2013).
GASPARRI “Sono fortemente contrario a tutte queste ipotesi buoniste. Invece di approvare il pacchetto sicurezza che facciamo, approviamo un’amnistia? Non mi sembra serio. Se il problema è il sovraffollamento, si costruiscano altre carceri. Liberare 15 mila detenuti sarebbe un errore” (Maurizio Gasparri, da parlamentare di An, in un’intervista a “La Stampa”, 29 giugno 2000).
“Non mi pare che la gente, che chiede più sicurezza, voglia maggiori scarcerazioni” (Maurizio Gasparri, da ministro delle Comunicazioni, 22 gennaio 2003)
“Il messaggio del Papa non può essere strumentalizzato. Io allora voglio una legge contro l’aborto. Perché su questo non si usa la stessa forza? (Maurizio Gasparri, da ministro delle Comunicazioni, commentando la posizione sull’indulto dell’“Osservatore romano”£, 23 gennaio 2003)
“Diremo 10,100, 1000 volte no ad amnistia e indulto” (Maurizio Gasparri, da deputato An, 3 giugno 2006).
“Approvare l’indulto costituisce un atto di irresponsabilità (…) è una pagina oscura della storia del Parlamento” (Maurizio Gasparri, da deputato An, 24 luglio 2006).
“Bisogna cancellare l’indulto, altro che imprimere l’impunità con l’amnistia. E invece si propone l’amnistia per mandare al macero processi, eventuali condanne e la sicurezza dei cittadini. Di male in peggio: così si cancellerebbero nuove eventuali pene accessorie e comunque si rafforzerebbe il messaggio di impunità per il crimine già contenuto nella sventurata scelta dell’indulto (Maurizio Gasparri, da deputato An, 8 novembre 2006).
“L’Italia ha bisogno di sicurezza e di certezza della pensa, non di perdonismo e di leggi svuota carceri” (Maurizio Gasparri, da deputato An, 21 novembre 2006).
“Chi ha votato l’indulto ha contribuito a questo eccidio. Complimenti. E’ un’ulteriore conseguenza drammatica di una scelta sciagurata. Bisognerebbe perseguire, come favoreggiatori di quest’autentica strage, quanti dissennatamente hanno votato l’indulto” (Maurizio Gasparri, da deputato An, commentando la strage di Erba, 12 dicembre 2006).
“Chi votò l’indulto fece male. Vorrei ricordare che An ha la coscienza pulita. Abbiamo avuto il merito, la scorsa legislatura, di bloccare chi nella Casa delle libertà voleva approvarlo” (Maurizio Gasparri, deputato An, 8 settembre 2007).
“I dati diffusi dal ministero sulle conseguenze dell’indulto sono catastrofici. Vorremmo sapere chi risarcirà quegli italiani che hanno subito reati da quel 25 per cento di delinquenti liberati e tornati in carcere: dovrebbe essere lo Stato a risarcirli (..) a causa dell’indulto, le rapine in banca sono aumentate del 40 per cento, mentre è esplosa la cosiddetta criminalità di strada. (Maurizio Gasparri, parlamentare di An, 21 settembre 2007).
“Nessuna emergenza consentirà di prendere in considerazione l’ipotesi di un indulto. Non c’è spazio per ipotesi del genere”. (Maurizio Gasparri, da capogruppo del Pdl al Senato, 15 agosto 2011).
“La riflessione sull’amnistia e l’indulto deve essere estesa alla riforma complessiva della giustizia. Bisogna colpire i reati di grave allarme sociale, ma porre fine indubbiamente all’emergenza carceri”. (Maurizio Gasparri, da vicepresidente del Senato, 9 ottobre 2013)
“L’amnistia può essere utile se è un atto di pacificazione. Dovrebbe valere anche per Berlusconi” ”. (Maurizio Gasparri, da vicepresidente del Senato, alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”, 9 ottobre 2013)
SANDRO BONDI “Non mi sembra che ci siano in questo momento le condizioni per parlare di indulto e di amnistia” (Sandro Bondi, da coordinatore di Forza Italia, 20 agosto 2004).
''E’ stato soltanto grazie al senso di responsabilità di Forza Italia ed alla sua centralità politica se il provvedimento sull’indulto ha potuto avere una conclusione positiva in parlamento. Approvarlo era un dovere morale” ( Sandro Bondi, da coordinatore di Forza Italia, 28 luglio 2006)
“Un’amnistia sarebbe un provvedimento inutile, anche per mitigare il problema di sovraffollamento delle carceri. (…) tornerebbero a riempirsi in tempi brevissimi” (Sandro Bondi, da coordinatore di Forza Italia, 6 giugno 2006)
“Se due membri autorevoli del governo affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell’amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell’Italia” (Sandro Bondi, da senatore Pdl, dopo che il Guardasigilli Cancellieri e il ministro Mauro si erano detti favorevoli all’amnistia, 23 agosto 2013).