
Sono alcuni dei dati che emergono dall'analisi post elettorale sul voto degli italiani realizzata dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis.
«Per il 34 per cento degli elettori che hanno compiuto una scelta negli ultimi giorni», dice il direttore di Demopolis Pietro Vento, «il più convincente in campagna elettorale è stato Beppe Grillo, seguito da Silvio Berlusconi, indicato da quasi un elettore su cinque. Più distanziato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. La valutazione più negativa tocca però l'attuale premier Mario Monti che sembra aver sbagliato il taglio della sua campagna, differenziandosi da quel profilo istituzionale che gli italiani avevano a lungo apprezzato».

Il dato più impressionante è la perdita di consensi dei due partiti che avevano monopolizzato o quasi il voto del 2088, Pdl e Pd: il primo, nonostante la rimonta finale, ha perso quasi la metà dei suoi vecchi consensi, il secondo più di un quarto.

Ad attrarre più di ogni altro i voti in uscita dai due principali partiti, ma anche da altre liste, è il Movimento 5 Stelle: dei suoi 8 milioni e 700 mila elettori, 32 su 100 avevano votato nel 2008 per il Pdl; 23 su 100 avevano scelto il Pd. Il 12 per cento aveva optato per la Lega di Bossi, l'11 per cento per l'IdV di Di Pietro. 13 su 100 non erano andati alle urne (quindi il M5S non ha sedotto tanto gli 'astenuti storici' quanto gli ex elettori di altri partiti).

In dati assoluti, tra gli attuali elettori di Grillo - secondo l'analisi dell'Istituto Demopolis - due milioni avevano scelto nel 2008 il Pd, 2 milioni e 800 mila avevano votato il Pdl di Berlusconi.
«È un voto del tutto trasversale», spiega Pietro Vento «che intercetta in pieno il malessere degli italiani. La conferma arriva dalle motivazioni che hanno inciso sul voto degli italiani: il 42 per cento, la maggioranza relativa dei cittadini, dichiara di aver scelto pensando soprattutto all'esigenza di un radicale rinnovamento della classe politica. Il 31 per cento ha deciso auspicando un cambio di rotta nelle politiche economiche, fiscali e per il lavoro», come si vede in questo grafico:

Meno di uno su quattro sulla base dell'apprezzamento per il candidato premier o leader della coalizione. Anche il 'Porcellum' ha pesato: appena un elettore su dieci, non potendo esprimere una preferenza, ha deciso il proprio voto sulla base dei candidati alla Camera ed al Senato delle varie liste a livello locale», insomma si sono votati soprattutto i simboli.
Metodologia ed approfondimenti del sondaggio su: www.demopolis.it