Nelle scorse settimane 'l'Espresso' aveva pubblicato alcuni articoli sulle colate di cemento volute dagli ex sindaci di Basiglio e Toscolano Maderno, in Lombardia. In questa tornata elettorale, entrambi hanno perso
Nelle amministrative del nostro scontento (politico) succede anche questo: alla vigilia delle elezioni, l'Espresso ha raccontato due storie di ordinaria speculazione, e i candidati 'colpevoli' di aver sostenuto gli scellerati piani edilizi sono stati sconfitti alle urne.
Due storie italiane (due piccole vittorie) approfondite dal nostro settimanale che nascono nell'operosa Lombardia: Basiglio, a pochi chilometri da Milano, e Toscolano Maderno, un borgo che si affaccia sul Lago di Garda nell'incantevole paesaggio del golfo di Salò. In entrambi le cittadine l'avanzata del cemento è stata bloccata dal voto che ha premiato chi si oppone allo sviluppo a colpi di mattoni e asfalto.
Partiamo da
Basiglio. Direttamente da ex sindaco e oggi sulla poltrona di sottosegretario all'ambiente, è del pidiellino
Marco Flavio Cirillo l'idea del progetto urbanistico da 300 mila metri cubi per allargare Milano 3, il quartiere modello targato Silvio Berlusconi costruito qui negli anni Ottanta. Il sogno di una vita tranquilla in una delle aree verdi meglio conservate della cintura milanese per professionisti, manager e gente di spettacolo però non bastava più e così il primo cittadino che ha guidato il Municipio per dieci anni ha puntato tutto su una nuova speculazione. Affidata a un altro Berlusconi, Paolo, suo amico personale.
Per bloccare il Piano di governo del territorio (Pgt) a Basiglio le hanno tentate tutte, proponendo anche un referendum, poi bloccato dai corsi e ricorsi burocratici. Il comitato locale "L'Officina di Basiglio" non si è perso d'animo e della lotta ai nuovi insediamenti e al cemento ha fatto un mantra e un programma politico con poche ma chiare idee: «No all'aumento del traffico, il maggiore inquinamento e la diminuzione del valore delle nostre attuali abitazioni» al primo posto. Il risultato di ieri ha premiato il loro sforzo: il neo sindaco Eugenio Patrone è il presidente del comitato referendario contro il Pgt e ha stravinto con oltre il 50 per cento dei voti, mentre l'erede di Cirillo Andrea Pastore si è fermato al 34 per cento.
Destino comune quello di
Toscolano Maderno, sulla sponda bresciana del Garda, dove invece lo sponsor della colata di cemento è l'amico di barca a vela del governatore della Lombardia Roberto Maroni. Lorenzo Rizzardi è l'impreditore che ha ideato il progetto "Borgo +39": 50 mila metri cubi di palazzine da cinque piani in riva al lago. Un'operazione da 60 milioni di euro bocciato dal Tar di Brescia e dalla sovrintendenza a causa dell'alto impatto ambientale, ma portato avanti con caparbietà dalla giunta a guida Pdl-Lega del sindaco uscente Roberto Righettini. Dietro all'affare si affacciano anche i guai giudiziari della Lega, perché stranamente il piano urbanistico di Toscolano Maderno è stato trovato nella cassaforte di Francesco Belsito, il tesoriere del Carroccio finito in carcere per le presunte irregolarità nella gestione dei conti del partito. Cosa ci fanno i piani di espansione di un comune da ottomila anime vicino alla famosa cartellina "The family" con le spese del clan di Umberto Bossi? Mistero.
Sono però cosa nota le pressioni dell'attuale segretario Maroni per trovare sponsor alla barca dell'imprenditore Rizzardi ai tempi dell'avventura nell'America's Cup. Siamo nel 2005 e la pazza idea di portare il circolo velico di Gargnano nel circuito internaziole della vela che conta è sempre di Rizzardi con il team "+39 Challenge". E gli sponsor per la barca da ventiquattro metri non mancano: Regione Sicilia e il gruppo Fonsai di Salvatore Ligresti. Dietro all'operazione, secondo l'ex banchiere di Lodi Giuseppe Fiorani ,"il vero sponsor era Maroni" che come ministro del governo Berlusconi chiede di aiutare l'amico con qualche milione di euro. Il costruttore della Val Sabbia Rizzardi non ha fortuna tra le onde e la società che gestisce lo scafo e l'equipaggio finisce in liquidazione tre anni dopo, con il triste epilogo dell'imbarcazione finita all'asta fallimentare per 150 mila euro. Resta a galla però la speculazione immobiliare che secondo il Tar «rischia di stravolgere completamente il paesaggio del Garda».
In questa tornata elettorale, però, è andata male anche all'ex sindaco Roberto Righettini che insisteva per l'operazione: battuto di soli 182 voti lascia la poltrona a Delia Castellini. Un vero e proprio referendum sul futuro della costa e su quella speculazione cha ha tenuto banco per l'intera campagna elettorale. Il futuro per Basiglio e Toscolano Maderno è tutto da riscrivere.