«E' tutto pronto, sono già d'accordo con diversi parlamentari a Roma. Faremo un nuovo movimento senza Grillo e Casaleggio». Parla Antonio Venturino, vicepresidente dell'Ars, cacciato un mese fa
C'è una data precisa per il day after a Cinque stelle: il 9 e il 10 giugno prossimi, quando si eleggeranno sindaci e consiglieri di 141 comuni in Sicilia. La diaspora del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio inizierà a lì.
La previsione è di Antonio Venturino, il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana, cacciato un mese fa dal movimento di Grillo dopo
un'intervista a 'l'Espresso'.
«Anche in Sicilia saremo sconfitti, o forse dovrei dire saranno, visto che sono stato epurato», prevede Venturino, «perché si continua con una sequela infinita di errori. In nessun comune siciliano il Movimento ha raggiunto alcun apparentamento con i partiti tradizionali e con le liste civiche locali, dove spesso si trovano persone perbene che hanno programmi analoghi a quelli dei Cinque stelle. La legge elettorale penalizzerà il movimento che ancora una volta dimostra di non saper passare dalla protesta alla proposta».
Grillo l'ha definito un "pezzo di merda", ma Venturino non si scompone e ribatte: «I meriti di Grillo non sono in discussione. Ma il modello Sicilia non è merito del mio ex leader. Il modello Sicilia era nato per la capacità di quindici parlamentari eletti di dettare i tempi dell'agenda politica al governo Crocetta. In poche settimane abbiamo portato a casa risultati importanti, prima fra tutti l'abolizione delle province in Sicilia. Poi, Grillo e Casaleggio hanno pensato di avere in mano dei pupi, dei pupi siciliani. Ma non era così. La dialettica interna, l'opposizione al modus operandi di Grillo non è tollerata. Così io sono stato epurato, ma è il momento di ripartire».
Infatti, dopo il voto alle amministrative in Sicilia prenderà corpo il progetto di scissione, con la nascita di un movimento che prenderà la stura dal programma dei Cinque Stelle. Sottotraccia Venturino è al lavoro da alcune settimane: «Non punto a fare il leader di niente e nessuno, ma in questi giorni ho raccolto le voci della base. Molti hanno condiviso il mio punto di vista».
Il vicepresidente siciliano non fa i nomi, ma sostiene che al suo progetto è pronta ad aderire una pattuglia di deputati e senatori grillini. Anche esponenti di altri partiti sarebbero sul punto di saltare il fosso e passare a quella che definisce nuova "rivoluzione civile". L'occhiolino al gruppo capeggiato da Antonio Ingroia? «Non è proprio così, ma non è una novità confermare il nostro radicamento nell'area di sinistra». Per Venturino, «ci dovremo organizzare con una struttura che ricalchi i partiti, altrimenti sprecheremo l'ennesima chance».
Al vicepresidente del parlamento siciliano tocca dare conto anche delle polemiche sull'indennità che non avrebbe restituito, violando così il regolamento del movimento: «Non avendo argomenti da opporre alla mia richiesta di concretezza, hanno voluto concentrarsi su un fatto che non esiste. Prima di tutto, da mesi sostengo che dobbiamo avere il coraggio di dire che le indennità dei parlamentari non possono essere ridotte in quella misura così drastica. Con 2.500 euro al mese non si può fare politica. Altro nodo spinoso è la rendicontazione pubblica e online: è il modo perfetto per smettere di lavorare e pensare solo a litigare sul web su 100 o 200 euro spesi in più o in meno».
Quanto alla sua indennità di deputato regionale, circa quindicimila euro al mese, dice: «Ogni mese ne verserò più della metà per iniziative di solidarietà di cui lascerò traccia contabile».
Sin dal loro insediamento, i quindici deputati grillini eletti al 'parlamento' siciliano avevano deciso di conferire la parte eccedente ai 2.500 euro fissati come tetto massimo per lo stipendio in un fondo regionale per il microcredito. Che fine hanno fatto quei soldi? Con la legge regionale di bilancio è stato creato un capitolo di spesa, ma le somme versate sino ad oggi sono ancora bloccate nei conti correnti dell'Assemblea regionale siciliana. Serve un regolamento che il parlamento deve ancora licenziare.
Secondo Venturino, «abbiamo raccolto qualche centinaia di migliaia di euro, una somma marginale che non avrà alcun impatto sulle sorti delle piccole e medie imprese siciliana. Insomma, un buco nell'acqua che è stato reso meno ridicolo dalla sensibilità dell'assessore regionale all'Economia Luca Bianchi che ha convinto il governo siciliano a versare 1,5 milioni di euro su quel capitolo di spesa destinato ad aiutare le imprese. E' la dimostrazione lampante di come la politica, se fatta bene, valga più di mille rendicontazioni online che creano polemiche e mettono a nudo la vita privata dei cittadini».