La Lega di Salvini cresce anche al Sud tra obiettivi comuni e parenti scomodi

Bottino ricco per il partito del Carroccio anche in Meridione. Sorpresa a Lampedusa dove ottiene il 17 per cento. E a Maletto, dove spopola col 32 per cento

A far tornare il sorriso agli elettori della Lega ci pensa Matteo Salvini: «Ci davano per morti. Invece siamo il quarto partito. È qualcosa di miracoloso». Il segretario-candidato si è speso in prima persona in una campagna che l’ha portato oltre i confini della Padania. Il bottino è indubbiamente ricco per chi si chiama “Lega Nord”: 6,2 per cento dei consensi e cinque seggi, con lo slogan “No euro”. Salvini, da solo, ha ottenute oltre 350mila voti (anche se divisi in tre circoscrizioni) per un totale di un milione e 686 mila voti.

A ridare vigore alle truppe in camicia verde sono state soprattutto le circoscrizioni Nord Ovest (11,71 per cento) e Nord Est (9,93) con il Veneto e la Lombardia ricompattate in un partito che molti ritenevano ormai morto e sepolto. In Veneto ha incassato il 15,2 per cento, in Lombardia il 14,61. Seguono, con un certo distacco, le altre regioni: Friuli al 9,3 per cento, Piemonte e Trentino poco sopra ai sette punti e mezzo, Valle d’Aosta al 6,8 per cento, Emilia Romagna e Liguria poco sopra al cinque.

Sono soprattutto le roccaforti storiche a essere tornate in maniera massiccia al voto leghista. Nella pur piccola provincia lombarda di Sondrio è il primo partito con il 33,88 per cento, riuscendo a battere di un soffio (meno di 2000 voti il distacco) il miracoloso Pd di Renzi. Ma è il 20,49 per cento della provincia di Bergamo il risultato più sorprendente, spinto forse anche dalle comunali dove la Lega ha combattuto con il coltello tra i denti contro Giorgio Gori, ex spin doctor di Renzi.

Siamo lontani dai fasti di cinque anni fa, quando il partito di Bossi, al Governo con Berlusconi, conquistò il 10,2 per cento segnando la prima massiccia invasione oltre la linea immaginaria del Po, fino alla Toscana.
Oggi la nuova generazione cavalca temi comuni alle destre europee, che fanno furore in Francia e Gran Bretagna, declinate in salsa nostrana: la rabbia della pancia contro le politiche di rigore imposte dalla Germania, la cancellazione della legge Fornero sulle pensioni, la mancanza di lavoro. Temi facili, slogan orecchiabili, senza tralasciare la difesa dei diritti degli italiani (tra i vari manifesti delle europee “Clandestino è reato”) e il sogno dell’indipendenza.

Certo, lo zoccolo duro rimane sempre il mitico Nord ma anche oltre la linea Gotica la Lega ha macinato consensi. Al centro il volto della campagna è stato quello di Mario Borghezio, europarlamentare piemontese uscente, che con 5837 preferenze compie un miracolo: rieletto dove un elettore su due ha scelto Pd.
Passionario e sempre incline all’esagerazione non ha avuto paura di andare a Roma dove ha distribuito il pane in Piazza Vittorio: «Ho trovato alleati per strada, gruppi autonomi della destra senza papà, diciamo i fascisti di sinistra, quelli di casa Pound. La Lega ora alleata con il Front National vuole dimostrare la propria vicinanza agli italiani in questo momento di difficile crisi, contro il carovita causato dall'Euro e contro le politiche anti sociali imposte da Bruxelles», spiega a “l’Espresso”.

L’esercito che non c’era più ritrova se stesso intorno a figure simboliche come l'ex vicesindaco di Lampedusa ed ex senatrice Angela Maraventano che ottiene solo 544 preferenze, ma porta il suo partito al 17 per cento nell’isola a metà strada tra l’Italia e l’Africa.

Un’altra sorpresa arriva dal piccolo paese di Maletto, in provincia di Catania, dove la Lega Nord con 526 voti e il 32 per cento di consensi diventa il primo partito. Lo slogan “Terroni a casa” è definitivamente sepolto ed ora i nemici sono altrove. Qui il trionfatore è Antonio Mazzeo, giovane leghista del Sud. Durante la campagna elettorale, ha accompagnato per le città siciliane Matteo Salvini e Angelo Attaguile, senatore della commissione antimafia eletto con il Pdl e passato al gruppo “Lega Nord e Autonomie”. «Siamo stati ad Augusta per dire basta all'immigrazione clandestina», spiega Mazzeo. Attaguile è stato il fedelissimo dell'ex governatore autonomista Raffaele Lombardo (condannato in primo grado per concorso esterno alla mafia). In queste elezioni europee è stato candidato nella circoscrizione Italia Meridionale. Ora che Lombardo è un lontano ricordo, anche è lui è pazzo per la Lega di Salvini.

Mazzeo, che a “l'Espresso” dice entusiasta «abbiamo aperto da poco una sede della Lega Nord-Autonomia anche a Catania», ha una parentela scomoda. Sua zia è sposata con Mario Montagno Bozzone, coinvolto in passato in un' inchiesta sui clan in provincia di Catania assieme al fratello Francesco, “don Ciccio”, quest'ultimo, invece, considerato «esponente di vertice dell'organizzazione criminale». Mazzeo replica che «ognuno nella sua vita fa ciò che vuole». Esclude poi di aver chiesto voti. «Chi mi ha voluto votare mi ha votato, così per amicizia».

E alla domanda se conosce i Montagno risponde: «Conosco sicuramente mio zio Mario, ma Francesco assolutamente no».

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