L'ex magistrato, a capo della società informatica della Regione Sicilia e-Servizi, potrebbe doverla chiudere a causa di crediti non pagati per oltre 80 milioni

A meno di un anno dall’insediamento come amministratore di Sicilia e-Servizi, la società informatica della Regione, Antonio Ingroia rischia di doverla chiudere. A causa di una richiesta di 88 milioni di euro da parte dell’ex socio privato (Sicilia e-Servizi Venture, controllata dalla Engineering Spa) per crediti non pagati.

Sicilia e-Servizi Venture all’inizio di agosto aveva chiesto il sequestro d’urgenza delle somme, ma la settimana scorsa il tribunale di Palermo l’ha rigettato. Resta però il credito, di 75 milioni di euro, frutto di un accordo dell’ottobre 2012 tra socio privato e Regione Sicilia, siglato alla fine della legislatura da Raffaele Lombardo.

Per Ingroia, la richiesta di sequestro era «temeraria e infondata», ma il pagamento di quella cifra, riconosce, «potrebbe far saltare tutto, col fine ultimo di aprire di nuovo il mercato agli operatori privati che finora hanno scorrazzato, proprio adesso che la Regione ha finalmente riconosciuto il valore strategico della società d’informatica pubblica». E per questo, dalla prossima settimana, per l’ex pm la priorità sarà quella di «andare a verificare quell’accordo. Controllare se ogni cifra pretesa è regolare».

A. Cal.