Fino alla settimana prossima sarà tutto fermo in Assemblea regionale, chiusa dal 10 agosto. In attesa che Ncd decida se entrare nella giunta Crocetta, in aula si sono presentati in nove. Un'abitudine al riposo prolungato che pare consueta nell'isola: nel 2012, complici le elezioni, la sospensione fu di addirittura quattro mesi

La crisi può attendere. La Corte dei conti evoca il rischio default e la situazione dei rifiuti - in particolare quelli tossici - genera nuovamente preoccupazione, eppure l'Assemblea regionale siciliana sembra assolutamente tranquilla. Tant'è vero che, in ferie dal 10 agosto, non avrà leggi da trattare fino a martedì della settimana prossima (il 15 settembre) quando l'Aula di Palazzo dei Normanni affronterà il ddl per istituire nell'isola le banche dei tessuti. In pratica riprenderà a lavorare dopo cinque settimane di stop: un miraggio per i più.

Non che, quanto meno sulla carta, non ci sia già stato il rientro al lavoro per qualcuno. Poca cosa comunque. Ieri, come ha documentato su Twitter Fabrizio Ferrandelli (che in estate si è dimesso dall'Ars in polemica con la giunta), si sono presentati in Aula in nove: "La seduta è aperta. Ma deserta. Nove deputati su novanta e la Sicilia affonda" ha cinguettato Ferrandelli, che non nasconde l'ambizione di succedere a Rosario Crocetta come candidato del centrosinsitra.

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Idem la settimana scorsa, il 2 settembre: all'ordine del giorno c'erano solo sempre interrogazioni e interpellanze in materia ambientale, come ieri. Nel mezzo, una riunione delle commissioni Affari istituzionali, Cultura e Servizi sociali. Possibile che non ci sia nulla di più urgente? Il fatto è che la giunta è alle prese con l'ennesimo rimpasto e adesso la "salvezza" è affidata al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, tanto perché l'alleanza Pd-Ncd dovrebbe essere un'esperienza a termine e limitata a Palazzo Chigi. Cosicché, anziché staccare la spina, come pure paventavano, gli uomini di Alfano si presteranno a fare da prolunga in cambio di qualche presidenza di commissione. Una soluzione caldeggiata proprio dai democratici e dal segretario regionale Pd Fausto Raciti, che pure renziano non è.

In realtà a ricostruire quanto è accaduto gli anni passati, come ha fatto l'Espresso, si direbbe che l'abitudine alle ferie dilatate non è affatto nuova in Sicilia. L'estate scorsa, se si eccettua una seduta agostana dedicata esclusivamente a "comunicazioni", il Parlamento rimase sostanzialmente inattivo per un mese e mezzo: dal 31 luglio al 16 settembre. E più o meno la stessa cosa era avvenuta pure l'anno prima: nel 2013 i deputati dell'Ars ebbero modo di riposarsi per cinque settimane: dal 12 agosto al 18 settembre.

In ogni caso nulla in confronto al 2012, quando la Sicilia andò a elezioni anticipate. Raffaele Lombardo annunciò le sue dimissioni in Aula il 31 luglio. Il 9 agosto, in una seduta durata 37 minuti netti, furono comunicati alcuni cambi di gruppo e approvati un paio di ordini del giorno. Il 5 settembre fu ufficializzato lo scioglimento dell'Assemblea, con la contestuale indizione dei comizi elettorali. Poi più nulla fino al 5 dicembre, quando si insediò il nuovo governatore Rosario Crocetta e la nuova Assemblea regionale. Rimasta ferma, fra una cosa e l'altra, per oltre quattro mesi.