Presentata a Milano la lista civica che sostiene il candidato di centrodestra. Nel gruppo di 48 aspiranti consiglieri comunali ci sono architetti, professori universitari, imprenditori e commercialisti. Ma anche cattolici integralisti, l’ex carabiniere con la passione per la politica e vecchi camerati

Presentata nei giorni scorsi, la lista del candidato Stefano Parisi “Io corro per Milano”. È un gruppone di 48 nomi pronti a tirare la volata a tutto il centrodestra e cercare di strappare la maggioranza del consiglio comunale.

Dentro c'è di tutto: dall’ex soprintendente ai beni architettonici Alberto Artioli al filosofo Stefano Zecchi, dal giornalista Maurizio Tortorella alla studentessa universitaria Viola Scarselli. E poi medici, architetti, professori universitari, imprenditori e commercialisti.

Anche gli uomini in divisa subiscono il fascino di Palazzo Marino. Sono soprattutto due carabinieri: il 35enne capitano Andrea Calì, già consigliere nel parlamentino di quartiere dal 2011, e il generale in pensione Alberto Bellotti.

L’ex alto ufficiale non è un nome qualsiasi: dopo 40 anni di «onorato servizio attivo in incarichi di comando, operativi, investigativi, logistici e di relazioni pubbliche in Italia e all’estero» arriva il momento della pensione e Bellotti decide di non fermarsi. Oggi è direttore della società 2B International service per l’organizzazione di viaggi per turismo sanitario in Israele, per curare le malattie dermatologiche sul Mar Morto.
INCHIESTA
Sanità, gli affari segreti della cricca lumbard
25/2/2016

Per due anni (fino al 2014) è stato collaboratore della Regione Lombardia per il progetto del numero d’emergenza 112 e allo stesso tempo rappresentante per l’Italia di Genesis International Health System, un gruppo israeliano con la casa madre a Giv’at Shmuel che pianifica e gestisce sistemi socio sanitari complessi.

Due mesi fa il suo nome è emerso dall’inchiesta che ha portato all’arresto di Fabio Rizzi, braccio destro del governatore lombardo Roberto Maroni, e della 'zarina dell’odontoiatria' Paola Canegrati. Lady dentiera e l’ex senatore padano, secondo la Procura di Monza, hanno costruito insieme una holding del malaffare con società offshore, affari all’estero, traffici internazionali. Un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari delle gare di appalto pubbliche lombarde, bandite da diverse aziende ospedaliere per la gestione esterna di servizi odontoiatrici, riuscendo ad aggiudicarsele.

Le intercettazioni svelano che a un certo punto l’attivissima Canegrati mette un piede anche negli ambienti militari. Così nel network lumbard compare il nome di Alberto Bellotti (che non è indagato) ma, annotano gli investigatori, incontra Canegrati per sondare “eventuali prospettive di collaborazione”. 

LA SENTINELLA SCENDE IN CAMPO

Nelle liste si trova anche il nome di Francesco Migliarese. Candidato con tre pallini fissi: «Politiche a 360 gradi per i ?giovani?, sostegno all’associazionismo? e alla ?famiglia?». Meno di trent’anni e presidente della onlus “Milano per Giovanni Paolo II” e membro attivo delle Sentinelle in piedi, i gruppi informali che per un anno e mezzo si sono ritrovati per protestare contro il disegno di legge Cirinnà. Contrari all’adozione da parte di coppie omosessuali, alla fecondazione eterologa e alle unioni civili, le sentinelle sono scese in piazza con un libro in mano per difendere la famiglia tradizionale.

In questo video del Corriere della Sera Migliarese spiega la sua idea di società e politica come portavoce delle Sentinelle: «Non l’ho deciso io che con un uomo non posso fare un figlio. Siamo qui contro il ddl Cirinnà e per difendere la famiglia naturale. È pericoloso questo disegno di legge perché introducendo il riconoscimento del figlio biologico al partner legittima l’utero in affitto per “fabbricarsi un figlio”. Una pratica abominevole».

Proprio una certa idea di famiglia e la chiusura totale su questi temi lo ha portato alla ribalta delle cronache locali per un tentativo di bloccare un libro per bambini e uno spettacolo teatrale ad esso ispirato. Colpevole di nascondere le teorie gender, il libro “Piccolo uovo” è di  Altan, padre della Pimpa e grande disegnatore di storie per l’infanzia.

Così tre anni fa presenta la sua “mozione urgente” al consiglio di Zona 3 (che abbraccia i quartieri milanesi di Porta Venezia, Città Studi, Lambrate) perché è “un libro ideologico”, visto che racconta la storia di un piccolo uovo di pinguino con due padri e lo spettacolo da cui è tratto «mira a inculcare nei bambini l’idea che ogni forma di unione costituisce allo stesso modo e senza distinzione una famiglia. Sono così equiparate alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna le unioni omosessuali». Apriti cielo. Un concetto ribadito anche una settimana fa attraverso la sua pagina facebook:«Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».

IL FASCINO DISCRETO DELLA DESTRA

Anche Bryan Ferrentino prova ad entrare in consiglio comunale sotto le insegne della lista civica Parisi. Avvocato, è riferimento locale della sigla di destra Azione Nazionale, nata lo scorso novembre con un padre nobile ingombrante: l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Nel comitato lombardo dei promotori oltre a Ferrentino ci sono Benedetto Tusa, Nuccia Mansi e Francesco Scopelliti. Tusa è un ex membro de “La Fenice”, la sezione milanese dell’associazione extraparlametare di estrema destra Ordine nuovo, condannato per l’assalto al liceo classico Manzoni dell’ottobre 1971 quando due studenti vennero accoltellati perché militanti di sinistra.

Quasi cinquant’anni dopo quella tragica stagione, l’obiettivo dei vecchi camerati aggregati da Azione nazionale è quello di «creare una casa comune della Destra in grado di unificare tutte le diverse anime di quest'area politica che si è dispersa dopo lo scioglimento di Alleanza nazionale. Un popolo che nei sondaggi dichiara di non voler votare né per Matteo Renzi né per il Movimento 5 Stelle, e che si è manifestata in modo evidente al Family Day».

Tra i duri e puri in lista anche Fausto Montrone, ex consigliere comunale di Allenza Nazionale e un tutt’uno tra carriera e passione politica. Dal 1990 è un funzionario dell’Aler, l'istituto che gestisce le case popolari. Stesso curriculum di Marco Osnato e stesso luogo di lavoro: l’ente pubblico con un debito da 345 milioni di euro e più di un miliardo per rimettere a posto uno dei più vasti patrimoni immobiliari in Europa: oltre 28 mila appartamenti.

Un incontro dello scorso luglio racconta le idee e la visione di Montrone. Con l’appoggio del gruppo Lealtà Azione, un manipolo di nostalgici del Ventennio che nell’anniversario della Resistenza si sono ritrovati con il vessillo con l’aquila argentea della Repubblica sociale italiana al Cimitero Maggiore, Montrone ha organizzato il dibattito “Fare Fronte, verso una Lega Nazionale”.  Ospiti l’eurodeputato leghista Mario Borghezio, il consigliere del Carroccio Massimiliano Bastoni e il barone nero Roberto Jonghi Lavarini, presidente del movimento “Destra per Milano" che alla manifestazione di Salvini a Roma ha dichiarato: «La vera aristocrazia non è solo feste e fronzoli, ma storico impegno patriottico in difesa del proprio popolo e del proprio territorio di appartenenza».

Tra i candidati con Parisi c’è infine Raffaele Grassi, tassista e presidente del sindacato Artigiani Tassisti di Milano e Provincia. Da dieci anni consigliere comunale, nel 2011 è stato eletto con l’Italia dei Valori in appoggio alla giunta Pisapia. Oggi mentre il suo partito ridotto al lumicino appoggia senza tentennamenti l’uomo del centrosinistra Beppe Sala, Grassi ha spostato il suo baricentro a destra.

Con questa motivazione: «Il mio rinnovato impegno nella lista Parisi è la conseguenza di un naturale percorso al servizio della gente. Un impegno sociale ed una passione politica che continua, insieme ai cittadini, per rigenerare la politica con una presenza concreta sul territorio».

Aggiornamento del 21 aprile 2016, ore 15,40: Fausto Montrone: Per concorso pubblico, non per nomina politica

Aggiornamento del 27 aprile 2016, ore 13,35: L'avvocato Benedetto Tusa: non sono candidato nella lista Parisi e mai condannato per accoltellamento

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