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Sanità, gli affari segreti della cricca lumbard

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Società off shore e traffici internazionali. Gestiti da una holding del malaffare in Lussemburgo, con a capo un amico del governatore Maroni. Mentre "Lady dentiera" vende tutto a un fondo francese

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Holding a Panama, società in Lussemburgo, conti a Montecarlo, progetti a Dubai, traffici assortiti tra Cina, Russia, Brasile e Romania. Eccola, la multinazionale lumbard. Una multinazionale del malaffare. E il capo era lui, Fabio Rizzi, leghista della prima ora, amico e stretto collaboratore di Roberto Maroni, il presidente della Regione Lombardia.

Questo, in estrema sintesi, è quanto racconta l'inchiesta della procura di Monza che il 16 febbraio ha scoperchiato quella che appare come una gigantesca ruberia ai danni della sanità pubblica.

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Partendo dalle migliaia di pagine agli atti dell'indagine, l'Espresso nel numero in edicola da venerdì 26 febbraio ha ricostruito la trama degli affari di Rizzi, ora in carcere, e dei suoi sodali, a cominciare da Paola Canegrati, nota alle cronache come "Lady Dentiera", l'imprenditrice brianzola che nell'arco di una quindicina d'anni è riuscita a mettere le mani sul business delle cure odontoiatriche in Lombardia, un business finanziato con i soldi della Regione.
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Tutto questo, secondo l'accusa, comprando gli appalti a suon di tangenti e favori vari. L'Espresso ha scoperto, tra l'altro, che Canegrati aveva appena messo a segno il colpo della vita, cedendo il suo gruppo d'imprese al fondo francese Argos-Soditic, in base a un accordo che le lasciava la gestione almeno fino al 2017, quando l'imprenditrice aveva un'opzione per vendere tutto e passare alla cassa.

Dagli atti d'indagine emerge che Rizzi aveva costituito una holding in Lussemburgo insieme ai suoi più stretti collaboratori, a cominciare dal suo braccio destro Mario Longo. Quest'ultimo, insieme alla compagna aveva il 30 per cento della società lussemburghese, mentre a Rizzi e alla convivente era intestata una quota del 35 per cento.

Tra i soci, sette in tutto, compare anche il medico leghista Roberto Caronno. Longo era attivissimo nel programmare affari in mezzo mondo. Per esempio un traffico di zucchero dal Brasile alla Russia, oppure, sempre nel Paese sudamericano, la costruzione di un ospedale pediatrico.

Insieme ai dettagli di numerosi altre operazioni, l'inchiesta de "l'Espresso" rivela i particolari del progetto brasiliano (sponsorizzato dalla Regione Lombardia) e il ruolo di imprese importanti come il gruppo Techint dei Rocca e l'emiliana Servizi Italia. Il piano non è mai andato in porto, anche perché dal Brasile, come si legge negli atti, era arrivata la richiesta di pagare tangenti ai politici.
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Rizzi e Canegrati, alla continua ricerca di nuovi affari, avevano anche agganciato un generale della Guardia di Finanza, tale Angelo Giustini, con l'obiettivo di inserirsi nella gestione degli ambulatori delle Fiamme Gialle.

In questa trama di malaffare non manca neppure la massoneria. Il medico Roberto Caronno, anche lui varesotto, rivela al telefono a Rizzi di essere intenzionato a diventare massone. L'amico lo incoraggia, perché, spiega, «avere dentro uno del gruppo è meglio di non avere nessuno». 

L'inchiesta integrale su l'Espresso in edicola da venerdì 26 febbraio e già online per gli abbonati a Espresso+

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