Ex dipietristi, progressisti passati con Berlusconi, alfaniani pro tempore, transfughi vari. Ecco i nomi con cui Ala punta a far vincere il centrosinistra nel capoluogo partenopeo

Chi rimprovera a Denis Verdini di essere passato con troppa facilità dalle braccia di Silvio Berlusconi a quelle di Matteo Renzi dovrebbe essere meno ingeneroso. Rispetto ai candidati di Ala per il comune di Napoli, in cui abbondano i professionisti del trasformismo che sembrano aver fatto del cambio di casacca la loro specialità, il percorso del senatore toscano pare di una linearità assoluta.

Del resto tra i deus ex machina della lista c'è il senatore Antonio Milo, che in appena due legislature è transitato per un numero ragguardevole di sigle: Mpa di Raffaele Lombardo, Noi Sud, i Responsabili, Pdl, Gal e i fittiani di Conservatori e riformisti. Da ultimo, il mese scorso, l'approdo in Ala.

PASSATO ADDIO
Una "volubilità", quella di Milo, che si riscontra anche nel curriculum di molti candidati. A cominciare dal capolista Gennaro Addio, consigliere comunale uscente: dopo essere stato il più votato di Liberi per il Sud alle scorse comunali, a settembre 2012 è passato col Pdl, è rimasto in Forza Italia dopo la scissione di Alfano ma nel giro di pochi mesi ci ha ripensato. Così a gennaio 2014 è approdato al Nuovo centrodestra, dov'è rimasto però solo un anno. Adesso la nuova avventura con Verdini.

Singolare anche il percorso di Maria Lorenzi, altra consigliere comunale uscente. Alle scorse comunali fu eletta con l'Italia dei valori, la spina dorsale della maggioranza di Luigi De Magistris. Anni trascorsi a supportare con convinzione il sindaco anche nei momenti difficili, i suoi. Come quando la condanna in primo grado per abuso d'ufficio ne provocò la sospensione. Nell'occasione coi colleghi dipietristi sottoscrisse una dura nota che, oltre alla "piena solidarietà" al primo cittadino, se la prendeva coi “consiglieri, eletti nel premio di maggioranza e passati poi all'opposizione, che con il loro comportamento da Prima Repubblica hanno calpestato la dignità del Consiglio comunale e il rapporto con gli elettori''. In effetti la Lorenzi è rimasta in maggioranza, anche se appena tre settimane dopo ha lasciato l'Idv per approdare nel gruppo centrista La Città-Campania domani. Ma il sostegno a De Magistris ora è scaduto: malgrado un sostegno durato cinque anni, niente appoggio a un secondo mandato. Meglio la democratica Valeria Valente.

DA SINISTRA A DESTRA E RITORNO
Figliol prodigo del centrosinistra è Nicola Tortorella, da anni in politica nel quartiere di Piscinola: presidente dell'ottava municipalità col Partito popolare dalla fine degli anni Novanta, nel 2006 è capolista della Margherita. E alle elezioni cinque anni dopo viene confermato capolista: stavolta però del Popolo della libertà. Coi berlusconiani tuttavia dura poco: alle politiche nel 2008 è candidato alla Camera coi Moderati in rivoluzione dell'imprenditore Gianfranco Samorì. Non va neanche stavolta ma nel frattempo Alfano ha lasciato Berlusconi e Tortorella lo segue in Nuovo centrodestra, di cui diventa capogruppo in circoscrizione. E ora Denis Verdini.    

Un passato trasversale agli schieramenti è pure quello di Giacomo Gammella, già presidente dell'Udeur a Sant'Anastasia e consigliere comunale col Psi. Pur non essendo del Pd, ha reso noto di aver votato alle primarie che hanno incoronato Matteo Renzi. "Il centrosinistra deve farle anche qui da noi", il suo appello pubblico. Parole cadute nel vuoto. Poco male: alle comunali della primavera 2014 si è presentato con Forza Italia. Ma senza essere eletto.

CANDIDATO CON CANDIDITE
C'è poi il caso di Maurizio Lezzi: nel 2006 capogruppo Udc nella nona municipalità (Soccavo-Pianura), due anni dopo passa al Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo, diventando coordinatore cittadino. Ci sono le politiche e Lezzi viene candidato alla Camera. L'elezione però sfuma. Alla fine Lezzi lascia l'Mpa e passa a Noi Sud, con cui nel 2011 diviene presidente della circoscrizione a capo di una coalizione di centrodestra, che guida tuttora. Ma transitando nel frattempo nel Pdl prima di approdare ad Ala. E riuscendo a respingere lo scorso anno anche una mozione di sfiducia sottoscritta nei suoi confronti da opposizione e un pezzo della maggioranza. Con un paradosso: in un primo momento fra i firmatari c'era pure Oliver Mollo, anche lui attualmente candidato con Verdini.  

Ma l'aspirazione a ottenere un seggio da parlamentare non è un caso unico. Alle ultime politiche erano infatti in lizza anche altri due verdiniani: Stefano Maria Cuomo, col Partito liberale alla Camera, e Imma Guariniello, al Senato con Grande Sud di Gianfranco Micciché. Adesso, per loro come tutti gli altri, ancora un tentativo. Obiettivo: palazzo san Giacomo.

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