Negli anni ultimi anni, grossomodo dal 2012, in Italia si sono viste taglie più o meno per tutto: per trovare dei vandali che lasciavano rifiuti per strada (Locri) o che lasciavano veleno per i cani al parco (Torricella Sicura, nel teramano), per dare la caccia a un gruppo di rapinatori (Tradate, in provincia di Varese), per cercare presunti terroristi (Borgosesia, provincia di Vercelli), ladri sacrileghi (Giugliano, provincia di Napoli), assassini veri (Brembate, paese di Yara Gambirasio) e teppisti che tiravano sassi da un cavalcavia (Pederobba in provincia di Treviso).
Ad oggi, però, le informazioni non arrivano e le taglie restano nelle tasche di chi le ha promesse e che, senza colpo ferire, si è guadagnato un po’ di pubblicità gratis. A offrire soldi, negli anni, sono stati sia i privati cittadini che sindaci, consiglieri comunali e persino i rappresentanti di un sindacato. I primi a cominciare sono stati i privati: nel 2012, a Tradate, vicino Varese, il consigliere di opposizione ed ex sindaco leghista Stefano Candiani decise che per trovare i ladri che avevano fatto incursione nella sua azienda, bisognasse affiggere in città dei manifesti con le foto prese dalle telecamere a circuito chiuso dei malviventi e offrire una ricompensa da tremila euro a chi aiutasse a catturarli. Ci pensarono però i carabinieri e la taglia fu data in beneficienza.
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Nel 2013, il commerciante Mirko Rosa, all’epoca titolare di una catena di Compro Oro piuttosto diffusa in Lombardia, MirkOro, e poi a sua volta finito in una brutta storia di evasione fiscale, aveva offerto 50 mila euro per rintracciare gli assassini della commerciante di Saronno Angela Granomelli e 100 mila a chi desse informazioni utili a trovare il carnefice di Yara Gambirasio. In entrambi i casi non se fece niente e l’iniziativa finì quasi subito, anche per la palese ostilità dei sindaci delle due città coinvolte (in particolare quello di Brembate, paese di Yara) ma segnò la via per una serie di epigoni che, con cifre molto inferiori, vollero imitare il commerciante dei ComprOro. Tra questi non pochi sindaci. Ultimo, in ordine di tempo, è l’europarlamentare leghista Gianluca Buonanno e sindaco di Borgosesia, nel vercellese, che ha messo sul piatto 500 euro e il suo numero personale di cellulare per chi voglia segnalare attività di sospetto terrorismo.
Le telefonate abbondano, anche se le segnalazioni che si trasformano in piste vere scarseggiano: «Ancora niente di concreto - dice Buonanno - ma ricevo chiamate di continuo e da tutta Italia. Molti mi chiedono informazioni, molti mi segnalano di persone sospette, di gente che fa orari strani o che ha in casa la bandiera dell’Isis. Mi hanno riferito che in una scuola elementare una bambina straniera ha raccontato che la sua famiglia esultava dopo gli attentati in Belgio. Io giro tutto alle forze dell’ordine, poi se una di queste segnalazioni dovesse dimostrarsi fondata, pagherò la taglia, anche se fino ad ora non è successo».?
TAGLIA DI 500 EURO per segnalazioni di presunti TERRORISTI ISLAMICI o SOSTENITORI ISIS !!! pic.twitter.com/WDSsKy7y2F
— Gianluca Buonanno (@BuonannoG) 29 aprile 2016
Pochi mesi fa, invece, a Giugliano, in provincia di Napoli, nel Santuario dell'Annunziata è stata rubata la statua di Santa Lucia cui, in paese, sono molto devoti. Per recuperarla il sindaco ha messo una taglia di 30 mila euro a chiunque riesca a dare informazioni utili. Impresa un po’ difficile, visto che è stato praticamente impossibile contattarlo. Stessa cosa, hanno fatto il sindaco di Torricella Sicura, Daniele Palumbi, che con 500 euro cercava i responsabili dell’avvelenamento di alcuni cani nei parchi pubblici, quello di San Marco in Lamis, in provincia di Bari, Angelo Cera, in cerca (sempre per 500 euro) di un gruppo di vandali che aveva fatto bisboccia nel parco comunale, quello di Locri in cerca di chi aveva scaricato rifiuti vicino all’area archeologica e quello di Pederobba, in provincia di Treviso, dove alcun vandali avevano lanciato sassi da un cavalcavia.
«La taglia - conferma il sindaco- è stata messa, ed ero disposto a metterci i soldi di tasca mia perché mi sembrava un fatto piuttosto grave. Ma devo ammettere che non è servito a niente, completamente a niente. Non abbiamo ricevuto nessuna telefonata, nessuna segnalazione». Nessuna risposta utile è arrivata anche dall’iniziativa di Luca Pantanella sindacalista dell’Unione Generale dei Lavoratori di Polizia (omonima, ma diversa, dell’Ugl) che aveva proposto un compenso di 300 euro per chi facesse arrestare un giovane di colore che stava attraversando il centro di Torino rapinando donne sole, minacciandole (e ferendole) con un coltellaccio da cucina.
«Offriamo - aveva scritto Pantanella - un premio a chi farà arrestare questo vile criminale, affinché paghi il suo debito alla società e venga poi espulso immediatamente dal territorio nazionale. Chiediamo alla cittadinanza di aiutare le forze dell’ordine e ci rivolgiamo agli immigrati per bene, che amano il nostro paese e che si sentono integrati alle nostre leggi, perché denuncino chi compie reati». Anche in quel caso, però, la taglia rimase nelle tasche di chi la aveva proposta. «Il ladro fu poi preso dalle forze dell'ordine che si servirono dell’identikit fatto dalle vittime e di alcuni immagini prese da una telecamera a circuito chiuso. La taglia - ammette con candore Pantanella - non ebbe nessun effetto. Ma si era trattato di una provocazione e di una una formula che, comunque, potrebbe rivelarsi utile in futuro soprattutto per rompere il muro del silenzio che spesso avvolge, per abitudine, diffidenza o convenienza, alcune comunità. Speravamo che il denaro potesse essere un incentivo per tutto questo». Stando ai risultati però sembra che il denaro non basti.