Pubblicità
Politica
agosto, 2016

Sisma, Protezione civile: "Non escluse più vittime dell'Aquila"

Destinato a salire ancora il numero delle vittime accertate, 268. Mentre si organizzano raccolte di fondi e le collette dei deputati, Renzi annuncia: "Ricostruzione in tempi certi. Una priorità rimanere vicino alla proprie radici"

Il bilancio provvisorio delle vittime del terremoto di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, nelle prime ore del mattino del 26 agosto, dopo una notte di ricerca dei dispersi ancora intrappolati tra le macerie dei paesi distrutti, è di 268 morti, tra i quali molti bambini.

Ma la cifra è destinata a salire ancora. «Siamo vicino alla cifra delle vittime dell'Aquila, la magnitudo più o meno è lì, anche questo è un terremoto superficiale», ha spiegato Fabrizio Curcio, capo del dipartimento della Protezione civile, rispondendo al giornalista di Sky Tg24 che gli chiedeva se il numero delle vittime potrebbe superare quello dell'Aquila. «Noi ci auguriamo di no ma dobbiamo ovviamente essere pronti».

I soccorritori, le squadre dei vigili del fuoco, della guardia alpina e dei finanzieri, continuano a scavare e a seguire lamenti sempre più flebili. Due i principali luoghi, ad Amatrice, in cui hanno lavorato nella notte i vigili del fuoco: le squadre si sono date il cambio in via Grifoni dove si trova - o si trovava - l'istituto religioso, che conta ancora due dispersi; che sono invece decine, si stima, per l’Hotel Roma, con la facciata ocra e le stanze affacciate sui monti della Laga e sui Sibillini.

«Di fronte a un grave terremoto la prima cosa da fare è creare le condizioni per ricostruire il clima di sicurezza e affrontare le priorità», dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi, «aprire una discussione polemica quando si ha un sisma 6.0 non ha alcun significato, ora è il momento delle lacrime, domani parte il percorso di ricostruzione». Ed ha certamente ragione.



Dal consiglio dei Ministri convocato d’urgenza, però, arriveranno importanti provvedimenti per l’immediato, soprattutto sull’accoglienza dei circa 3000 sfollati, ma per il momento niente di più. Renzi - che sui disastri ha cambiato evidentemente strategia comunicativa, almeno ricordando quando per l'alluvione ligure disse: «A Genova andrò a problema risolto, non per passerelle» segue personalmente gli sviluppi ed è volato sul posto.

il sisma
Terremoto in centro Italia, centinaia di vittime: Distrutta Amatrice
24/8/2016
È effettivamente presto, siamo ancora all’emergenza, ma la macchina degli aiuti e della solidarietà si è messa in moto. Ed è diffusa, dalla base alla politica. Sono molti i parlamentari che stanno donando in queste ore. I 42 onorevoli di Sinistra Italiana hanno raccolto 42mila euro in poco tempo. I deputati e i senatori del Partito democratico, che sono molto più numerosi, ben 414, hanno ricevuto un messaggio firmato dai capogruppo Luigi Zanda e Ettore Rosato, un invito più che caldo a donare mille euro a testa.



Le sezioni del Pd di Roma, a cominciare da quella di Ponte Milvio e di Testaccio, che si sono subito attivate, hanno cominciato a raccogliere beni di prima necessità, il cui arrivo è stato sollecitato anche dal presidente del Pd Matteo Orfini: «Vi chiedo», ha scritto su Facebook, «al di là delle appartenenze politiche, di dare una mano. Ce n'è davvero bisogno».

L'intervento
Terremoto in centro Italia, perché rischiamo sempre altre tragedie
24/8/2016
Lo stesso stanno facendo alcuni storici centri sociali della Capitale come la Casetta Rossa, e le sezioni di altri partiti. Il Movimento 5 stelle ha diffuso e ripreso su tutti i suoi canali di comunicazione l’invito, lanciato dalla Regione Lazio di Nicola Zingaretti, a donare il sangue, indicando gli orari di tutti i centri di raccolta attivi nella Capitale, che è poco distante dai luoghi del sisma. «Questo è il posto dove noi romani veniamo a portare i bambini, soprattutto quelli piccoli, e per tante persone, le cui famiglie sono originarie di queste parti, queste vacanze erano l’occasione per portare i nipotini dai nonni», ha detto infatti il ministro Beatrice Lorenzin, lacrime agli occhi nel campo sportivo di Amatrice.



Gli aiuti però stanno arrivando da tutta Italia. Anche in Umbria o a Milano si dona il sangue e a Pisa i centri sono attivi h24. Ovunque si organizzano gruppi di volontari (come i 20 rifugiati partiti da Monteprandone), si raccolgono vestiti, fondi, donazioni anche creative, come quella dei ristoranti che per ogni Amatriciana ordinata doneranno un euro, e accoglienza.

Dall’Emilia alla Sicilia c’è chi offre ospitalità: Airbnb ha cancellato i suoi costi del servizio per gli interessati dal disastro, e - come segnalato da Fiorella Mannoia - molti albergatori romagnoli stanno mettendo a disposizioni le loro camere per chi ha perso tutto, e altri ancora lo faranno, sollecitati dalla Regione guidata dal dem Stefano Bonaccini («Diamo prova del nostro grande cuore», dice). Vari enti stanno poi cominciando a stanziare i fondi per i primi interventi. Un milione è stato intanto trovato dal Consiglio regionale del Lazio, e 50 milioni nel pomeriggio arriveranno dal fondo terremoti e dal governo che, come annunciato da Renzi, delibererà lo stato di emergenza.



Sono soldi utili ad affrontare le necessità immediate, però, ma non certo sufficienti per la ricostruzione, che pure il premier assicura avverrà «in tempi certi». Altro discorso ancora è quello della prevenzione. Perché risolvere una volta per tutte il problema è possibile, con un po’ di tempo, assicurano in queste ore gli esperti. Lo dimostrano i pochi danni registrati, questa volta, in Umbria, terra più volte colpita da terremoti ma interessata, dopo il 1997, da una diffusa ricostruzione antisismica.
Informazione
Quello che sappiamo sul terremoto del Centro Italia
24/8/2016

Servono però soldi, molti, e dovrebbe esser una priorità, questa sì, peraltro, capace di far girare l’economia, come infelicemente detto da Bruno Vespa durante il suo speciale di Porta a Porta, ospite il ministro Delrio. Un piano più efficace degli 80 euro, probabilmente, ma che costerebbe più o meno la stessa cifra. Servono 10 miliardi, li stessi che Renzi vorrebbe avere in più, strappando all’Europa ancora un po’ di flessibilità. «In effetti», ha detto all’Espresso Carlo Altomonte, docente di economia politica all'università Bocconi, «il settore edilizio, ancora oggi in crisi, ha la capacità di moltiplicare l'occupazione. Sarebbero soldi destinati a investimenti pubblici che potrebbero seguire la stessa procedura pensata per il progetto di estensione della banda larga».

L'edicola

In quegli ospedali, il tunnel del dolore di bambini e famiglie

Viaggio nell'oncologia pediatrica, dove la sanità mostra i divari più stridenti su cure e assistenza

Pubblicità