Il nome non è certo uno dei più accattivanti: eppure il "codice di comportamento del Movimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie" è un documento quasi rivoluzionario per i pentastellati. Che prova a mettere ordine nella gestione disomogenea che i grillini hanno fino ad oggi seguito di fronte alle indagini che hanno coinvolto i loro eletti a Quarto, Parma, Livorno, Palermo e, soprattutto, Roma.
Il breve regolamento di sei punti, appena pubblicato dal blog di Beppe Grillo e sottoposto alla ratifica degli iscritti al Movimento, stabilisce le nuove regole a cui attenersi in caso di indagine o condanna da parte di eletti pentastellati o membri delle giunte. Lo fa introducendo nuove regole e obblighi per gli eletti e andando ad aggiunger elementi di discrezionalità che aumentano il potere del "garante" Beppe Grillo e dei vertici 5 Stelle.
Cosa cambia. Il regolamento introduce alcune novità: viene prevista (e anzi caldeggiata) la possibilità di autosospendersi: "In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può decidere, a tutela dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, di auto-sospendersi dal MoVimento 5 Stelle senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità - s legge nel regolamento - L’autosospensione non vincola né condiziona né preclude il potere del Garante, del Collegio dei Probiviri e del Comitato d’appello di adottare eventuali sanzioni disciplinari. Tuttavia, l’autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare".
Viene introdotto anche l'obbligo di comunicare l'esistenza di procedimenti penali o condanne allo staff. Si tratta di un punto importante visto che proprio su incomprensioni vere e presunte si sono consumati alcuni degli scontri più feroci all'interno dei 5 Stelle: dalle mail sull'indagine ai danni dell'assessore Muraro "non capite" da Luigi Di Maio fino ai messaggi senza risposta di Federico Pizzarotti. La creazione di un sistema centralizzato per questo tipo di comunicazioni dovrebbe, almeno nelle intenzioni di Grillo, provare a mettere una toppa ed evitare nuovi casi del genere.
Ma il punto più rilevante del nuovo regolamento, che viene esplicitamente esteso anche ai membri "esterni" delle giunte grilline, è il numero 4: la presunzione di gravità: "Il Garante del MoVimento 5 Stelle, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d'Appello, valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale. E’ considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo. [...] La ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini” non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso. E’ sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d’appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l'espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale".
Il regolamento precisa quindi che una condanna, anche solo in primo grado, comporta l'espulsione dal Movimento, mentre un avviso di garanzia non implica in automatico un intervento disciplinare, che rimane discrezione di Beppe Grillo e dei piani alti dei 5 Stelle.
Un cambio di passo in direzione garantista che molti salutano come un bagno di realismo di fronte alle difficoltà di governare le varie amministrazioni comunali, prima fra tutte Roma. L'indagine sull'assessore Muraro prima e poi l'arresto di Raffaele Marra, braccio destro della sindaca Virginia Raggi e protagonista di numerose inchieste dell'Espresso, hanno messo infatti il comune capitolino al centro dei riflettori mediatici e giudiziari.
Ad apprezzare poco il nuovo regolamento sembra una parte della base grillina, almeno a giudicare dai commenti che si possono leggere su Facebook. "Strano, odore di indagini a carico della Raggi e cambia il codice... fino a poco fa bastava una indagine di un cugino per doversi dimettere... ah no, quello valeva solo per gli avversari politici", scrive Nicola sulla pagina di Grillo. "Avete per anni ricoperto di fango chiunque fosse coinvolto in vicende giudiziarie, ed oggi vi autoassolvete per pararvi il cu..o da future inchieste? Siete proprio bizzarri", continua Federico. "In attesa che arrivi qualche avviso di garanzia a Roma mettete le mani avanti?? Ora siete diventati garantisti" conclude Samanta.
Politica
2 gennaio, 2017Sul blog di Grillo al voto il documento sulla gestione degli avvisi di garanzia: nessuna sanzione automatica, ma ampia discrezionalità a Beppe Grillo e ai probiviri. Ma la base rumoreggia: "State mettendo le mani avanti?"
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