«L'alleanza con il M5S è stata una scelta di opportunismo e di potere. Solo tre settimane fa i grillini votavano il Decreto sicurezza bis. Spero che da questa catastrofe ideale nasca una nuova forza popolare e democratica». Il J'accuse e la proposta dell'ex sindaco di Roma
Anticipiamo qui di seguito un ampio stralcio dell'opinione di Ignazio Marino ospitata sull'Espresso in edicola da domenica 8 settembre e già online su Espresso+La formazione di questo governo ha un significato molto più profondo dell’unione di due forze politiche che fino a pochi giorni fa affermavano di non avere nulla in comune.
Con questa decisione
chi rappresenta la sinistra in Italia cancella le ideologie e i valori della propria storia.
Non si dica, per favore, che anche ai tempi di statisti come Aldo Moro ed Enrico Berlinguer si trovarono percorsi comuni, perché quei percorsi erano stati costruiti con profondo e severo lavoro intellettuale e culturale, raggiungendo risultati tangibili e duraturi.
Oggi i partiti che affermano di rappresentare la sinistra si siedono al governo
con una forza politica che solo tre settimane fa ha votato il decreto sicurezza bis che prevede l’arresto per chi salva una donna incinta o un bambino in mare e li conduce in porto contro il parere del Ministro dell’Interno. Preferisco essere minoranza per sempre se la maggioranza la pensa così.
Quando, nel 2009, corsi per la segreteria nazionale del Pd, anche Beppe Grillo all’epoca voleva partecipare alle primarie del Pd ma tutta la nomenclatura del partito si schierò contro e gli annullarono la tessera che aveva sottoscritto. Io fui l’unico ad affermare che aveva il diritto di candidarsi, perché credo nelle competizioni trasparenti e nel confronto delle idee.
Gli stessi che oggi auspicano di sedersi nel governo a maggioranza grillina allora non solo lo cacciarono, dopo che si era regolarmente iscritto, ma gli suggerirono di fondare un partito per vedere dove sarebbe andato. E, come sappiamo, Grillo seguì il suggerimento del Pd.
Mi chiedo, ancora,
come si può giustificare un Pd che accetta di governare con quello stesso M5S che solo poco tempo fa strizzava l’occhio ai partiti nazionalisti.
[[ge:rep-locali:espresso:285335759]]Come sempre, però, vedo il bicchiere mezzo pieno.
Esiste una solida ideologia di destra, con i suoi valori, opposti ai miei e a quelli di chi vorrebbe una democrazia liberale e di sinistra. In questa opposizione scorgo la possibilità per la sinistra di ritrovare la propria identità.
Questo momento storico può rappresentare
una opportunità imprevista per la nascita di una forza popolare e democratica, con il ritorno alla possibilità per gli elettori di determinare una alternanza tra conservatori e progressisti, tra visioni geopolitiche profondamente differenti. Insomma, il ritorno a una democrazia fondata sul potere sovrano del popolo e del Parlamento.
Questa
è un’occasione per cancellare un partito, il Pd, che purtroppo ha dimostrato di non essere in grado di tenere fede alle idee e di sostenere i valori della sinistra democratica, né di saper costruire una rappresentanza degna di tutti quei cittadini che in quelle idee e in quei valori credono fermamente.
Serve ora un catalizzatore credibile che, se emergerà, solleverà il Paese con un’onda di speranza.
L'intervento integrale di Ignazio Marino sull'Espresso in edicola da domenica 8 settembre e già online su Espresso+