Un documento riservato dall’Ambasciata di Roma inviato a Washington indica i fedelissimi su cui la Casa Bianca può contare. Scarsa la considerazione per i 5 Stelle: solo Di Maio si salva

Lorenzo Guerini ed Enzo Amendola
Alla fine li hanno messi assieme, un ex democristiano e un ex comunista: Lorenzo Guerini, ministro della Difesa e Vincenzo detto Enzo Amendola, ministro agli Affari europei. Per gli americani i due esponenti del Pd sono i ministri più “affidabili” del governo giallorosso di Giuseppe Conte. Lewis Michael Eisenberg, l’ambasciatore americano a Roma, l’ha riferito più volte a Washington e l’ha ripetuto nell’ultimo dispaccio - di cui l’Espresso ha notizia da più fonti qualificate - inviato al dipartimento di Stato alla vigilia delle elezioni per la Casa Bianca. Una sorta di documento di congedo con dettagliate annotazioni sull’esecutivo italiano.

Carriera a Wall Street con un passaggio a Goldman Sachs, capo dell’autorità portuale di New York, tesoriere del comitato nazionale dei Repubblicani e poi del fondo per la candidatura di Donald Trump, 78 anni compiuti, Eisenberg era già pronto al ritorno a casa per il prossimo gennaio, ora scontato con la vittoria di Joe Biden.

Trump gli consegnò l’ambita sede di Roma per ragioni commerciali più che per raffinata diplomazia: aumentare i contratti delle aziende americane, respingere le intrusioni dei concorrenti alla supremazia in Italia. Per tre anni e mezzo Eisenberg ha fronteggiato con veemenza un unico rivale: la Cina. E ha applicato un semplice assioma: chi sostiene Pechino, è un nostro nemico; chi combatte Pechino, è un nostro amico.

Ritratto
Più soldi per le armi e fedeltà Nato: Lorenzo Guerini è il ministro più amato dagli Stati Uniti
9/11/2020
Il leghista Giancarlo Giorgetti, ai tempi del governo Conte I, un esecutivo che saltellava dalla Russia alla Cina ignaro del pericolo, era il più assiduo interlocutore di Eisenberg. A ogni sgarbo di Matteo Salvini o Luigi Di Maio, l’ambasciatore piombava nella stanza del sottosegretario a Palazzo Chigi per protestare oppure lo convocava a pranzo a Villa Taverna con grande discrezione e pure con grande celerità. Gli inviti a Giorgetti proseguono ancora.

L’altro leghista ammesso in territorio americano è Raffaele Volpi, presidente del Copasir, il gruppo parlamentare che sorveglia l’operato dei servizi segreti. Salvini non è un ospite gradito, non lo era da ministro, figurarsi adesso, è una sciagura che ai politici italiani è meglio non capiti mai e una volta capitata è irreversibile.

Il governo di Pd e 5S, con effetto immediato anche placebo, ha rassicurato l’ambasciatore e soprattutto la struttura statale - funzionari e analisti, fra cui il vice capo missione Thomas Smitham - che lo circonda a Roma e che sopravvive al mutare delle amministrazioni. L’ex avvocato del popolo, diventato l’amico “Giuseppi”, ha una confidenza personale con Donald Trump, non con il sistema americano. È pur sempre lo stesso presidente del Consiglio che sorrideva impettito accanto al cinese Xi Jinping, venuto a Roma a sbrigare le ultime pratiche dell’annessione italiana all’orbita di Pechino.

Come previsto da Washington, è il Pd che ha riportato l’Italia nelle tradizionali posizioni americane. Guerini non è autore di chissà quali meraviglie, ma è un ministro della Difesa che ha ripreso a vendere e a comprare materiale bellico, spesso di fabbricazione americana, e poi a rispettare le regole dell’Alleanza atlantica senza troppa prosopopea.

A differenza di Elisabetta Trenta che l’ha preceduto, la trasferta negli Stati Uniti - lo scorso gennaio - è stato fra i primi impegni di Guerini. In un anno e due mesi, invece, Trenta non ci è mai andata. Più suggestiva, e senz’altro felpata, l’ascesa di Amendola, che fu giovane promessa della sinistra napoletana. Per un tratto del governo di Matteo Renzi e per l’intero governo di Paolo Gentiloni, il deputato Amendola è stato sottosegretario agli Esteri. Di quel periodo si segnalano i viaggi di Stato al fianco del presidente della Repubblica.

Nel 2018 non viene rieletto a Montecitorio, l’anno dopo il segretario Nicola Zingaretti lo nomina responsabile degli Esteri per i dem. Era destinato al ministero della Farnesina, ma il posto non era disponibile, era prenotato da Di Maio, allora si è accontentato degli Affari europei. Amendola s’è dato una ferrea disciplina politica, si è imposto di non invadere il campo di Luigi Di Maio, poi non ha resistito e ha ripreso ad amoreggiare in pubblico e in privato con gli Stati Uniti.
Lewis Michael Eisenberg

In uno slancio di americanismo col tono di Trump, ha addirittura invocato una commissione internazionale per inchiodare la Cina alle sue responsabilità per la pandemia: «È il minimo sindacale». Con pause al massimo di un paio di settimane, anche se non rientra fra le sue mansioni principali, interviene nel dibattito per dire che la Cina va estromessa dallo sviluppo delle reti 5G. Altro che “affidabilità”, Amendola merita la Medaglia presidenziale della libertà. E pensare che in un rigurgito di ideologia giovanile, sette anni fa, il medesimo Enzo firmava una severa interrogazione parlamentare per pretendere chiarimenti dagli Stati Uniti sulle intercettazioni illegali in Europa.

Guerini e Amendola patiscono scarsa concorrenza. I Cinque Stelle sono quasi irrilevanti per gli americani, se non guardati con sospetto. Il fondatore Beppe Grillo è un assiduo frequentatore dell’ambasciata cinese a Roma. Davide Casaleggio, il figlio di Gianroberto nonché capo di Rousseau, la piattaforma che gestisce le politiche e le risorse dei Cinque Stelle, ha rapporti diretti con Huawei, la multinazionale della telefonia accusata di spionaggio dagli americani. Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, ha difeso più volte l’impiego di Huawei per il 5G in Italia. Riccardo Fraccaro, il sottosegretario a Palazzo Chigi, è dotato di buona volontà, ma ha una capacità di influenza assai ridotta.

Soltanto il ministro Di Maio, istruito ai valori dell’atlantismo dalla Farnesina, ha recuperato credibilità nei confronti degli Stati Uniti. «Sei cresciuto molto», gli ha rivelato con orgoglio paterno l’ambasciatore Eisenberg all’ultimo incontro che si è tenuto a Villa Taverna. I cinesi non s’arrendono mica, ma sono più distanti. Salvini è lontano dal potere. Il Quirinale di Sergio Mattarella protegge dall’alto. Conte sarà più cauto con l’amministrazione Biden. Guerini ha ripristinato la normalità alla Difesa. Amendola scalpita con spirito ossequioso. Ben fatto, Lewis.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso