Manifestazioni in piazza per diffondere teorie complottiste, aiuti alimentari a favore di telecamera, gruppi Telegram per allargare la base. Ecco come il movimento neofascista si sta muovendo per cavalcare il malcontento

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Non è bastata una mascherina tricolore per nascondere il vero volto degli schieramenti di sabato scorso in decine di piazza italiane. Aria tristemente marziale, disposizione geometrica a falange e slogan contro la "dittatura sanitaria". Ha la firma di Casapound, il movimento che promette adunate simili ogni sabato. Violando il lockdown, marcando il territorio, continuando lazione di propaganda sistematica del movimento neofascista guidato da Gianluca Iannone, seguendo il filo partito dalle proteste anti Rom nelle periferie romane la scorsa estate e che oggi punta a raccogliere le paure e la rabbia. 
 
Niente borgate romane, questa volta. Hanno puntato alle piazze centrali, per una visibilità non solo sui social. Nel manifesto - firmato nei metadata del pdf Simone Di Stefano - appare il sunto delle teorie complottiste: "Qualcuno ha deciso che lItalia deve fallire, che lItalia deve uscire in ginocchio dalla crisi. Qualcuno vuole milioni di disoccupati e milioni di imprenditori falliti, milioni di famiglie alla fame". E ancora, "Ci avete portato ad una dittatura sanitaria che sembra uscita da un film di fantascienza". Lepidemia come conseguenza di una grande macchinazione, leitmotiv del movimento da mesi, rilanciato dai libri della casa editrice Altaforte e dalla pagine del "Primato nazionale"
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Il lato social del littorio 
Le azioni sono state coordinate attraverso una decina di canali Telegram, chiamati "MascherineTricolori". C’è il gruppo nazionale, con 5700 membri, affiancato da pagine delle città con maggiore presenza di Casapound (Varese, Verona, Padova, Trieste, Sardegna, Trentino). Nelle liste degli organizzatori c’è buona parte della dirigenza del movimento, impegnata a far crescere i canali aggiungendo centinaia di contatti. Particolarmente attivo su Roma è Mauro Antonini, vice presidente di Casapound e a capo delle rivolte anti Rom di Torre Maura, dove gridava durante le dirette Facebook, "Saremo indagati per odio razziale? Per me è una medaglia!". Ma in prima fila ci sono praticamente tutti i membri storici e le firme di punta delleditoria nera.  
 
Lo scorso sabato hanno annunciato la loro presenza simultanea in 67 piazze italiane. Guardando le foto pubblicate sul canale Telegram appaiono qualche decina di militanti schierati per ogni location. Tutti rigorosamente con la mascherina tricolore, richiamando - forse non casualmente - una analoga iniziativa davanti a palazzo Montecitorio di Giorgia Meloni. La copertura del volto con la bandiera diventa così il simbolo sovranista delle azioni della destra nella Fase 2. 
 
La pandemia non ha fermato il gruppo di estrema destra. Anzi. La difficoltà economica, la paura e lassoluta incertezza sono state sfruttate per tentare di espandere la presenza, soprattutto nei settori più in difficoltà. Il primo strumento è la distribuzione di pacchi di cibo, fatta sempre a favore di macchine fotografiche e cellulari pronti a trasmettere in streaming.

Il primo maggio hanno organizzato la consegna delle buste - tutte con il logo del movimento - davanti alla sede occupata abusivamente da quasi 20 anni di Via Napoleone III a Roma. Braccia tatuate, sguardi maschi e tanti scatti da fare girare su Facebook, Twitter e Telegram. Poi, nei giorni scorsi, il supporto ad una nuova occupazione di un edificio pubblico ad Ostia, riservato,
ça va sans dire, a cittadini rigorosamente italiani. 
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Giornali e radio, sognando la Rai 
Accanto alla presenza sui social e nelle strade, Casapound continua a puntare soldi e risorse sulla comunicazione. In un video mostrato da Report nel servizio "Il virus nero", andato in onda lo scorso 27 aprile, Simone Di Stefano ha annunciato in un convegno, alla presenza di Gianni Alemanno, che il movimento neofascista poteva contare su diversi giornalisti dellarea sovranista in Rai, cinque di punta e una quarantina nella fascia media. Dallinvasione militante della redazione di Chi lha visto del 2009 - il processo è ancora in corso - sono passati direttamente alla politica di influenza. Meno visibile, ma sicuramente più efficace.  
 
In attesa di piazzare un manipolo a via Teulada, Casapound scalda i muscoli con la radio. Nei mesi del lockdown ha riavviato RBN (Radio bandiera nera), che diffonde i programmi via web. Ospiti fissi gli autori del Primato nazionale e della casa editrice controllata dalla holding di Francesco Polacchi Altaforte. E qui entriamo nel classico del repertorio fascista. Dalla tecnologia 5G - ultimo fronte del complottismo di destra - alla "Notte di Valpurga", la celebrazione pagana della primavera, dal ricordo decisamente nostalgico degli anni 20, fino alla rievocazione dei fascisti europei. 
 
Soldi e alleanze 
Se nel 2014 Casapound era pronta ad una alleanza organica con la Lega di Matteo Salvini - famosa è ormai la foto della cena tra la dirigenza neofascista e lex ministro dellInterno - oggi il movimento guidato da Gianluca Iannone punta decisamente verso Fratelli dItalia. In fondo è un ritorno a casa, verso gli eredi del Msi, sigla che ha originato e tutelato buona parte dellestremismo di destra italiano fin dallepoca di Ordine nuovo. Luso della mascherina tricolore è appena un simbolo degli sguardi complici tra i due partiti, mentre sono tante le iniziative dei mesi scorsi organizzate insieme ai dirigenti del partito di Giorgia Meloni. Presentazione di libri, presenze di peso, come Ignazio La Russa, alla festa nazionale dei fascisti del terzo millennio - anzi "fascisti e basta", ci tiene a specificare Iannone - e presidi militanti con gli stessi obiettivi nelle strade delle borgate romane. Gli occhi della destra guardano proprio alla capitale, che il prossimo anno dovrà affrontare una delicatissima tornata elettorale.  
 
Casapound sa di poter contare sullimpero finanziario di uno dei suoi quadri più importanti, Francesco Polacchi, ex leader del Blocco studentesco oggi imprenditore di riferimento a capo di un gruppo che fattura quasi 5 milioni di euro. Ha sempre dichiarato di non essere il finanziatore del movimento, ma in molte società della sua Holding sono presenti figure di primo piano del gruppo di estrema destra. Oltre alla moda, con il marchio Pivert divenuto simbolo commerciale dellarea, c’è leditoria, che cresce con percentuali a doppia cifra. La chiamano "egemonia culturale", scippando Gramsci. Ha lodore, in realtà, di marketing e profitto. Dietro il braccio teso c’è sempre un negozio pronto a venderti il libro giusto o la maglietta cool.

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