Il nome del candidato al Quirinale che Matteo Renzi continua a fare nelle ultime ore, non solo ai suoi gruppi parlamentari ma soprattutto ai leader di Lega e Partito Democratico, è uno solo: Pier Ferdinando Casini. E per lanciare un messaggio chiaro nella votazione di ieri ha dimostrato che Iv è compatta.
Casini è molto preoccupato di questo grande attivismo di Renzi e delle ultime voci che danno una possibile apertura al suo nome anche da parte di Matteo Salvini: in casa Lega il suo nome è spinto da un senatore molto apprezzato nel cerchio magico del Capitano, Stefano Candiani. Quest’ultimo starebbe cercando di ottenere anche una benedizione su questa ipotesi da parte del leader spirituale dei lumbard, Umberto Bossi, per frenare chi come l’ex ministro Castelli ha già detto che non voterebbe mai Pier Ferdinando.
Casini comunque questa mattina ha fatto arrivare a Matteo Renzi ed Enrico Letta un messaggio preciso: «Nessuna conta su di me e sul mio nome». Teme la trappola perché vede il possibile traguardo sognato da una vita, le stanze del Quirinale, a un passo. Renzi lo ha rassicurato con un sms: «Tranquillo, non farai la fine di Forlani», l’ex segretario Dc che sembrava certo nell’ascesa alla Presidenza della Repubblica e che venne impallinato dai franchi tiratori del suo stesso partito, in particolare della corrente andreottiana. Messaggio che forse ha mandato ancora di più in panico Casini, che conosce benissimo Renzi e i suoi “stai sereno”.
Sul nome dell’ex presidente della Camera i franchi tiratori si potrebbero nascondere dentro il Pd, ma anche dentro Forza Italia. Ieri alcuni azzurri più vicini a Berlusconi, o comunque rimasti fedeli alla linea del capo che vede in Casini un traditore della causa, hanno minacciato di votare Mattarella alla quarta chiamata rompendo l’accordo nel centrodestra di astenersi, proprio per dare un segnale di possibile rottura se dovesse avanzare ancora l’ipotesi dell’ex leader dell’Udc. Per converso, dentro Forza Italia e l’area di centro stamani Lupi, Toti, Quagliarello e Cesa hanno chiesto al centrodestra di convergere su una figura del Ppe, cioè su Casini.
Altri franchi tiratori potrebbero nascondersi anche tra 5 stelle e Lega sempre sul nome di Casini, che non a caso invita alla «prudenza» soprattutto il suo principale sostenitore, Matteo Renzi. Ma proprio il senatore di Iv questa mattina è stato visto molto agitato nei corridoi della Camera: il crescere del nome di Elisabetta Belloni in area Lega lo ha fatto andare su tutte le furie e per questo ha contro-rilanciato, parlottando con senatori e deputati leghisti, il nome di Casini. Assicurando che non è vero che Mario Draghi lascerebbe Palazzo Chigi in questo scenario.
Casini per ora incrocia le dita e non vuole certo fare la fine di Forlani, un incubo per chi nelle vene ha sempre sangue democristiano che scorre. Poi a qualcuno dei suoi fedelissimi che lo ha sentito in queste ore convulse chiedendogli lumi, ha aggiunto: «Fratello, siamo tutti sotto questo cielo».