L’ex governatore siciliano ha spesso criticato il modello leghista, il braccio destro di Salvini invece ha già annunciato che lo porterà subito in consiglio dei ministri. La prima grana per Meloni

Il primo vuole l’autonomia ora e subito, con la spesa storica che di fatto fotografa l’oggi condannando le regioni del Mezzogiorno alla differenza di servizi essenziali con il resto del Paese. Il secondo ha sempre detto che sì, va bene l’autonomia delle regioni, «ma prima lo Stato deve investire al Sud come ha fatto al Nord». Il primo la parola “patria” forse non l’ha mai pronunciata, il secondo viene da una storia politica legata all’ex Movimento sociale italiano che sul concetto di Patria invece si fonda. Entrambi da oggi siedono nello stesso governo e già si annunciano tensioni sull’asse Lega – Fratelli d’Italia: Roberto Calderoli avrà la delega agli Affari regionali e alle Autonomie, Nello Musumeci – neo pupillo di Giorgia Meloni in Fdi - sarà il ministro per il Sud e per il non meglio definito “mare”.

 

In passato l’ex governatore siciliano sul tema dell’autonomia differenziata è stato chiaro: «Se l’autonomia sarà solo risorse al Nord allora salta il patto costituzionale – ha detto – vogliono più autonomia? Allora lo Stato investa al Sud come al Nord. Noi però in Sicilia invece di utilizzare l’autonomia come opportunità, l’abbiamo utilizzata per privilegi. Io non difendo certo questo, frutto di una pessima classe dirigente. Ma difendo un’autonomia corretta. E non temo l’autonomia del Nord: chiedo livelli minimi uguali per tutti». Musumeci arriva da una storia, che parte dall’ex Movimento sociale italiano per approdare solo recentemente a Fratelli d’Italia dopo aver lasciato An poco prima della fusione nel Pdl. Una storia di patria ecc ecc.

 

Adesso si troverà al fianco di un ministro, Calderoli, che sull’autonomia e sul Sud non le ha mai mandate a dire. Come quando l’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, definì la gente del sud «buona e intelligente», e lui si inalbero definendo quella frase «razzista nei confronti del resto della popolazione». Durante la campagna elettorale per i referendum di Renzi davanti ad una platea di leghisti disse: «Oggi sono fortunatamente in Valtellina, ma la settimana prossima, pensate, devo andare in Calabria, in Puglia, in Campania... Già, perché votano anche loro.

 

Di sicuro Calderoli al primo consiglio dei ministri vuole parlare di autonomia differenziata, anche come scambio per l’avvio della riforma presidenzialista tanto cara a Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni: «Il governo di centrodestra approverà l'autonomia differenziata, grazie alla quale qualsiasi regione a statuto ordinario - non quelle a statuto speciale che necessitano di una legge costituzionale che modifichi il loro statuto - potranno chiedere da una a 23 materie, molte concorrenti e qualcuna anche esclusive», ha detto in una intervista ad Affaritaliani.