Salario minimo, taglio cartelle fiscali e nuovo debito: il piano di Giuseppe Conte per rilanciare il Movimento 5 stelle

L’ex premier si gioca la sopravvivenza e lancia la campagna elettorale che porterà al voto delle Politiche. Punta al Sud e va allo scontro sull’austerity europea: “Dobbiamo aiutare fasce deboli e ceto medio”

È la sua ultima carta per rilanciarsi, personalmente, e per rilanciare il Movimento dato in caduta libera nei sondaggi. E con questa sua carta vuole aprire subito una grande campagna elettorale in vista delle Politiche del prossimo inverno, sull’onda di quanto fatto con il reddito di cittadinanza che tanti successi ha garantito ai grillini, soprattutto al Sud. Chiamiamola economia populista 2.0, se vogliamo, ma il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte è convinto che «le politiche recessive ormai sono il passato» e così annuncia a L’Espresso il suo programma, anzi quello del Movimento, che sarà in parte scritto alla scuola di formazione grillina alla quale parteciperanno i due premi nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen, da sempre convinti oppositori delle politiche neoliberiste più sfrenate.

 

Un programma ambizioso che Conte inizierà a raccontare nei quartieri popolari delle città al voto domenica, a partire da Palermo dove ha in agenda una due giorni concentrata sulle periferie, in quegli spicchi di città dove il reddito di cittadinanza ce l’hanno quasi tutte le famiglie: solo nel capoluogo siciliano i nuclei interessati sono oltre 60 mila per 180 mila persone coinvolte. E ad ascoltare i punti salienti di questo programma non c‘è dubbio che su molti temi Mario Draghi non sarà poi molto d’accordo, e forse nemmeno Enrico Letta, il segretario del Partito democratico e, sulla carta, unico alleato: dentro c’è crescita del debito, la cancellazione degli interessi per le cartelle esattoriali, il reddito minimo e la prosecuzione dei meccanismi di incentivi fiscali come il superbonus che il presidente del Consiglio vede come il male assoluto. Ma sarà proprio la carta economica quella che Conte si giocherà per far attrarre consensi a un Movimento che rischia di scomparire e, comunque, rischia di metterlo alla porta per gli scontri interni.

 

Premette Conte: «Stanno ritornando le ricette del passato basate sull’austerità e attente solo al contenimento della finanza pubblica. A Berlino non sembrano avere nessuna intenzione di rivedere realmente le regole sul Patto di stabilità. Respingono anche l’idea di rendere strutturale il programma Next generation (il pacchetto da 213 miliardi garantito all’Italia per il post pandemia, ndr) ripetendo il mantra che “il programma era una tantum”. Invece dobbiamo fare in modo che le misure di risposta adottate durante la pandemia possano segnare una svolta nel processo di integrazione economica europea: non possiamo permetterci ogni volta di rinegoziare un piano di Recovery lasciando che anche un solo Stato membro possa porre un veto. Stiamo impoverendo l’Europa e rischiamo di affamare intere popolazioni africane, medio-orientali e dell’America del Sud».

 

SALARIO MINIMO
Conte in vista del voto punta a misure che possano fare presa sulla fascia più debole della popolazione e sul ceto medio in forte sofferenza. E il mantra della sua campagna elettorale sarà in fondo semplice: «Se vincono le destre e Renzi, scomparirà il reddito di cittadinanza, che invece va accompagnato con altre misure proposte dal Movimento 5 stelle». A partire da quella più popolare, il salario minimo. «Abbiamo quattro milioni e mezzo di lavoratori sotto la soglia del minimo salariale, per lo più giovani e donne. Il salario minimo sarebbe un modo per favorire politiche giovanili e ridurre anche il gender gap. Ovviamente questa misura possiamo raccordarla con accordi collettivi di settore in modo che con questo intervento si possano scacciare via le miriadi di contratti pirata, che non offrono adeguate garanzie di tutela dei diritti dei lavoratori. Non solo: dobbiamo intervenire immediatamente per fare in modo che la busta paga dei lavoratori sia più pesante, con intervento sul cuneo fiscale che può beneficiare in parte anche i datori di lavoro. Ovviamente non avendo molte risorse dobbiamo concentrare questo intervento sul ceto medio, individuando una soglia Isee appropriata. Tradotto: dobbiamo mettere da parte il jobs act di Matteo Renzi e anche in fretta».

Movimento 5 Stelle
Vedi Portici e poi muori: la sfida tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio passa dal comune napoletano
23/5/2022

 

ROTTAMAZIONE CARTELLE
Al secondo punto c’è la riforma fiscale. «Una seconda misura che vogliamo rilanciare è il cashback per contrastare l’evasione. Attraverso le piattaforme attualmente disponibili con “pagoPa” e altri pagamenti elettronici dobbiamo consentire ai contribuenti di ricevere subito sul conto corrente la parte detraibile senza rinviare il tutto alle dichiarazioni dei redditi dei prossimi anni. Questo meccanismo contribuirà a digitalizzare i rapporti tra fisco e contribuenti. Con questo intervento possiamo inoltre razionalizzare il sistema farraginoso delle detrazioni fiscali e tarare questi incentivi su precise fasce di reddito e su precisi prodotti e servizi».

 

Un tassello della riforma sarà poi la rateizzazione delle cartelle esattoriali: «Dobbiamo confrontarci con un dato di realtà: dopo guerra, pandemia e inflazione non possiamo aspettarci che i contribuenti possano saldare i carichi pregressi sin qui accumulati. Il primo gennaio 2022 è stato abolito l’aggio per il concessionario della riscossione e ci aspettiamo che l’Agenzia delle entrate offra a tutti di saldare in 120 rate il debito senza pagare interessi: questa nuova rottamazione servirà a svuotare il pregresso fiscale, abbiamo 1,1 miliardi di ruoli non riscossi molti dei quali discutibili. In questo modo offriremo ossigeno ai contribuenti».

Movimento 5 Stelle
Vedi Portici e poi muori: la sfida tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio passa dal comune napoletano
23/5/2022

 

GREEN E SOCIAL BOND
Altro punto del nuovo programma sarà quello dell’emissione di titoli di Stato per investire nella transizione energetica e nel sociale. «Presenteremo un piano di emissione di green bond e social bond, per far incassare allo Stato risorse da destinare alla transizione energetica, consentendo l’accelerazione dell’installazione di pannelli fotovoltaici e di altre misure energetiche, ma soprattutto per dare un aiuto alle fasce deboli. Oggi siamo di fronte alle più ampie diseguaglianze sociali e per ricucire questi strappi potremmo varare un vasto piano di vendita di questi titoli di Stato e con le risorse prevedere fondi da utilizzare per progetti sociali, come investimenti nelle comunità energetiche, nel sistema sanitario e nel sostegno all’imprenditoria nelle aree svantaggiate. Dobbiamo inoltre contrastare il decremento della natalità con misure per genitori e famiglie. Attraverso questo grande piano di investimenti in titoli green e social puntiamo ad attrarre anche la liquidità dei contribuenti italiani che conservano nei loro conti correnti 1.800 miliardi di euro».

 

Questo è il piano di Conte, l’ultima carta per restare a galla. Basterà? Di sicuro la grande campagna elettorale è appena iniziata. Per lo meno la sua. 

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso