Economia

Famiglia tradizionale, ma senza aiuti. Il governo rialza le tasse su prodotti per l'infanzia e assorbenti

di Simone Alliva   24 ottobre 2023

  • linkedintwitterfacebook

Nella bozza della manovra ritorna al 10% l'Iva sul latte in polvere e bloccate per altri 6 mesi plastic e sugar tax. Per Assoutenti: «Una mossa assurda e incomprensibile»

La “famiglia tradizionale” per il governo Meloni sarà anche un modello di vita e di virtù da “difendere” come spiega oggi la ministra Eugenia Roccella sulle colonne di Libero. Ma non sembra al centro dell’operato dell'esecutivo che abbonda con la retorica ma si limita con i fondi. Anzi, si lancia verso dei tagli. Basta leggere la bozza della manovra di bilancio che prevede lo stop all’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax. Così latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, assorbenti, tamponi e coppette mestruali tornano tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%. 

Eppure, la “riduzione dell’aliquota Iva sui prodotti e servizi per l’infanzia” era stata promessa dalla coalizione di centrodestra nel suo programma elettorale. Lo scorso anno il governo aveva ridotto con la manovra l’Iva di questi prodotti al 5%, una mossa durata pochissimo con una diminuzione dei prezzi decisamente ridotta rispetto alle aspettative e che ha determinato risparmi minimi per i consumatori, anche a causa dei mancati controlli sui prezzi da parte del Governo, come ha affermato in una nota il Codacons: «Oltre a non interessare l'intera platea di famiglie, non ha avuto gli effetti sperati sulle tasche dei consumatori. Questo anche a causa del mancato trasferimento del taglio dell'Iva sui listini al dettaglio, con troppi commercianti che non hanno ridotto i listini al pubblico». «La destra fa cassa su prodotti di prima necessità. Bel modo per aiutare le famiglie» è stato il commento della deputata di Azione-Italia Viva, Isabella De Monte. 

Era stato il governo Draghi il primo a intervenire sulla tampon tax: gli assorbenti femminili erano soggetti a Iva del 22%, ed erano quindi considerati beni ordinari, come vino, sigarette e vestiti. Poi l’aliquota era stata ridotta dal 22% al 10. «Una vittoria per i diritti delle donne», aveva commentato a L'Espresso la dem Lia Quartapelle firmataria insieme ad altre deputate dell'emendamento. Già all’epoca, dunque, gli assorbenti in Italia erano tra i più costosi in Europa. Le bozze confermano anche il congelamento per altri sei mesi, fino a fine giugno, di plastic e sugar tax. Le due imposte, introdotte con la manovra per il 2020 e mai entrate in vigore, dovrebbero quindi scattare dal 1 luglio 2024, salvo ulteriori interventi. Una mossa «assurda e incomprensibile» per il presidente di Assoutenti Furio Truzzi: «L'imposta avrebbe garantito risorse per le casse statali da utilizzare magari in modo più etico per sostenere l’ambiente e le nuove generazioni». Sale inoltre a 2.100 euro il bonus asili nido per i secondi figli nati nel 2024 nelle famiglie con Isee fino a 40mila euro, in cui l'altro figlio abbia meno di 10 anni. Troppo poco per l'opposizione: «Questo governo pochi giorni fa ha visto Giorgia Meloni illudere la cittadinanza su una ipotesi di asili nido gratis per il secondo figlio, salvo poi che palazzo Chigi si è auto corretto a sera dicendo che non sarà così, ma di un rafforzamento di 150 milioni sul bonus nidi, esistente» ha commentato Elly Schlein, collegandosi da remoto alla conferenza stampa del Pd sul Dl sud «Il Pd segnala da mesi il fatto che il governo abbia ridotto il fondo nazionale per l'educazione e l'infanzia 0-6 anni»