Una norma “molto attesa dal comparto”, viene sottolineato da fonti di palazzo Chigi. Con cui circa 300 mila persone, che già sul lavoro disponevano di un'arma di servizio, potranno averne una privata senza necessità di ulteriori autorizzazioni. Critica l'opposizione: «Pericoloso e inquietante in un Paese che conosce molti fatti di fuoco legati alle armi troppo facili»

Un’arma da «porto occulto», più «leggera» e «meno ingombrante». «Un’arma privata» senza licenza quando si «opera in borghese» o non si è in servizio. È questo il regalo, agli agenti, che il Governo Meloni ha inserito nel “pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei ministri.  

 

Così gli agenti di pubblica sicurezza (Carabinieri, Guardia di Finanza, passando per la Polizia penitenziaria fino a quella municipale e locale) già autorizzati al porto di un’arma da fuoco di servizio, possono detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza ulteriore licenza. Norma molto attesa dal comparto, fortemente voluta da Fratelli d’Italia che a fine ottobre aveva presentato un disegno di legge per superare gli effetti negativi di detenere un’arma senza licenza, cioè commettere un reato punito fino a 18 mesi. La norma è un chiodo fisso per i meloniani da sempre sensibili al tema (basti considerare la passione per il poligono del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari) e che recepisce alcune richieste dei sindacati delle forze dell’ordine: l’ultima era arrivata nel 2019 dal Sim carabinieri e aveva chiesto al governo di dare la possibilità di detenere armi senza licenza dopo il fatto di cronaca del brigadiere Cerciello Rega, ucciso a coltellate a Roma. 

 

Secondo il regolamento di pubblica sicurezza, questo permesso era concesso solo per il capo della Polizia, i prefetti, i vice-prefetti, gli ispettori provinciali amministrativi, gli ufficiali di pubblica sicurezza e i magistrati. Da oggi la platea si allarga a tutti gli agenti di pubblica sicurezza (circa 300 mila persone). Festeggia la senatrice di Fratelli d'Italia Domenica Spinelli, prima firmataria del disegno di legge in oggetto assorbito dal Consiglio dei Ministri: «Con questo disegno di legge si intende perciò dare la possibilità di poter acquistare, detenere e portare, senza ulteriore licenza, un'arma da fuoco privata e più leggera in luogo di quella d'ordinanza che è molto più pesante, al fine di far salire il livello della sicurezza pubblica. Questa nuova disciplina serve infatti ad evitare gli effetti negativi derivanti dal detenere un'arma diversa da quella d'ordinanza quando non si è in servizio».  

 

Critiche le opposizioni. «Pericoloso e inquietante in un paese che conosce molti fatti di fuoco legati alle armi troppo facili», commenta il senatore del Pd Filippo Sensi. E anche dal mondo delle associazioni si levano voci preoccupate. «Stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone e questo è problematico - commenta Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia - La proposta non prevede un meccanismo, meglio un obbligo, di controllo annuale sia di tipo psicologico sia clinico tossicologico. Oggi le forze dell’ordine non sono sottoposte a controlli periodici per accertare il loro stato di salute mentale e nemmeno a esami di tipo tossicologico che sono invece richiesti annualmente a tutti i conducenti di mezzi pubblici e finanche per chi guida un muletto».