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Politica
marzo, 2023

Matrimonio egualitario, salario minimo, ambiente e un mare nostrum europeo. Così Elly Schlein disegna il nuovo Pd

La neosegretaria declina le nuove battaglie del Partito Democratico e indica «Un ruolo di primo piano per Bonaccini». Intanto gli iscritti crescono al ritmo di oltre duemila al giorno

Nel giorno nero di Giorgia Meloni, che nel piccolo comune di Cutro per presiedere il Consiglio dei ministri dopo la strage di 72 migranti colleziona gaffe, contestazioni e retromarce, Elly Schlein, neosegretaria del Partito Democratico indica il luogo dove costruire l’alternativa di governo. Dalla sua elezione, nel Pd è cambiato il mondo: ora è finalmente chiaro a tutti.

 

Sono 7.500 le tessere del PD sottoscritte dalla riapertura del tesseramento lanciato dalla segretaria Elly Schlein, lunedì scorso. «Andiamo avanti a un ritmo di 2.500 al giorno», spiegano fonti del partito. Ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, elenca il lavoro da fare ma parte dal linguaggio inquadrando un ordine del discorso. Sa quello che vuole, lo declina in modo chiaro. Disegna un partito che ha perso l’estrema timidezza ideologica che lo ha caratterizzato dalla nascita e critica le politiche, come quella dettata dal ministro dell’Interno Marco Minniti durante il governo Gentiloni: «Voglio guidare un partito che non rifinanzi mai più la guardia costiera libica, perché viola i diritti fondamentali», sottolinea negli studi di La7: «È necessario, inoltre, abolire la legge Bossi-Fini che è ipocrita. Bisogna che ci sia, anziché fare la guerra alle Ong, una missione europea nel Mediterraneo, una Mare Nostrum europea».

 

Si sofferma a lungo sulla strage delle acque di Cutro ricorda: «Le persone sono rimaste per sette ore in balia delle onde. Frontex aveva già segnalato la barca e anche la presenza termica. Non è vero che serve una qualche forma di richiesta di soccorso, da anni la Guardia costiera ci spiega che comunque bisogna attivare ricerca e il soccorso in casi come questo. Perché una barca di legno avrebbe dovuto reggere le intemperie quando la guardia di finanza non c'è riuscita? È una strage che segna profondamente le coscienze del paese, chiediamo di far luce su cosa è accaduto nella catena di comando».

 

Schlein è stata anche tra la pattuglia degli europarlamentari del Pd che, nella passata legislatura Ue, ha negoziato la riforma di Dublino approvata e poi arenatasi sulle secche del Consiglio Ue: «Meloni non sta chiedendo la riforma di Dublino, il motivo per cui migliaia di migranti restano bloccati nel primo paese di approdo. Bisogna che ci sia, al posto della guerra alle ong, una missione europea di ricerca, un mare nostrum europeo, ma su questo il Governo resta silente».

 

Diritti, ambiente, lavoro. Ad ogni parola corrisponde una battaglia. «La prima da fare insieme per il salario minimo. La nostra proposta fissa una soglia a 9,5 euro all'ora. Dico a Calenda, Conte e ai Verdi e a tutti gli altri, discutiamone insieme. Nel Pd ha vinto una linea che vede nel jobs act un clamoroso errore che ha aumentato la precarietà. Come fanno i giovani a uscire di casa e costruirsi un futuro con contratti che durano solo qualche mese?». L'orizzonte è quello dei prossimi decenni. «Vorrei una politica che smettesse di pensare solo alla prossima scadenza elettorale e pensasse alle prossime generazioni. È conveniente anche per le imprese, L'Ue se n'è accorta, perché riciclando materiali e rifiuti si risparmia».

 

Criticata spesso per le posizioni incerte sul conflitto in Ucraina, Schlein si lascia a una precisazione: «Giusto sostenere il popolo ucraino aggredito nel suo diritto a difendersi. C'è la necessità di un protagonismo europeo. Lo dico anche da pacifista e si può esserlo nella misura in cui questa guerra non si risolverà solo con l'invio delle armi. Sono in buona compagnia, lo hanno detto Prodi e il Papa: non si può considerare criminale chi chiede uno sforzo per far finire il conflitto».

 

E infine, dentro un partito che per anni si è mosso con incertezza su questioni come i diritti, declina un concetto chiaro alla politica europea e mondiale ma ancora sconosciuto alla sinistra italiana, quello dell’intersezionalità: «Abbiamo approvato una linea che dice che diritti sociali e civili sono inscindibili. Le persone discriminate per i diritti civili fanno più fatica a lavorare, a fare impresa, a pagare le tasse. Sono assolutamente favorevole al matrimonio egualitario. Si dice 'Love is love', è un diritto che non deve essere negato e che esiste già in molti paesi europei e negli Usa. Sono favorevole all'adozione e a riconoscere i diritti delle famiglie omogenitoriali. Stiamo parlando di vite concrete, lo dico a chi ci chiama radical chic, perché le persone discriminate sono cittadini al pari degli altri».

 

Sull’avversario sconfitto alle primarie Stefano Bonaccini si mostra distesa: «Ci siamo trovati d’accordo sull’esigenza di tenere insieme la comunità democratica – sostiene Schlein – Ma nella chiarezza della linea politica. Adesso gli elettori finalmente sapranno qual è la linea del Pd». L’offerta resta sul tavolo: «Ci sarà un ruolo per Bonaccini – aggiunge Schlein – Auspico che sia un ruolo politico di primo piano. Gli ho fatto una proposta di massima condivisione e nell’interesse del partito. Sui capigruppo ancora non ci siamo confrontati nemmeno coi gruppi. Si è aperta una fase nuova, quindi è prevista una certa discontinuità».

 

Discontinuità. Fase nuova. Le parole d’ordine su cui Elly Schlein punta a uscire dall'angolo, cambiare spartito, dettare l'agenda. Gli occhi sono adesso puntati sull’assemblea di domenica alla Nuvola dell'Eur.

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